Il Consiglio regionale, nel corso della seduta di oggi, ha voluto commemorare la Giornata
internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Prima dell’inizio dei lavori il Presidente Salvatore Micone, a nome di tutti i Consiglieri, ha
ricordato come la Giornata di oggi rappresenti “un’occasione per le comunità nel loro
complesso, e per i singoli cittadini nella propria individualità, per riflettere, prendere coscienza
e sentirsi impegnati su quella che è certamente una battaglia culturale e di civiltà da
combattersi uniti per l’eliminazione di qualsiasi forma di violenza contro le donne. In ogni
società, anche quelle che si vantano di essere più evolute culturalmente, tecnologicamente e
scientificamente, e in ogni strato della popolazione, persone più facoltose o indigenti, colti o
analfabeti, si registrano ogni giorno violenze fisiche e psicologiche contro le donne. Madri,
mogli, figlie, colleghe, dipendenti, studentesse. semplici conoscenti o persone incontrate su un
mezzo pubblico o per strada, diventano vittime inconsapevoli di persecuzioni e violenze di ogni
genere, perpetrate da uomini che esse annoveravano tra gli affetti più cari di carattere
familiare, amicale o comunque da persone da cui non vi era ragione logica per aspettarsi
aggressioni. Tali fenomeni di violenza, in troppi casi sfociano in omicidi efferati. Spesse volte
le donne si trovano ad affrontare queste difficili condizioni da sole, senza aiuti esterni e
appesantite dalla paura, dalle umiliazioni quotidiane o dai ricatti di ritorsioni nei confronti dei
figli o di altri affetti cari. La violenza contro le donne è un vero e proprio crimine contro
l’umanità, deve quindi essere combattuta da tutti, uomini e donne, senza risparmio, senza
giustificazioni culturali o religiose, senza tentennamenti di ordine operativo e giuridico. Un
uomo che tira un solo schiaffo ad una donna, non ha onore e non merita il rispetto sociale dei
sui simili. Una donna che riceve un solo atto di violenza fisica o psicologica merita la
comprensione, la condivisione e il sostegno morale e materiale delle istituzioni di ogni ordine e
grado e dell’intera comunità che la ospita. Il Consiglio regionale del Molise è particolarmente
attento a questo tema. Ricordo ad esempio che lo scorso anno, a seguito di un ordine del
giorno votato all’unanimità dall’Assemblea, questa Presidenza ha disposto il posizionare, nella
sala immediatamente antistante all’Aula consiliare, di una poltrona rossa, di una rosa bianca e
di un paio di scarpe rosse simbolo del cosiddetto “Posto Occupato” lasciato nella società da
ogni donna uccisa da un uomo. Un modo per ricordare, nel cuore della democrazia
assembleare regionale, ad ogni uomo e donna chiamato a servire l’istituzione consiliare
l’impegno politico che deve essere assunto da tutti e ciascuno a far in mondo, a seconda delle
proprie possibilità e responsabilità, che nella nostra società mai più posti vuoti siano lasciati da
donne vittime di aguzzini uomini. Ogni morte, ogni violenza subita da una donna, è una
violenza perpetrata a tutta la società, oltre ad essere una pesante sconfitta per ogni comunità,
per ogni istituzione e per ogni cittadino libero e giusto che non è riuscita a prevenirla e
fermala”.
Il Presidente Micone ha poi voluto ricordare come “quest’anno, su impulso e condivisione
dell’intero Ufficio di Presidenza, ribadiamo l’impegno del Consiglio regionale e di tutti i molisani
a contrastare e prevenire qualsiasi atto di violenza contro le donne, con un altro atto
simbolico: l’illuminazione di arancione della facciata di palazzo D’Aimmo, dalla sera di sabato
23 fino alla sera del 30 novembre. Come è noto il colore arancione è stato scelto in ambito
internazionale per contraddistinguere questa giornata, simboleggiando un futuro in cui le
donne si saranno liberate dalla violenza degli uomini”.
L’Assemblea ha quindi voluto rispettare un minuto di silenzio in ricordo di tutte quelle donne
morte o perseguitate a causa della violenza perpetrata da un uomo nella nostra società.