Nella giornata di ieri non è solo stata approvata la mozione del centrodestra sull' ospedale di area disagiata. Ma è starl bocciato anche il documento presentato dal Movimento Cinque Stelle come primo firmatario Andrea Greco.
Ecco a cosa la maggioranza di centrodestra ha detto no:Azioni a tutela del presidio ospedaliero di area disagiata San Francesco
Caracciolo di Agnone.
Premesso che:
- l’art. 32 della Costituzione individua la tutela della salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività;
- il diritto alla salute è garantito dallo Stato e rappresenta un obiettivo da perseguire con
costante impegno da parte dei rappresentanti delle istituzioni a tutti i livelli di governo e non
deve incontrare limiti nelle aree interne del Paese.
Rilevato che:
- le zone montane e periferiche della Regione Molise vivono una costante e permanente
condizione di disagio dovuta alla oggettiva carenza di una viabilità funzionale e appropriata
rispetto alle caratteristiche orografiche del territorio;
- in particolare, i territori montani dell’Alto Molise costituiscono senza dubbio territori ultra
periferici della Regione Molise ove, soprattutto durante i mesi invernali, c’è un elevato
rischio di isolamento che rende difficili tanto gli spostamenti ordinari quanto quelli in
emergenza.
Visto:
- Il regime di Commissariamento a cui è sottoposta la Regione Molise in ambito sanitario;
- la lettera n) dell’art. 16 dello Statuto regionale che assegna al Consiglio regionale la facoltà
di “indirizzare voti alle Camere e al Governo.
lettera o) dello stesso articolo per la quale l’organo consiliare può: “determinare, con
apposite risoluzioni, gli orientamenti della Regione sulle questioni reputate di rilevante
interesse per la comunità regionale o riguardanti i rapporti con l'Unione europea, con lo
Stato, con le altre Regioni o con gli Enti locali”;
- il Patto per la Salute e le possibilità in esso contemplata di perfezionare accordi di confine
con altre regioni (nel caso specifico Regione Abruzzo) finalizzati allo svolgimento di
attività di supporto al presidio ospedaliero di area disagiata mediante condivisione di risorse
umane e servizi;
- Il Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 c.d. Decreto Balduzzi recante Regolamento di
definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi
all'assistenza ospedaliera;
- Il punto 9.2.2 del decreto de quo che individua precisamente una peculiare tipologia di
struttura sanitaria denominata: Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate. In
particolare il Decreto offre la possibilità a regioni e province autonome di Trento e Bolzano
di: “prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di
90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso),
superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. I tempi devono essere
definiti sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica
disponibile. Per centri hub and spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla
base di accordi interregionali da sottoscriversi secondo le indicazioni contenute nel nuovo
patto per la salute 2014-2016. Tali situazioni esistono in molte regioni italiane per presidi
situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate,
tipicamente in ambiente montano o pre-montano con collegamenti di rete viaria complessi e
conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare. Nella definizione di tali
aree deve essere tenuto conto della presenza o meno di elisoccorso e di elisuperfici
dedicate.
In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso con la
conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina
interna e di chirurgia generale ridotta.
Visto inoltre:
- il secondo periodo del 4° cpv del punto 9.2.2. che enuncia, in deroga ai normali criteri di
valutazione, un differente principio sganciato dalla mera logica numerica e al volume
delle prestazioni erogate, finalizzato a garantire la tutela del diritto alla salute nelle
aree c.d. disagiate del paese. Il principio de quo stabilisce pertanto in maniera
incontrovertibile la prevalenza del diritto alla salute anche nelle aree interne e
periferiche. In particolare rispetto ai presidi ospedalieri di area disagiata si stabilisce che essi sono strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di
emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle
prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da
una sanità moderna. Tali strutture devono essere integrate nella rete ospedaliera di area
disagiata e devono essere dotate indicativamente di: - un reparto di 20 posti letto di
medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; - una chirurgia elettiva
ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la
possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione dei
posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere
dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, da parte
dell'equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco; - un pronto
soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza, inquadrato
nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia
d'Accettazione e d'Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura
complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l'aggiornamento relativo.
E’ organizzata in particolare la possibilità di eseguire indagini radiologiche con trasmissione
di immagine collegata in rete al centro hub o spoke più vicino, indagini laboratoristiche in
pronto soccorso. E’ predisposto un protocollo che disciplini i trasporti secondari
dall'Ospedale di zona particolarmente disagiata al centro spoke o hub. E’ prevista la
presenza di una emoteca. Il personale deve essere assicurato a rotazione dall'ospedale
hub o spoke più vicino.”;
Rilevato ulteriormente che:
- l’Ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone rappresenta un presidio ospedaliero che
storicamente soddisfa le esigenze sanitarie anche delle popolazioni abruzzesi dell’area c.d.
dell’Alto Vastese. Pertanto, il declassamento della struttura priverebbe due importanti aree
interne di Abruzzo e Molise dei servizi necessari a garantire il diritto alla salute dei cittadini
ivi residenti;
- nonostante la previsione e il preciso inquadramento nel POS 2015/2018 del San Francesco
Caracciolo quale presidio di area particolarmente disagiata, poco o nulla è stato fatto per
mantenere gli standard prestazionali adeguati al tipo di struttura in base ai dettami del
Decreto Balduzzi;
- la cronica carenza di personale, il continuo taglio di servizi e il mancato reperimento di beni
strumentali da parte dell’Azienda sanitaria regionale, hanno portato l’Ospedale S.F.
Caracciolo ad una lenta agonia che si manifesta con la progressiva chiusura di reparti
fondamentali per la tutela della salute dei cittadini di quell’area;
Il prossimo pensionamento di alcuni medici, unito alla mancata programmazione, nei tempi
dovuti dei concorsi finalizzati a rimpiazzare le figure professionali in uscita, rischia
seriamente di portare alla chiusura per consunzione dei reparti, uno su tutti quello di
medicina;
- nel nuovo POS, in fase di stesura, vi è il serio rischio che il presidio di area disagiata San
Francesco Caracciolo possa essere ridimensionato a ospedale di comunità, con la
possibile perdita di alcuni servizi essenziali così come precisamente individuati nel D.M. 70
punto 9.2.2.
Ritenuto infine che:
- bisogna tutelare la natura pubblica del nosocomio oltre che i servizi vitali per la
permanenza in vita dello stesso, così come rigorosamente individuati dal D.M. 70 per i
presidi di area particolarmente disagiata.
Per tutto quanto sopra espresso, dichiarato e richiamato, il Consiglio regionale, con il presente atto
ESPRIME
il proprio indirizzo affinché nel nuovo POS 2019-2021 in corso redazione, l’Ospedale San
Francesco Caracciolo di Agnone venga qualificato come “presidio di area particolarmente
disagiata” ai sensi del punto 9.2.2 del D. M. 2 aprile 2015 n. 70
IMPEGNA
il Presidente della Regione Molise Donato Toma:
- a trasmettere alle Camere e ai Ministeri competenti di Salute e Economia e Finanze, la
suesposta posizione del Consiglio regionale
- a chiedere formalmente ai Ministeri competenti che nel medesimo nosocomio siano
assicurati i servizi di cui al D.M. 70 punto 9.2.2 così come individuati in premessa;
- a trasmettere alla struttura commissariale la presente deliberazione;
[a trasmettere al Presidente della Regione Abruzzo la presente deliberazione al fine di
individuare in maniera congiunta i termini di un accordo di confine che tenga conto delle
esigenze dei territori interessati;
- a chiedere in Conferenza delle regioni una specifica tutela per i presidi di area
particolarmente disagiata così come individuati nel D.M. 70;
- a trasmettere ad ASREM la presente deliberazione ed intimare all’azienda sanitaria di porre
in essere tutte le azioni finalizzate al reperimento delle risorse umane e strumentali
necessarie alla piena funzionalità del presidio;
- a riferire al Consiglio regionale, prima dell’adozione del nuovo POS, circa gli esiti delle
iniziative intraprese.