Giornata della memoria, ecco il discorso del presidente del consiglio comunale di Campobasso

27/01/2020
Attualità
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discorso di introduttivo del Presidente del Consiglio Comunale di Campobasso in occasione del conferimento delle Cittadinanze Onorarie e Benemerite per la Giornata della Memoria 2020
“È con sincero ed autentico orgoglio che oggi presiedo la cerimonia per il conferimento delle pergamene attestanti il riconoscimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre e al Dr H.C. Piero Terracina e della cittadinanza benemerita ai Signori Michele Montagano e Giovanni Tucci. Il riconoscimento è stato deliberato lo scorso 5 dicembre 2019 con deliberazione del Consiglio Comunale assunta con il consenso unanime dei presenti.
In considerazione delle motivazioni che sono alla base del conferimento della cittadinanza non è un caso che l’Amministrazione Comunale abbia scelto di farlo oggi, in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria, importante data storica in cui si concretizza la liberazione di migliaia di prigionieri malati e sfiniti nel campo di concentramento e di lavoro di Auschwitz ad opera delle truppe dell’Armata Rossa.
 
Ho inviato ai concittadini destinatari del provvedimento una nota con cui li ho informati della decisione consiliare di conferire loro la cittadinanza onoraria e benemerita, invitandoli, nel contempo, a partecipare alla cerimonia odierna per la consegna della pergamena a testimonianza dell’evento.
 
Ho ricevuto dalla Senatrice Liliana Segre, per il tramite del legista al Senato Dr. Fabio Vander, la comunicazione circa l’impossibilità ad intervenire alla cerimonia per ragioni di età e di salute, accompagnata da un messaggio scritto di saluto e ringraziamento di cui darò lettura a conclusione di questa breve introduzione.
 
Analoga comunicazione è stata inviata dagli eredi di Piero Terracina, impossibilitati anch’essi ad intervenire a causa di accordi precedentemente assunti. 
Le tempistiche di viaggio tra andata e ritorno, unite alla durata della cerimonia, anche se di breve durata, non hanno infatti consentito di contemperare l’appuntamento odierno con gli altri impegni. L’entusiasmo e la gioia manifestatami dal Sig. Ettore Terracina, nipote del compianto Piero, si è tradotto in un messaggio del quale, pure, darò lettura. 
 
Ho sentito nella voce della sig.ra Irma Tucci, da me contattata telefonicamente, la gioia per l’invito ricevuto dal papà, Sig. Giovanni Tucci, ad essere presente qui, oggi, per la consegna della pergamena a suggello del conferimento della cittadinanza benemerita.
Il dott. Michele Montagano, con il quale non sono riuscito a parlare, ma che si è premurato di avvisare personalmente la struttura, ha comunicato di non poter partecipare a causa della sua presenza a Roma per un importante evento legato alla ricorrenza della Giornata della Memoria. Ha tenuto a precisare di voler ritirare personalmente la pergamena e noi rispetteremo il suo desiderio.
 
Tutti i nostri “concittadini”, onorari e benemeriti, sono accomunati dalla tragica esperienza della deportazione subita ad opera della follia nazista.
 
Liliana Segre, arrestata all’età di soli 13 anni, dopo aver trascorso sei giorni in carcere a Varese e quaranta a San Vittore a Milano, è stata deportata il 30 gennaio 1944 (dal binario 21 della stazione di Milano Centrale) al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse dopo sette giorni di viaggio. Qui perse il padre ed i nonni paterni e fu destinata ai lavori forzati per un anno. Fu liberata il 1° maggio 1945 dal campo di Malchow ed è una tra i 25 sopravvissuti dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz.
Per molto tempo ha deciso di tenere per sé i ricordi tragici della sua esperienza nei campi di sterminio, trovando intorno a sé soltanto gente che, lungi dal volerla ascoltare, desiderava dimenticare gli eventi dolorosi appena trascorsi.  Dopo 45 anni di silenzio ha trovato il coraggio di testimoniare la sua storia. Il 19 gennaio 2018, anno in cui ricadeva l'80º anniversario delle leggi razziali fasciste, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in base all'art. 59 della Costituzione, l’ha nominata senatrice a vita "per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”.
 
Deportato il 17 maggio del 1944, Piero Terracina è stato l’unico degli otto componenti della sua famiglia a fare ritorno in Italia. Anche lui, come la Segre e tanti altri deportati che non riuscivano a farlo, non ha parlato per anni delle sofferenze passate nel campo di Auschwitz. Poi, una volta trovato il coraggio di “ripercorrere” la strada verso l’inferno, non ha più smesso: ha raccontato alle migliaia di giovani che ha incontrato, rendendoli “testimoni”, l’esperienza vissuta da quanti, come lui, sono stati vittime dell’odio e della intolleranza. La sua maggiore preoccupazione, negli ultimi tempi, era il possibile ritorno di questo clima, di ciò che lui ha cercato di scongiurare con oltre trent’anni di racconti, con lo scopo di lasciare nella memoria dei giovani il ricordo delle atrocità subite affinché queste non potessero più ripetersi. Il 27 gennaio di settantacinque anni fa è stato liberato, allo stremo delle forze, quando pesava oramai solo 38 chili. Anche per lui il ritorno alla vita normale è stato tutt’altro che facile.
Il 23 marzo 2015, la nostra città aveva avuto l’onore di ospitarlo per il conferimento, da parte dell’Università del Molise, della Laurea Magistrale ad Honorem in Scienze della Formazione primaria.
 
Il Dott. Michele Montagano, classe 1921 e nativo di Casacalenda, ha vissuto l’esperienza dell’internamento militare nei campi nazisti e nello straflager KZ di Unterlüss.
Il 24 febbraio 1945, nel Lager di Wietzendorf, 214 Ufficiali del Regio Esercito ivi internati si rifiutarono di lavorare e di collaborare con i tedeschi che, come da prassi, scelsero casualmente ventuno prigionieri da fucilare. Michele Montagano e gli altri 43 ufficiali, definiti gli eroi di Unterlüss, si immolarono al posto dei commilitoni stupendo i tedeschi che, per il loro gesto eroico, gli risparmiarono la vita deportandoli nel campo di rieducazione al lavoro di Unterlüss, dove rimasero, svolgendo lavori forzati e subendo torture e sofferenze di ogni genere, fino alla liberazione avvenuta il 9 aprile 1945.
Il Dott. Montagano è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
 
Il Sig. Giuseppe Tucci è stato deportato in Polonia l’8 settembre 1943, compiendo 20 anni proprio nel primo giorno di prigionia. È stato avviato, come tutti i giovani prigionieri, al lavoro in miniera, con diritto ad un pasto al giorno, se così si può chiamare una “brodaglia con qualche foglia di cavolo ed un’ombra di patata” come egli stesso l’ha definita nei suoi racconti. Il suo incubo si è “interrotto” il 27 gennaio 1945 quando vedendo i cancelli di Auschwitz aperti ha realizzato che sarebbe tornato a casa. Incubo interrotto, non finito, perché esperienze simili non si cancellano mai del tutto dalla mente, tanto che, ben sessant’anni dopo, il Sig. Tucci ha provato di nuovo una sensazione di paura quando ha deciso di tornare in Polonia, in quello stesso campo di concentramento che gli ha rubato 2 anni della sua vita e segnato indelebilmente i suoi ricordi.”
 
Antonio Guglielmi
Presidente Consiglio Comunale di Campobasso
 
 
 
 
 
 
 
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