In virtù della triste esperienza fatta nei cinque anni di mandato consiliare che vanno dal maggio 2014 al magio 2019, durante i quali ho potuto constatare non solo il silenzio assoluto di quasi tutti consiglieri che non hanno mai aperto bocca e mai hanno fatto una loro proposta, limitandosi alla semplice alzata di mano per esprimere il loro voto e nel contempo ho dovuto prendere atto delle numerose assenze anche continuative, specialmente nell’ultimo anno ,di consiglieri sia di maggioranza che di minoranza che praticamente sono venuti meno all’impegno preso con i loro elettori, mi permetto di dare i seguenti consigli, a mo’ di decalogo ai possibili candidati.
Ogni cittadino nel decidere se candidarsi o meno dovrebbe tener presente questi 10 punti come se fossero comandamenti
- Avere tempo disponibile da dedicare ai problemi della collettività e non andare sul Comune solo quando si convoca il consiglio comunale;
- Avere interesse ed essere motivati per risolvere i problemi della collettività;
- Avere una sia pur minima conoscenza delle nozioni di diritto amministrativo e di quali siano le competenze e le responsabilità di un sindaco, di un assessore e di un consigliere comunale.
- Avere una pur minima conoscenza di quelli che sono i problemi, con le loro criticità, dell’intero territorio di Trivento;
- Avere idee e progetti chiari di cosa si vuole realizzare nel corso del mandato amministrativo;
- Rinunciare ad una parte di tempo da dedicare al proprio tempo libero e alla propria famiglia per dedicarsi agli impegni assunti ed essere a disposizione dei cittadini, soprattutto ascoltando i lori problemi e le loro proposte;
- Leggere e studiare gli atti prima della loro approvazione nelle sedute consiliari
- Fare un passo indietro nella composizione della giunta nel caso ci si accorga che qualche candidato più competente e preparato, pur avendo preso meno voti di preferenza, potrebbe essere più utile per poter dare una amministrazione più competente ed efficiente;
- Non mettere in atto forme di ritorsioni o peggio ancora dispetti, nei confronti di coloro che ritiene che non lo abbiano votato;
- Non considerarsi già dal momento dell’accettazione della candidatura come semplice portatore di voti, ma impegnarsi attivamente per conseguire il risultato migliore, accettando poi sportivamente il verdetto elettorale.
Mi sento di consigliare questo non per presunzione, ma a seguito dello squallore politico che ha caratterizzato l’ultimo mandato amministrativo e che ha maturato in me la convinzione di non ricandidarmi. Constatare che tutto l’impegno nello studiare e nell’analizzare gli atti parola per parola non tralasciando neanche le virgole andava a cozzare contro un muro di gomma gaudente e felice composto da persone che non solo non parlavano ma si infastidivano sentire parlare gli altri e non vedevano l’ora di uscire dall’aula consiliare mi ha fatto comprendere che parlare a chi non vuol sentire e comprendere era del tutto inutile. Chi volesse la prova di quello che dico basta che legga le tutte delibere consiliari per avere il resoconto deprimente di quanto accaduto; nessun dibattito o discussione, nessuna nuova proposta venuta fuori dalla discussione. Le uniche dichiarazioni di voto sono state quelle mie. Andare a fare il consigliere comunale senza questi minimi requisiti significa essere strumenti nelle mani dei furbastri, che considerano la cultura non come promozione sociale, ma come mezzo per fare i fatti propri. Don Abbondio e il suo “latinorum” docet. Spero che i cittadini di Trivento prima di mettere la croce sulla scheda scelgano bene i loro rappresentati, altrimenti quella croce la porteranno per 5 lunghi anni. Auguro ai futuri consiglieri comunali di non trovarsi mai nella famosa palude Stige, che è stato il consiglio comunale, nella quale mi sono trovato io, perché se pure avessero passione , interesse ed amore per la politica la finirebbero per odiare.
Il consigliere comunale
Tullio Farina