Proseguono le riunioni dei sindaci altomolisani a Agnone sull'annosa questione della sanità, il declassamento ulteriore dell'ospedale San Francesco Caracciolo. Ieri 13 novembre con inizio alle ore 15.40 all'incirca, ennesima e probabile infruttuosa riunione. L'assise ha visto la partecipazione, su invito dei numerosi sindaci presenti altomolisani e altovastesi, di due esperti ex dirigenti della sanità molisana. Il dott Giovanni Di Pilla, ex direttore sanitario in anni passati dell'Ospedale Agnonese, e la dottoressa Gianfranca Testa anch'ella ex dirigente dela Asrem
In una nota il Sindaco di Agnone Lorenzo Marcovecchio riassume i contenuti della riunione, ma nella lettura sembra di rivedere un vecchio e indigesto film. Niente di nuovo, i due ex due dirigenti Asrem sono stati invitati a elaborare un piano da affidare ai commissari straordinari Asrem Molise in vista del 21 novembre, giorno dato per probabile in cui i commissari sono chiamati a Roma per la presentazione del nuovo Pos. Il documento che i due ex dirigenti devono redigere serve a ribadire i livelli minimi di assistenza in questo abbandonato territorio come se non esistesse una legge nazionale e come se la delibera prodotta dal comune di Agnone nel mese di marzo 2019 non fosse gia stata consegnata ai commissari. Detta delibera ribadiva i bisogni sanitari del territorio di competenza. Che nei fatti a nulla ha portato, tant'è che nella bozza di POS che circola da un pezzo in tutte le sedi istituzionali e non,per Agnone si configura un ospedale di Comunità. Sembrerebbe inoltre che alla proposta del Dott Di Pilla di elaborazione di una proposta di legge a nome di tutti i sindaci "legge della montagna" ad hoc a rafforzamento della tutela dell'ospedale, la dottoressa Testa non abbia convenuto
Altra proposta è stata quella della gestione dell'ospedale con un doppio finanziamento,proveniente da canali istituzionali diversi: Regione e Ministero
.Molte parole , qualche vecchia e nuova proposta, ma in quanti oramai credono in una reale salvezza del Caracciolo sarebbe da approfondire. Forse la chiamatta alle armi attuale da parte dei sindaci è tardiva, eppure era evidente lo smantellamento sistematico dell'ospedale, e forse sarebbe anche il caso di valutare iniziative diverse, legali e legittime, che non le solite "cartuccelle" che muoiono sistematicamente sui tavoli di altri servitori dello stato.
Di seguito la nota del sindaco Marcovecchio: Su richiesta dei sindaci dell'alto Molise ed Alto vastese, presso la sala consiglio del Comune di agnone, si è tenuto un'ulteriore incontro alla presenza anche della dott.ssa Testa e del dott. Di Pilla, già manager Asrem. Dopo aver rappresentato gli ulteriori sviluppi che stanno riguardando la questione sanitaria, ai due professionisti è stata chiesta la redazione di un piano che possa essere presentato ai commissari alla sanità al fine di sostituire o integrare quella che, ad oggi (seppur in via non ufficiale) appare essere la bozza di piano che il prossimo 21 novembre dovrebbe essere presentata ai ministeri competenti. Data l'esperienza e la profonda conoscenza, non è stato necessario spiegare quello che è stato il "San Francesco Caracciolo " non solo a livello strutturale ma anche a tutela della salute di quei cittadini che abitano questi territori. Anche da loro, però, è emersa la necessità di una ulteriore tutela regionale che, oggi, potrebbe avvenire solo grazie a quella legge sulla montagna mai attuata. Una legge che oggi, in situazioni ordinarie, potrebbe-anche con la riforma del titolo V della costituzione - essere ulteriormente rispondente ai bisogni di un territorio rispetto al momento della sua stesura allorquando, la competenza sanitaria, era rimessa allo stato centrale. Purtroppo, però, la situazione di commissariamento ed il piano di rientro nel quale versa la regione Molise oramai da 13 anni, richiederebbero ulteriori accortezze per una sua corretta applicazione. Alla dottoressa Testa e al dott. Di Pilla, prima del congedo, è stata trasmessa la delibera approvata alla unanimità dal Comune di Agnone nella quale venivano richiesti alcuni standard minimi previsti per l'ospedale di area disagiata alla cui qualifica è stato, ribadito, di non poter prescindere. In attesa di avere risposte anche dai commissari ai quali è stato chiesto di conoscere la bozza effettiva del POS che dovrebbe essere presentata, è stato chiesto ai due professionisti di produrre in tempi brevi quanto a loro richiesto, così da poter sottoporre il lavoro a chi di competenza. Con lo spirito di abnegazione che li ha sempre contraddistinti e con enorme disponibilità, gli stessi si sono fatti carico di questo- non facile compito. Per tutto questo, quindi, a loro va il ringraziamento di tutta la comunità così come a tutto quel personale medico e paramedico che, con enorme sacrificio, quotidianamente continua a mantenere accesa la fiammella della speranza.