L'attenzione sull'ospedale agnonese il San Francesco Caracciolo si fa sempre più alta. Domani 21 novembre i Commissari straordinari alla sanità molisana sono chiamati a Roma per presentare il nuovo piano operativo sanitario che vede nella sua bozza l'ennessima riorganizzazione della rete sanitaria molisana. Le sorti del presidio ospedaliero agnonese che copriva i bisogni sanitari di un territorio vasto , impervio e con una rete stradale ridotta a un colabrodo, l'Alto Molise e l'Alto Vastese, si avviano verso una definizione di ospedale di comunità che di ospedale nella sua organizzazione effettiva ha solo il nome. L'ospedale di comunità è una struttura distrettuale che ospita pazienti cronici, oncologici, anziani che temporaneamente non possono essere assistiti a domicilio. Percio' la protesta sale da parte dei cittadini, le associazioni, i rappresentanti dei comuni.
Qesta mattina un sit in organizzato dal locale Circolo San Pio, di concerto con le associazioni, i comitati, i sindaci, davanti all'ospedale. Piacevole sorpresa vedere tra la folla un folto gruppo di giovani studenti le future generazioni direttamente impegnate nella salvaguardia del loro personale futuro. Hanno protestato con cori, slogan,striscioni, tamburri ma pacificamente e civilmente. Ma la protesta non si fermerà.
Tra la folla molti degli operatori del nosocomio. Abbiamo avuto modo di intervistare un folto gruppo di infermiere professionali che operano nel reparto di medicina a grosso e imminente rischio di chiusura. La rabbia espressa tanta, sono anni che assistono impotenti allo stillicidio lento ma costante che ha condotto allo smembramento dell'ospedale e di promesse fatte e mai mantenute
.Una di loro ci ha detto: "Non parlo come infermiera dipendente, ma sopratutto come cittadina, che vive, abita e ha famiglia in questo territorio, non è giusto che ci venga negato il diritto all'assistenza.
Un'altra giovane infermiera ha detto: "siamo disposti a protestare ad oltranza e portare la rivendicazione del nostro diritto alla salute in tutte le sedi istituzionali.Non lavoriamo bene, non lavoriamo in sicurezza, non abbiamo alcuna certezza. Non possiamo rassegnarci, ma adesso ci sembra di essere giunti proprio agli sgoccioli."
L'accusa non troppo velata di interessi di imprenditori privati sulla struttura sanitaria agnonese è arrivata dal sacerdote da sempre difensore del Caracciolo, don francesco Martino, invece la presidente del Cittadino c'e comitato civico, Enrica Sciullo ha detto. ",Salvaguardare i servizi sanitari e con essi il nostro diritto alla salute è salvaguardare l'esistenza stessa di questo territorio. Non e' che vogliamo l'ospedale sotto casa, vogliamo garanzie per la nostra salute e per la vivibilità di questi territori.La politica dell'accentramento dei servizi è sbagliata, i servizi vanno resi fruibili in prossimità nei territori di chi li abita, considerato anche la rete viaria molisana è disastrata e l'età media della popolazione è elevata, anche gli spostamenti sono complicati. L'esistenza dei servizi aiuta anche gli investimenti economici, ma la scomparsa dei servizi fa fuggire anche l'impresa.. Questa terra andrebbe aiutata a vivere, partendo per esempio da una fiscalità agevolata, invece ci stanno strozzando"