Le antiche fonderie del rame appartenevano ai“F.lli Cerimele” famiglia di ramai-imprenditori che le hanno tenute in attività fino al 1970. La loro costruzione però è antichissima, come i congegni ancora presenti e ben conservati al loro interno. è appartenuta al Convento di San Francesco e si trovava sui terreni del Principe di Santo Buono, come si rileva da una mappa del 1754 redatta dall’agrimensore Michele della Croce che fa rilevare, inoltre, l’esistenza di diverse attività legate alla forza ricavata dalle acque del torrente Verrino.
Luogo incantevole, patrimonio ambientale e naturale, oggi è oggetto di visite guidate turistiche. Ma dalle foto si vede lo stato di degrado in cui versa l'area adiacente.Uno dei ponticelli in legno sovrastante gli antichi canali, nei pressi della ramera, che convogliavano le acque del torrente Verrino verso grandi bacini(maretti) vera antica opera d'arte artigiana, si è letteralmente spaccato in due e la natura sta invadendo il percorso che dal fiume Verrino porta alla Ramera.
La zona circostante è ricoperta di sterpaglie e immersa nell'incuria assoluta. L'antica ramera fu acquisita dal comune di Agnone durante la giunta dell'allora sindaco Paolantonio. Successivamente tramite bando pubblico, i locali e gli edifici adiacenti, furono affidata a privati, ma l'area oggetto, qualche anno fa, di grandi progetti per un vero sviluppo turistico, rimane in uno stato di semi abbandono, dove ne' i privati, ne' la regione e ne' il comune di Agnone hanno sviluppato o previsto investimenti per una giusta valorizzazione di un autentico patrimonio di archeologia industriale, immerso in una natura di rara bellezza.