«La politica è un’alta forma di carità perché a servizio del bene comune» Questa citazione di Papa Francesco entra direttamente nel cuore. Fare politica, dedicare il proprio tempo alla politica in nome di interessi collettivi, è una arte per pochi. La bella politica esige l'abbandono di interessi personali, obbliga all'abito umile, spinge all' adoperarsi per il raggiungimento dei diritti e soprattutto impone il rispetto delle opinioni altrui.
Che in Italia si fa poca buona politica oramai lo sanno anche i bambini, si assiste anche nelle sedi istituzionali di massima rappresentanza a scene da osteria, con l'esibizione di cappi, mortadella, linguaggio triviale, che incitano all'odio. Agnone purtroppo non è da meno, si travalica oltre il dibattito squisitamente politico e si giunge ad accuse che di politico non hanno nulla ma tendono a demolire l'avversario. Ultimo in ordine di tempo, un comunicato stampa del sindaco agnonese in risposta alle accuse politiche che due consigliere passate dalla maggioranza al gruppo misto, Linda Marcovecchio e Annalisa Melloni, hanno rivolto al primo cittadino agnonese in relazione alla sua assenza nella gestione dell'emergenza legata al coronavirus. Le accuse delle consigliere erano nel merito di fatti avvenuti, in effetti il Sindaco è in autoquarantena, situazione che gli impedisce di svolgere appieno il suo ruolo come richiede questo tragico e inaspettato evento che coinvolge l'intero pianeta.
Possono due consigliere, ex maggioranza, muovere critiche politiche a un sindaco sulla sua scarsa vicinanza alla popolazione in un momento di grande difficoltà? E' un loro diritto? Forse no, vista la veemente risposta, che di politico non ha nulla, ma è solo la dimostrazione di quanto il livello del dibattito sia sceso in basso e della portata dell'imbarbarimento di una classe politica ben lontana dagli ideali politici di una volta. Al sindaco le stesse accuse delle consigliere le ha rivolte il gruppo politico di minoranza Nuovo Sogno Agnonese, chiedendo lumi circa una serie di provvedimenti che a loro dire andavano presi.La risposta del primo cittadino non può essere di accusa di sciacallaggio, la sua parziale assenza, lavora in smartworking, è un dato di fatto incontrovertibile, le sue funzioni sono ben altre, per esempio far sentire la sua vicinanza, sostenere e rassicurare la popolazione messa a dura prova dalle restrizioni governative atte a impedire il contagio