Droga, maxi operazione dei Carabinieri: oltre sessanta arresti

In manette anche due giovani di Castiglione Messer Marino

Ansa e Agi
10/01/2012
Attualità
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Parte della costa abruzzese crocevia di ingenti traffici di droga destinata al centro Italia, con a capo tre 'famigliè partenopee e rom unite da un patto scellerato. È questo lo scenario messo in luce da una lunga indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Vasto (Chieti), conclusa oggi con un blitz dei carabinieri che hanno eseguito 63 ordinanze di custodia cautelare e tre arresti in flagranza di reato. Aggiunti ad altri 23 arresti avvenuti dallo scorso anno ad oggi, sempre nell'ambito della stessa inchiesta, fanno 89, poco sotto il centinaio. Ascoltate 6.500 ore di intercettazioni ambientali e 1800 ore di intercettazioni telefoniche su circa 70 utenze e considerati altri materiali d'indagine, il gip di Vasto ha emesso 63 ordini di custodia, eseguiti questa mattina in sei diverse regioni con l'operazione 'Tramontò. Di queste, 48 sono state recapitate in carcere. Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Lazio ed Emilia Romagna le regioni in cui sono avvenuti gli arresti. Le indagini, durate oltre un anno, hanno permesso di accertare, come ha osservato il Procuratore della Repubblica di Vasto, Francesco Prete, «il preoccupante livello di criminalità raggiunto nell'area del vastese», ritenuto «un crocevia del traffico di stupefacenti nel centro Italia». Le indagini, coordinate dal Sostituto procuratore della Repubblica Giancarlo Ciani e seguite dal Procuratore Francesco Prete, sono state svolte in primo luogo dai militari della Compagnia dei carabinieri di Vasto. Complessivamente sono stati sequestrati 15 chilogrammi di sostanze stupefacenti (eroina, cocaina ed hashish) un'arma da fuoco con la matricola abrasa, 15.000 euro in contanti ed altro materiale. Altre 14 persone sono denunciate in stato di libertà. Tra i reati contestati, anche l'incendio dell'abitazione di un pregiudicato, le cui fiamme si sono poi estese ad una intera palazzina popolare. Le indagini avevano preso il via a seguito di alcuni attentati incendiari che, tra gli altri, avevano interessato, a partire dal gennaio 2011, esponenti politici locali, imprenditori e rappresentanti delle forze dell'ordine. Su delega della Procura della Repubblica, i carabinieri hanno cominciato a indagare su alcuni pregiudicati del posto, sul cui conto erano maturati sospetti. Fra questi, spiccava la figura di una donna, Italia Belsole, consorte del pregiudicato Lorenzo Cozzolino, appartenente alla criminalità organizzata campana. Erano loro due i capi indiscussi di una delle strutture della 'triadè che si era spartita il traffico di stupefacenti, quella che operava nell'area del medio alto vastese, della val di Sangro e di Pescara. Un'altra faceva capo alla famiglia Martusciello di Napoli, operante principalmente nell'area San Salvo-Vasto. La terza, diretta da Pasquale Bevilacqua e Antonio Sacco, era attiva soprattutto nell'area di San Salvo. All'esecuzione delle ordinanze di oggi - ha precisato il procuratore della Repubblica di Vasto, Francesco Prete - hanno contribuito trecento militari, con l'ausilio di elicotteri e cani antidroga.

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