Lucio Gualtieri oggi non commenta una partita di calcio ma fa story telling con una singolare ma possibile avventura accadutagli nel 1985. La sua auto va in panne su un viadotto della Trignina, una persona si offre con grande generosità di aiutarlo, ma chinandosi per attaccare una corda all'auto per trainarla, perde molte banconote fuoriuscite da un taschino della giacca che volano giù dal viadotto. Ma dal racconto di Lucio l'uomo era poco interessato alle molteplici banconote che volavano, il suo obiettivo era quello di aiutarlo. Davanti a tanta bontà Lucio rimane colpito ma le persone che negli anni hanno ascoltato il suo racconto non hanno avuto la sua stessa sensibilità ma ironicamente hanno tratto ben altre conclusioni, leggere per credere.
"Potrebbe sembrare una storia inventata ma non lo è. ...
Percorrevo in macchina la statale Trignina direzione Termoli, per recarmi al lavoro ore 12:30 di un lunedì di luglio, dell' anno 1985.
In prossimità della località Canneto, cominciai ad avvertire all'interno dell'abitacolo una puzza di benzina, al momento non realizzavo cosa poteva essere, la macchina non dava segni di anomalie e quindi continuavo il percorso, ma dopo circa 2 km. all'improvviso si areno' spegnendosi. Intanto mi trovavo su un viadotto, scendo dalla macchina, apro il cofano motore, osservo e noto che la denominata pompa "AC" era rotta,si era spaccata la fusione,. Bel problema! ripararla? non era possibile, quindi mi accingevo a spingere manualmente la macchina per toglierla dal viadotto e parcheggiarla in una zona dove non creasse ingombro.Tra il caldo e lo sforzo fisico per spingere, non mi accorsi nemmeno di una brusca frenata di una macchina piuttosto vecchiotta che sopraggiungeva.
Mi fermo e vedo un signore più o meno della mia età,allora avevo 33 anni, venirmi incontro e chiedermi cosa fosse successo,al che gli spiego la situazione e lui di rimando mi chiese se avevo una corda in modo che potessimo trainare l'auto, restai al momento un pò sorpreso da tanta gentilezza.
Ma considerata la situazione in cui mi trovavo dissi di avere la corda e cerco all'interno del bagagliaio ma non la trovo e mi ricordo al momento di averla tolta e lasciata nel box di casa.
Al che gli dico di non averla, lui mi dice ma non hai niente che possa essere usato,si,ho una sottilissima corda di quelle che si usano per stendere i panni, bene mi dice, prendi quella.,la prendo e mi chino per agganciarla tra le due vetture ,al che lui mi dice, lascia perdere faccio io, ma no, e lui di rimando dai togliti, Io sempre più sorpreso, intanto mi sposto, lui prende la corda si china per agganciarla, nello stesso istante in cui si china gli cade il portamonete che aveva nel taschino della camicia, il portamonete non aveva lo scomparto era di quelli tipo porta assegni, quindi la moneta cartacea che era all'interno di esso, nell'istante in cui tocca terreno viene spazzata via da un leggero venticello, il nostro primo istinto fu il cercare di arrestare il volo della moneta, correndo dietro di essa e cercando di schiacciare con i piedi quello che volava via per arrestarne il volo, recuperiamo ben poco perché la maggior parte di essa volò giù dal viadotto. Mi sporgo dal viadotto guardo giù e vedo tantissima moneta sul fondo, gli dico vado giù a prenderla! lui mi fa no,no, lascia perdere, ma come !! gli dico tu osserva dall'alto intanto io cerco il punto dove poter scendere,così faccio,vado giù dal viadotto recupero tutta la moneta che riuscivo a vedere e chiedo a lui se dall'alto ne vedeva ancora, lui continuava a dirmi di lasciar perdere gli chiedevo quanti soldi aveva e lui non so, dai andiamo via.
Intanto avevo recuperato circa 900,000 lire,eravamo ai tempi della lira,guardai di nuovo, non vedevo più niente in giro e risalii il viadotto. Una volta sopra gli consegnai la moneta e dissi di rinunciare al traino, in modo che lui potesse andare via, ero totalmente mortificato per quanto accaduto, mi risponde, non ci penso nemmeno e volle continuare.
Si china di nuovo aggancia la corda, ci mettiamo sulle macchine percorriamo circa 600 metri e la piccola corda si spezza, io insisto nel dirgli di lasciar perdere ma lui di rimando si china aggancia di nuovo la corda e ripartiamo,dopo circa 5 km. la corda si spezza di nuovo, stesso iter, ripartiamo, questo succede diverse volte lungo il percorso,intanto della corda era rimasto ben poco,le macchine erano quasi a contatto. Fortunatamente giungiamo a San Salvo nei pressi di un distributore situato vicino lo svincolo che immette sulla statale adriatica.
Scendiamo dalla macchina guardo l'orario erano le 16:00, andiamo al bar del distributore e chiacchierando,chiedo sue informazioni,mi dice che lavorava presso una banca di Teramo e veniva da Pomigliano suo paese di origine. Gli chiedo un suo recapito, a quei tempi non c'erano i cellulari, pensando di disobbligarmi un domani in qualche modo. Ci diamo una rinfrescata,beviamo un qualcosa e passiamo ai saluti, lui mi chiede,come fai adesso? dove si trova il meccanico? Gli dissi che era lì vicino circa cento metri, mi fa: bene! portiamo la macchina lì, ed io ma dai non ti preoccupare,va pure via hai ancora tanta strada da percorrere, poi il tuo lavoro? Eh no! ormai la giornata e andata. Comunque mi traina fino all'ingresso del locale del meccanico, ci salutiamo, va via. Intanto il mio cervello va in fumo,non sapevo più cosa pensare, ancora oggi a distanza di 34 anni non riesco ancora a comprendere la grande attenzione e bontà ricevuta da parte di una persona, incontrata in una circostanza così casuale e strana. Lui quel giorno poteva tranquillamente proseguire il suo percorso, oppure, nel momento in cui si era fermato poteva tranquillamente dirmi che era impossibilitato a darmi un aiuto. Dopo l'accaduto ho raccontato l'avventura a diverse persone, non si sono stupite del comportamento, ma piuttosto mi chiedevano dove fosse il viadotto!"