Agnone, Marcovecchio, Melloni, Cellilli, ribadiscono:,De Vita non fa politiche di burattini e burattinaie, la nostra scelta dovuta solo alla inconsistenza dell'ex sindaco

26/03/2020
Attualità
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È stata voce alquanto unanime e ribadita, in questi giorni, che la caduta dell’amministrazione Marcovecchio, per mano delle consigliere dimissionarie Cellilli-Marcovecchio-Melloni, veda come artefice un fantomatico “burattinaio” a cui attribuire la volontà e la regia di quanto successo. È bene, giusto e doveroso sconfessare questo pensiero che altera profondamente il quadro delle ragioni che hanno sostenuto l’azione delle consigliere, sia per rispetto nei riguardi della figura additata, sia per sgombrare il campo da idee sbagliate e fasulle che potrebbero inficiare negativamente quello che dovrà essere un naturale processo di ricostruzione della nuova politica agnonese.

È storia ormai scritta quella che narra lo sgretolamento della maggioranza Marcovecchio il cui epilogo, dai più, era atteso già con il voto della mozione di sfiducia del consiglio comunale dello scorso 7 gennaio. Un epilogo che allora non si è concretizzato perché le consigliere Marcovecchio e Melloni non intesero sovvertire quella che, seppur debole, sarebbe rimasta una maggioranza capace numericamente di proseguire la propria azione programmatica e amministrativa. Né le suddette consigliere hanno tramato e agito per “strappare”, con sporchi giochi, quell’unico voto che certamente avrebbe garantito la stabilità per amministrare tant’è che, in quel consiglio, decisero di astenersi convinte che il Sindaco fosse ancora meritevole di una chance, nonostante le rotture ormai prodottesi. E fu così che quel “romanticismo politico”, che una visione più matura giudica come un incompreso atto di incoerenza, ha consentito alla maggioranza Marcovecchio di avere ancora sufficiente ossigeno per continuare ad amministrare.  

I due mesi e più trascorsi sono stati di osservazione sull’operato amministrativo che, in standby per l’assegnazione delle deleghe e per la risoluzione della fondamentale questione delle quote rosa, si è scontrato con l’emergenza sanitaria del momento palesando un atteggiamento apparso inadeguato e poco responsabile dinanzi alle restrizioni governative che già interessavano l’intera collettività.

La critica politica mossa al Sindaco dalle consigliere Marcovecchio-Melloni a mezzo stampa rappresentava una legittima espressione di pensiero da parte di chi opera in opposizione, libero di formulare richieste e perplessità sul modus operandi di un Sindaco, tendenzialmente e notoriamente poco garante della sua presenza fisica in paese, che priva il cittadino della Sua necessaria vicinanza in loco. Per questo le due consigliere ravvedevano motivo di invito ad un atto volontario di dimissioni, all’indomani del superamento di questa emergenza sanitaria.

Ma l’immediata risposta del Sindaco ha inteso valicare i termini di un corretto seppur pungente dialogo politico, al punto che le consigliere Marcovecchio e Melloni sono state oggetto, sempre a via stampa, di accuse e gravi illazioni, per le quali le interessate stanno valutando la più opportuna forma di difesa da perseguire, che ne investono la sfera della dignità personale, dando adito al sospetto di illeciti compiuti nel corso dell’operato amministrativo delle stesse volto a soddisfare interessi propri, descritte finanche come persone incapaci in funzione delle deleghe assegnate e bramose di cariche (vedasi vicepresidenza Provincia di Isernia) che null’altro avrebbero prodotto se non un beneficio per il territorio agnonese e altomolisano

Può darsi che in questi anni Marcovecchio e Melloni, sempre presenti nella casa comunale e nelle situazioni di assenza del Sindaco, sempre pronte a perseguire il bene della collettività e a rappresentarla con profondo sentimento di servizio istituzionale, non abbiano saputo sortire esiti amministrativi spettacolari ma, certamente, le due consigliere non possono riconoscersi in quella vile e violenta descrizione che, proprio perché espressa dal Sindaco, in un momento storico di particolare vulnerabilità per la collettività, assume un peso morale di tale gravità e censura a fronte del quale non si poteva più tollerare di soprassedere.

Proprio perché si era, si è e si sarà ancora in emergenza, il Sindaco avrebbe potuto placare i toni e preferire un confronto con tutta la minoranza, ciò che in fondo implicitamente si chiedeva, assumendo uno stile politico signorile, di solo aiuto per la collettività che vive in questi giorni, in maniera ancora più forte, anche le preoccupazioni per le sorti dell’ospedale San Francesco Caracciolo che, nonostante lo status che lo qualifica, continua ad apparire sempre più trascurato dalla politica regionale.

Le consigliere Marcovecchio e Melloni, già sostenute dal convincimento di un voto negativo al bilancio, affiancate dalla consigliera Cellilli che solo di recente aveva maturato, autonomamente e senza nessuna pressione esterna, la convinzione di passare al gruppo misto per ragioni personali, che si sono rafforzate per il dissenso riguardo allo stile offensivo mostrato dal Sindaco nei confronti delle due consigliere Marcovecchio e Melloni, all’indomani di quanto accaduto, hanno concretizzato l’intesa con le altre forze di minoranza, “Nuovo Sogno Agnonese” e “Agnone Identità e Futuro”, concordando l’immediata scelta delle dimissioni, anticipando di qualche settimana la caduta dell’amministrazione Marcovecchio che sarebbe avvenuta in sede di mancata approvazione del bilancio previsionale per il triennio ’20-’23.

Ci si chiede, quindi, quale sia stato in tutta questa vicenda il ruolo del fantomatico “burattinaio”, alias dott. Gelsomino De Vita, già Sindaco della Città di Agnone, nel 2004-2009; 2009-2011. Certamente non quello di “telecomandare” le consigliere Cellilli-Marcovecchio-Melloni inducendole verso il passo delle dimissioni. Il dott. Gelsomino De Vita ha creduto nella figura del Sindaco Marcovecchio che ha sostenuto per la sua elezione presso la casa comunale, suscitando anche malumori nell’area del centro destra locale, e che avrebbe ancora sostenuto in ogni modo anche per una futura escalation politica. Il Dott. Gelsomino De Vita avrebbe avuto ovvie ragioni politiche e personali per chiedere la testa del Sindaco Marcovecchio in questi circa quattro anni trascorsi, ma si è dimostrato capace di ingoiare anche bocconi amari (scelte amministrative non condivise, tradimenti anche poco velati in occasione delle votazioni regionali e provinciali) senza dar spazio a rancori e rivalse continuando ad essere disponibile sempre in varie questioni che hanno riguardato la collettività agnonese, sia per quanto riguarda la sanità che l’ambito sportivo calcistico locale.

Dinanzi alle rotture politiche degli ultimi tempi ha fermamente aborrito l’idea delle dimissioni consigliando, ma non obbligando, all’assunzione di una decisione convinta di arresto dell’iter amministrativo in occasione del voto di bilancio dove ogni forza politica avrebbe potuto esprimere il proprio pensiero. Ma, come si sa, in politica piace fare congetture e in questo momento poteva apparire ovvio che il dott. Gelsomino De Vita potesse aver determinato la caduta dell’amministrazione Marcovecchio, casomai con la compartecipazione del consigliere regionale Michele Iorio, come fantasticato anche da qualche amministratore locale che per anni è stato al fianco del dott. Gelsomino De Vita e avrebbe, pertanto, dovuto conoscerne lo spessore morale di rispetto per le persone, che mai lo avrebbero indotto a compiere trame politiche di cui, probabilmente, lui stesso è stato vittima. Le cose, quindi, non stanno affatto nel modo espresso di tradimento da parte di “una mano un tempo amica” poiché vale esattamente il contrario.

La fine di questa amministrazione è nata dalla volontà delle consigliere Cellilli-Marcovecchio-Melloni, d’intesa con gli altri quattro dimissionari, di compiere l’eutanasia di una compagine amministrativa dal destino già segnato.

Il periodo che intercorre di qui alle prossime elezioni amministrative, che molto probabilmente interesseranno anche il nostro comune nel prossimo autunno, non metterà a rischio il ruolo di Agnone nelle varie gestioni di area, vedasi la Strategia Nazionale delle Aree Interne. I processi avviati andranno avanti per mano del commissario prefettizio a guida degli uffici comunali e con cui si rapporteranno i diversi nuclei operativi già strutturati per i vari obiettivi di processo avviati.

Ci si augura che il futuro politico agnonese dia vita a nuove convergenze che sappiano dare priorità alla costituzione di liste elettorali capaci di insediare presso la casa comunale di Via Verdi soggetti che abbiano competenza, tempo, capacità di fare squadra attorno ad un unico obiettivo programmatico che sia quello di sostenere questo paese nella sua crescita dando un ruolo secondario alle proprie idee politico partitiche che, seppur importanti, non dovrebbero continuare ad essere un motivo di allontanamento tra persone che potrebbero far bene per la Città di Agnone.

Annalisa Cellilli

Linda Rosa Marcovecchio

Annalisa Melloni

 

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