E’ proprio di questi giorni la nota del Ministero dell’Economia e delle finanze che richiama l’attenzione della Regioni Italiane e di alcuni comuni , tra i quali naturalmente c’è Trivento, sulla necessità di pagare l’importo forfettario di 40 milioni di euro, nonché una penalità semestrale di 42,8 milioni di euro concernente la violazione della normativa europea in materi dei tributi a seguito della nota sentenza in data 2 dicembre 2014 nella causa C-196/2013.
Al comune di Trivento già qualche anno fa era arrivata la comunicazione a dover pagare la somma di 400.000,00 euro per le irregolarità della vecchia discarica comunale di Macchialaccavone ed in quella occasione feci già presente che sarebbe stato opportuno accantonare tale somma in attesa degli sviluppi successivi, suggerimento che fortunatamente fu preso in considerazione. Alla luce di questa nuova sollecitazione, che certo non lascia ben sperare in una risoluzione positiva, se si aggiungono i 1.131.000, euro del decreto ingiuntivo, fatto pervenire dal consorzio industriale, e i 250.000,00 euro che bisogna pagare per la causa Berardinelli il debito, che graverebbe sul groppone del Comune di Trivento, arriva ad un milione e ottocentomila euro e tale cifra non solo non dovrebbe far dormire chi amministra, ma dovrebbe suggerire una politica della spesa più oculata , ispirata a quel famoso principio economico del ministro delle finanze Quintino Sella , di ottocentesca memoria, “dell’economia fino all’osso” Uso il condizionale perché auspico qualche sanatoria, ma la prudenza è di obbligo per cui nessun dorma come si canta nella Turandot di Giacomo Puccini.
Al contrario si assiste ancora alla politica dei contributi vari e dei comodati gratuiti per immobili e per servizi, che peraltro rientrerebbero tra quelli previsti in un decreto come servizi a domanda individuale di cui alla legge n 131 del 26 aprile 1983. Bizzarria delle bizzarrie si riscontra tra gli atti adottati che mentre ogni anno si inserisce nel piano di vendita degli immobili comunali i box del mercatino coperto, siti in piazza padre Pio per un importo di 210.000,00 euro e nulla si fa per venderli, puntualmente si danno gli stessi in comodato gratuito senza nessun introito per il Comune.
Non so se questo modo di amministrare risponda ai principi di economicità e buona amministrazione, ma francamente qualche dubbio sorge A questo punto viene spontaneo chiedersi se il piano di alienazione dei beni comunali sia una cosa seria o un giochetto numerico napoletano, noto come il gioco delle tre carte. Se fossi con l’attuale sindaco starei molto attento anche in virtù della passata esperienza amministrativa caratterizzata dal dissesto finanziario con le funeste conseguenze nota a tutti. I beni comunali è pur vero che devono essere messi a disposizione della collettività ma la loro gestione non può gravare solo sul Comune, ma ci deve essere una compartecipazione dell’utenza, almeno nella misura minima previste per legge.
Ho sempre sostenuto e continuo a farlo che l’unico servizio che dovrebbe essere gratuito è quello del trasporto scolastico per le scuole dell’obbligo perché per tale servizio l’obbligatorietà della gratuità sta sia nella forma che nella sostanza. Al contrario per tale servizio ci si fa pagare soprattutto a quegli alunni che provengono dall’agro, mentre per gli altri servizi opzionali si danno gratuitamente, Tanti immobili comunali, come ad esempio i box del mercatino coperto, a seguito di avviso pubblico, si potrebbero fittare come garage, introitando così delle somme utili per migliorare altri servizi, anziché lambiccarsi il cervello a come darli “gratis et amore dei”.
Anche un più razionale utilizzo del polifunzionale potrebbe far introitare qualche somma al Comune, ma la tariffa oraria di euro 1,50 centesimo stabilita con la delibera giuntale n. 139 /2015 per l’utilizzo dei locali non copre minimamente il costo di energia elettrica , del riscaldamento e di quello idrico, consumati per l’intera giornata. Invito gli attuali amministratori a rendicontare tutte le spese di gestione degli attuali immobili comunali dati continuamente a qualsiasi titolo, in utilizzo specificando sia le spese di entrate che di uscite. Durante la scorsa amministrazione personalmente il conteggio lo avevo già fatto, ma i miei consigli sono caduti nel vuoto, perché la teoria imperante era quello che se dicevo bianco, bisognava fare nero, pensando di fare un dispetto a me, ma in realtà lo s faceva all’intera collettività, che ancora continua a pagare i balzelli del dissesto finanziario, come se non fossimo mai uscito da esso.
Non voglio sembrare eccessivamente fiscale, ma un po’ di ordine e di trasparenza sono di obbligo se poi alle fine del percorso non si vuole scoprire, come Alice nel paese delle meraviglie, che si è finiti di nuovo in dissesto finanziario. E viste le nuvole all’orizzonte la burrasca potrebbe arrivare da un momento all’altro. Chi è stato morso dalla vipera dovrebbe aver paura anche della lucertola ( Tullio Farina ex amministratore di Trivento )