"Alla fine li avete avvelenati i gatti per San Nicola." Questo è uno dei tanti post che stamattina intorno a mezzogiorno è comparso sui social. Ma determinante è stata la testimonianza dei tanti abitanti del quartiere che parlavano di gatti agonizzanti nascosti sotto le automobili parcheggiate e sopra le scalette dei portoni.Ma il sospetto che qualcosa fosse accaduto ai gatti randagi del quartiere, era balenato nella mente di una nota animalista nelle prime ore del mattino che regolarmente si prende cura di un gruppo di gatti della colonia felina che abita il quartiere di San Nicola, nel centro storico agnonese. Raccconta che all'appello mancavano molti dei suoi amici. Il sospetto è che qualcuno abbia volutamente depositare esche avvelenate per decimare il numero dei randagi del quartiere. Alcuni dei gatti agonizzanti sono stati raccolti e sottoposti a cure. Tutti i possessori di animali dopo la diffusione della notizia sono in stato di allarme e di paura.
Il sospetto sul presunto tentativo di avvelenamento di animali è avvalorato dal fatto che non troppo tempo addietro,sempre nei quartieri del centro storico agnonese,erano state effettivamente depositate delle esche avvelenate. Gli animalisti sicuramente chiederanno che i gatti raccolti agonizzanti vengano sottoposti agli accertamenti veterinari volti a determinare la causa reale delle morti.
Episodi di intolleranze locali verso gli animali, accusati di sporcare ed invadere gli spazi privati, purtroppo sono frequenti in molte città e paesi italiani e a tal proposito l'Empa, Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, in molte occasioni , onde evitare ulteriori uccisioni ha presentato esposti alla Procura. L 'uccisione di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall'art. 544-bis del codice penale ai sensi del quale: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni.»
Nella foto uno dei gatti raccolto agonizzante e sottoposte a cure, anche se le condizioni appaiono molto critiche