Contestatissimo al suo arrivo il presidente della regione Molise Donato Toma. Il caldo di un 12 agosto rovente, l'attesa, hanno surriscaldato gli animi dei cittadini presenti numerosi e decisi a capire finalmente il futuro dell'ospedale agnonese.Nella serata di ieri, a ridosso di ferragosto, presso l'aula consiliare di Palazzo San Francesco convocazione del consiglio comunale monotematico sulla sanità altomolisana, la richiesta partita dall'opposizione, Nuovo Sogno Agnonese a seguito delle dichiarazioni proprio del presidente Toma su di una eventuale modifica nel POS 2019-2021 riguardante il San Francesco Caracciolo, non più configurato come ospedale di area disagiata, bensì ospedale di comunità, struttura sanitaria ben diversa da un ospedale di area disagiata ma intermedia tra l’assistenza domiciliare e l’ospedale che accolglie in prevalenza pazienti con patologia cronica, provenienti da una struttura ospedaliera, per acuti o riabilitativa.
Invitati al consiglio monotematico il presidente Toma che è stato presente, i due commissari alla sanità molisani Giustini e Grossi, che non hanno raccolto l'invito. Presenti al consiglio comunale gran parte dei consiglieri di maggioranza ed opposizione, assenti per la minoranza Cacciavillani e per la maggioranza proprio l'assessore alla sanità Amicarelli. Grave errore strategico della maggioranza, "un consiglio monotematico sulla sanità manca l'assessore alla sanità" osservava il pubblico ad alta voce.
Presenti il sindaco di Castiglione MM (CH) il sindaco di Venafro, i consiglieri regionali di minoranza M5S Greco e Nola, il segretario del SOA sindacato operai autorganizzati, Andrea Di Paolo, i rappresentati del comitato il Cittadino c'è, la segretaria del Pd agnonese e l'esponente Dem dei giovani del PD Europa, Caterina Cerroni.
Dopo la contestazione da parte del pubblico con gli animi finalmente placati ha preso la parola il Presidente Toma che in sostanza ha detto che in materia sanitaria non decide il presidente della regione, esistono due commissari nominati dal ministero che hanno elaborato il nuovo POS al vaglio dei ministeri competenti
"Quello mio- ha dichiarato Toma- è un intervento politico e non tecnico. Agnone deve avere un ospedale di area disagiata e la storia di quest'ultimo deve continuare. Potrebbe diventare di comunità se non verranno attuati dei prerequisiti sui quali stiamo discutendo coi commissari e siamo divenuti a un confronto serrato. Sono convinto che deve rimanere ospedale di area disagiata con l' applicazione di un elisoccorso". E sulla crisi di governo aggiunge: "Ci sono situazioni che potrebbero rallentare la sanità pubblica ma ho avuto rassicurazioni dal vicepremier Salvini in merito. Andando avanti con le elezioni la situazione potrebbe migliorare perchè il Molise è già in ritardo". Toma ha anche aggiunto che - per avere un ospedale funzionante servono accordi di confine accompagnati da uno studio della viabilità che possa favorire l'accesso dei pazienti di altre regioni al Caracciolo”.
Parole pronunciate con pacatezza e tendenti a rassicurare un pubblico di per se scettico che dopo tante diatribe legate alle vicende del Caracciolo non è più disponibile ad ascoltare altre storie che potrebbero, visto l’incertezza dei dati forniti dal presidente sul Pos e l’incertezza del momento politico, potrebbero rilevarsi del tutto non attinenti alla realtà. Apprezzabile in ogni caso l’onestà politica nel ragionamento.
L’intervento di Saia di Nuovo Sogno Agnonese ha raffigurato un futuro per l’Alto Molise oltremodo incerto se si continua con i tagli ai servizi. Ha messo in evidenza con i numeri, lo stesso ha fatto il consigliere di minoranza M5S Greco, presente in pubblico, lo sbilanciamento negativo delle risorse destinate alla sanità pubblica nei confrontI di quelle erogate alla privata convenzionata e oltremodo il ragionamento di Greco si è soffermato anche sulle modalità dei rimborsi della mobilità passiva.
“Se i termini della questione rimangono tali su tutto il territorio, tenendo conto anche dello stato della rete viaria, dei trasporti, prefiguro un ulteriore spopolamento di questo territorio”, affermava Saia, fino a raggiungere il rischio di “diventare un'area destinata a poche eroiche famiglie native, a mo di riserva indiana”
Anche l’intervento di Scarano consigliere di Agnone Identità e Futuro è stato critico, “ Si richiede una visione globale del nostro territorio come area interna. Non si può parlare solo di Sanità per il rilancio del nostro territorio, fra l’altro parlarne in termini di scarsa e nulla documentazione programmatica risulta del tutto inutile e la convocazione monotematica una sceneggiata senza senso” ha detto.
Dal pubblico colorito intervento del leader degli operai autorganizzati, Andrea Di Paolo, che facendo nomi e cognomi ha indicato i responsabili dello sfascio della sanità molisana e il connubio oramai storico tra politica e interessi privati