COVID19-Casa di Riposo "Tavola Osca"- Trasferimento anziani a Venafro -dubbi e perplessità-

Dubbi e perplessità- I cittadini vogliono chiarezza di Albino Iacovone

ALBINO IACOVONE
30/04/2020
Attualità
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In questi ultimi giorni ho letto, sulla stampa locale sia cartacea che telematica, comunicati e interviste al Direttore Generale Asrem Avv. Oreste Florenzano e comunicati del Commissario Prefettizio del Comune di Agnone dott.ssa Giuseppina Ferri circa i provvedimenti adottati per la grave situazione che si è venuta a creare, a causa del COVID19, nella Casa di Riposo per Anziani “Tavola Osca” di Agnone.

 

Con molta sincerità i miei dubbi e le mie perplessità ( da quello che leggo e sento investono, anche, una larga e significativa fetta dell’ opinione pubblica nonché di  vari soggetti politici ( sia a livello regionale – il capogruppo 5 stelle Andrea Greco – molto sensibile a questo tema aveva invocato la requisizione di strutture alberghiere o altri immobili idonei in Agnone- che nazionale visto che sulla questione sono state presentate interrogazioni parlamentari ed informative al Ministro della Sanità dal sen. Fabrizio ORTIS -5stelle-), restano e mi fanno ancora pensare che qualcosa non ha funzionato nel verso giusto.

 

Del resto, tutto ciò, non è sfuggito neanche alla Procura della Repubblica di Isernia che, anche se per atto dovuto e per una serie di ipotesi di reato, ha aperto un fascicolo contro ignoti affidando le indagini del caso, come per prassi, alla Polizia giudiziaria.

 

            Una breve cronistoria degli avvenimenti, così come riportata dai media, può essere utile, all’ opinione pubblica, per meglio comprendere come ci si è mossi in questa drammatica situazione che investe molte famiglie dell’Altissimo Molise (Belmonte del Sannio, Poggio Sannita, Agnone):

 

1)- L’ Eco Alto Molise online dell’8/04/2020 e il giornale telematico “Alto Molise.net,”dell’ 8/04/2020 hanno pubblicato  una lettera aperta della Residenza per Anziani “Tavola Osca” di Agnone,  della quale riporto quello che, nel contesto di queste mie riflessioni, ritengo più significative:

 

 

“” I pazienti erano stati isolati, anche rispetto ai loro familiari, fin dagli inizi di marzo proprio per poterli proteggere da un eventuale rischio contagio da coronavirus. L’accesso era consentito unicamente ai medici ed al personale. Nonostante, il complesso di cautele adottato il coronavirus ha fatto il suo ingresso nella struttura ed allertati da taluni sintomi, è stata richiesta l’esecuzione di tamponi su tutti gli ospiti (operazione che è stata effettuata dall’ASREM in due differenti momenti). Nel mese di marzo vi sono stati plurimi contatti tra alcuni ospiti della struttura e gli Ospedali di Agnone e di Isernia. I dipendenti impiegati presso la Tavola OSCA sono risultati TUTTI positivi (e non alcuni come scritto da organi di stampa) ad eccezione di una neoassunta che, ovviamente, da sola non avrebbe mai potuto garantire la prosecuzione di una gestione che ormai non era più ordinaria e che, in ogni caso, aveva un obbligo di quarantena””.

“”In sostanza ci si trovata nella condizione di non poter proseguire l’attività””.

Si è cercato nuovo personale ma vanamente... Considerata la gravità assoluta della situazione, che costituisce un’emergenza sanitaria pubblica, si è richiesto l’intervento immediato dell’ASREM affinché attivasse tutte le attività necessarie per garantire il diritto alla salute ed il diritto alla cura degli ospiti, anche essi purtroppo tutti positivi, ed è stata data la disponibilità all’ASREM a fare uso della struttura per la gestione dell’emergenza “”.

“”Con ordinanza del 4 aprile il Commissario straordinario del Comune di Agnone, ordinava alla Casa di riposo di rinvenire del personale, non positivo al coronavirus, sufficiente a garantire la prosecuzione del servizio (le ricerche sono state vane e TUTTE le autorità sono state informate tempestivamente)””.

“”Il supporto sanitario professionale si riteneva assolutamente necessario poiché, ormai, la casa di riposo si era trasformata in un reparto di infettivologia e l’ASREM, di fatto, richiedeva ad una casa di riposo rimasta senza dipendenti che potessero lavorare (poiché praticamente tutti positivi o con obbligo di quarantena) di farsi carico della gestione di un reparto di infettivologia senza OSS, senza medici e senza infermieri! Vi è stata una grave carenza di comunicazione con l’ASREM, dalle notizie incerte circa la positività o meno di due ospiti alla diffida ricevuta dall’ASREM (una tra le tante) a non rilasciare istruzioni alle due risorse ASREM che sono state presenti per un periodo limitato (il turno pomeridiano del 5 ed il giorno 6) ed al rifiuto delle medesime risorse ASREM a rilasciare informazioni necessarie per il coordinamento e la gestione. Si era ormai giunti al quinto giorno di emergenza (6 aprile), accedevano alla struttura due OSS ASREM senza medici ed infermieri nonostante le plurime richieste inviate nei giorni precedenti e le promesse. Continuavano ad essere presenti due risorse della Tavola Osca (entrambe positive). Alle nostre richieste l’ASREM rispondeva con diffide cartacee e promesse verbali! Ci sono stati momenti di tensione assolutamente necessari per far muovere le acque, anche le dipendenti minacciavano di lasciare il lavoro e, finalmente, l’ASREM adottava le sue decisioni e si faceva carico di perseguire la finalità istituzionale per la quale è stata istituita ossia la tutela della salute.

“”Comprendiamo benissimo le difficoltà che l’ASREM ha avuto tanto che non è riuscita, nemmeno al quinto giorno, ad inviare un numero di OSS sufficiente a garantire la gestione della struttura (così come non è riuscita a reperirli la Tavola Osca che per questo motivo si è vista destinataria di un’ordinanza del Comune di Agnone)””.

 

 

2)-L’ Eco online del 19 aprile 2020,   pubblica e commenta la nota datata 10/04/2020 del Direttore Generale Asrem Avv. Oreste Florenzano, inviata ai familiari dei pazienti ricoverati, e per conoscenza al Commissario Prefettizio di Agnone, al Direttore Distretto sanitario di Isernia e alla Residenza per Anziani Tavola Osca, e così scrive:

 

 ”” Nonni trasferiti dalla residenza assistenziale Tavola Osca al presidio ospedaliero di Venafro, con una lettera inviata ai familiari l’Asrem chiede la liberatoria per il “mantenimento dei pazienti presso la Rsa di Venafro”. Il documento arriva dopo quattro giorni dal “blitz” notturno (6 aprile) che ha portato 13 anziani colpiti da coronavirus, di cui uno poi morto, ad essere trasferiti senza alcun preavviso ai familiari. La lettera firmata e protocollata il 10 di aprile dall’avvocato Oreste Florenzano, direttore generale di Asrem, inoltre precisa ai familiari che in mancanza della liberatoria, l’Azienda sanitaria regionale “non è autorizzata a trattenere presso la Rsa di Venafro i vostri coniugi”. Un tentativo di mettere una pezza a colori al probabile errore compiuto la notte del 6 aprile con il trasferimento “coatto” effettuato dalla struttura agnonese al presidio ospedaliero venafrano. Di seguito riportiamo alcuni estratti dell’esclusivo documento. Nella lettera dell’Asrem, inoltre, viene ripercorsa l’intera vicenda. Chiamata in causa anche il commissario prefettizio, Giuseppina Ferri che ha svolto un ruolo determinante nel trasferimento dei nonni “.

 

La nota del 10/04/2020 a firma del Direttore Generale Asrem Avv. Oreste Florenzano ,contiene quanto appresso :

 

””…...come noto, nel corso della serata del 6 aprile2020, in ragione della condizione di pericolo per la salute degli anziani ricoverati presso la struttura per anziani ”Tavola Osca”, l’ Asrem si è fatto carico del ricovero di detti pazienti presso la RSA di Venafro. Giova ricordare al riguardo che la Soc. Eco Adriatica srl, contrattualmente obbligata all’ assistenza socio-sanitaria nei confronti dell’ anziano ospite, non è riuscita a garantire le prestazioni……..giungendo persino a dichiarare la propria disponibilità alla riconsegna immediata delle chiavi ad Asrem della struttura…….Interpretando tale situazione come di assoluta gravità, è stato richiesto da parte del Commissario Prefettizio del Comune di Agnone il trasferimento dei pazienti presso una struttura sanitaria pubblica. Dunque l’Asrem, d’intesa con Regione Molise e Protezione Civile, si è attivata per il trasferimento dei pazienti presso la RSA di Venafro ……”” .

 

Il Direttore Generale Florenzano, dopo aver spiegato le ragioni della richiesta della dichiarazione liberatoria ai familiari dei pazienti e indicato di quale documentazione corredarla, conclude la lettera, scrivendo:

 

”” Si rappresenta infine che in assenza di detti documenti l’Asrem, che ha disposto i ricoveri su richiesta del Commissario Prefettizio ed in ragione dell’estrema urgenza da quest’ ultimo ravvisata, non è autorizzata a trattenere presso la RSA di Venafro i Vostri congiunti””.

 

 

3)- Il quotidiano “PRIMOPIANOMOLISE” del 21/04/2020, in merito alle polemiche sollevate dopo      l’invio della sua nota del 10/04/2019 ai pazienti per la liberatoria, ha pubblicato una intervista al Direttore Generale ASREM Florenzano, della quale riporto quello che, nel contesto di queste mie riflessioni, ritengo più significative : “”

 

”” Nessuna comunicazione tardiva o posticcia, nessun intento di mettere pezze, né a colori né in bianco e nero, semplice prassi e i soliti tempi tecnici, tra l’altro in una situazione di emergenza sanitaria e di estrema urgenza che l’Asrem ha risolto in maniera efficace””.

“”Non abbiamo chiesto, – spiega dettagliatamente il dg Florenzano – una liberatoria al trasferimento dei pazienti, attenzione, ma la liberatoria alla permanenza degli stessi nella struttura attrezzata di Venafro. E’ sostanzialmente diverso””.

“”Come è spiegato anche in quella lettera che voi avete pubblicato, l’Asrem non aveva, materialmente, i nominativi delle persone ospitate presso quella struttura. Mi permetto di sottolineare che solitamente le case di riposo hanno e devono avere una lista completa degli ospiti e dei rispettivi contatti con la famiglia di origine, per ogni eventuale comunicazione. In questo caso pare che l’elenco dei contatti non ci fosse, non fosse disponibile nell’immediato o comunque non ci è stato fornito dalla direzione della struttura. Sottolineo, inoltre, che quella di Agnone è una casa di assistenza privata, che esula completamente dal controllo o da qualsiasi supervisione da parte dell’Asrem. Noi, come azienda regionale, siamo intervenuti solo in seguito ad una conclamata situazione di urgenza ed emergenza, visto che nella mattinata del 6 aprile agli ospiti non è stata assicurata la prima colazione e che per il pranzo si è dovuto addirittura far ricorso alla Protezione civile e alle cucine dell’ospedale. Neanche il Comune pare avesse l’elenco degli anziani della casa di riposo, né dunque dei contatti dei famigliari. Siamo riusciti ad avere quei dati soltanto grazie alla disponibilità della locale compagnia dei Carabinieri e appena avuto contezza degli stessi ci siamo premurati di informare le famiglie””.

“”Conosco, perché le ho seguite sulla stampa, le polemiche che ha provocato quella operazione. – aggiunge Florenzano, a tratti stizzito – Mi sarei aspettato invece una sorta di riconoscimento di aver fatto una cosa buona e necessaria, organizzata in poche ore, per far fronte ad una situazione emergenziale e urgente che si è venuta a creare in una struttura privata, completamente svincolata dalla Asrem. Ovviamente chi fa qualcosa è soggetto anche a critiche, questo lo sappiamo, ma, torno a ripetere, nel caso di Agnone abbiamo dato una risposta immediata ed efficace, a differenza di quanto fatto in altre regioni dove le cose purtroppo sono andate diversamente””.

“” Infine, mi permetto di aggiungere, gli ospiti della casa di riposo di Agnone erano sì positivi, ma asintomatici, quindi in base ai protocolli avrebbero dovuto essere trasferiti nelle proprie abitazioni o in quelle dei famigliari. Abbiamo invece ritenuto opportuno trasferirli in sicurezza in una struttura più confortevole e attrezzata come appunto quella di Venafro, che tra l’altro è stata riconvertita e attrezzata all’uopo in pochissimo tempo””.

“In chiusura di intervista Florenzano non si sottrae nemmeno alla domanda più “politica”, cioè se l’assenza di una amministrazione comunale politica appunto, quindi di un sindaco in carica, abbia potuto influire negativamente sulla gestione del cluster della casa di riposo e della conseguente emergenza”:

 

”” Non sono solito esprimere giudizi sull’operato di altre persone o di istituzioni. Ciascuno conosce bene le proprie competenze e i propri livelli di intervento e anche i propri poteri di controllo sull’operato altrui. L’ Asrem , in quella vicenda, è stata chiamata a gestire una situazione di stringente emergenza e lo ha fatto nel migliore dei modi possibili, in poco tempo, grazie anche alla disponibilità della Protezione civile nazionale che ha risposto immediatamente alle nostre sollecitazioni. Me lo consenta, ci saremmo aspettati un grazie… invece ci stanno coprendo di polemiche e accuse””.

 

 

 

4)-L’ Eco online del 23 aprile 2020, cosi’ scrive

 

””   Una sorta di scaricabarile o, visto il periodo, un lavarsene le mani. Una sorta di duello a distanza quello inscenato tra il commissario Giuseppina Ferri e il dg di Asrem Oreste Florenzano. Torna a far discutere la richiesta di liberatoria inviata dall’ Asrem, nei giorni scorsi, ai famigliari degli anziani trasferiti d’urgenza e in massa dalla casa di riposo di Agnone verso una struttura attrezzata di Venafro. Il commissario straordinario di Agnone, Ferri, venuta a conoscenza della richiesta di liberatoria, ha inviato una nota (ndr. del 16/04/2020) contenente delle «precisazioni» alle famiglie degli anziani interessati. “” 

 

 

La nota del 16/04/2020 a firma del Commissario Prefettizio dott.ssa Giuseppina Ferri  e vistata dal Segretario Generale del Comune di Agnone dott.ssa Maria Teresa Miraldi, inviata alle Famiglie dei pazienti della “Tavola Osca”, e, p.c. al Direttore Generale Asrem, Al Direttore del Dipartimento unico di Prevenzione Asrem, al Presidente della Giunta Regionale del Molise, al Commissario straordinario della Sanità Molisana, al Prefetto di Isernia e al Procuratore della Repubblica di Isernia, riportata dall’ Eco, contiene quanto appresso :

 

4.1-“” Il commissario prefettizio, ad oggi Commissario straordinario, ha emanato una sola ordinanza. Tale provvedimento era rivolto non all’ Asrem, bensì al legale rappresentante della casa di riposo “Tavola Osca” affinché si attivasse immediatamente presso il personale dipendente, operatori sanitari ed altro, perché riprendessero immediatamente la loro attività presso la casa di riposo, in modo da assicurare ai soggetti ricoverati la dovuta e necessaria assistenza sanitaria e materiale (vitto, pulizie e quant’altro).

4.2-“”Successivamente – con nota prot.n.3884 del 6 aprile 2020 – in relazione all’emergenza Covid19 venutasi a creare nel territorio del Comune di Agnone, considerate le oggettive difficoltà di gestione, da parte della società Eco Adriatica srl, della struttura per anziani, denominata “Tavola Osca”, difficoltà ben esposte e documentate, più volte ripetute e a voi note, e dato che la quasi totalità del personale impiegato, anch’esso positivo al Covid19, risultava impossibilitato a svolgere il proprio lavoro, si è meramente richiesto alla Regione Molise, per il tramite dell’Azienda Sanitaria Regionale, di intraprendere, con la massima urgenza, opportune azioni, idonee a garantire gli adeguati livelli di assistenza socio-sanitaria, dei 13 ospiti “”.

4.3- “”Tanto, evidente, nei limiti della propria competenza, per la salvaguardia, nella immediatezza, della salute degli anziani e fragili pazienti contagiati, esposti ad un rischio, anche incombente, di peggioramento delle condizioni di salute, nonché dei terzi entranti in contatto con loro.””

4.4- “”Dunque, non il Comune, bensì la Regione e l’Asrem hanno deciso lo spostamento degli ospiti e hanno definito la loro destinazione presso una struttura da essi prescelta, le modalità del trasferimento e la tempistica dello stesso””.

 

 

5)- il 10 aprile 2020 il giornale telematico “ALTOMOLISE. net  pubblica la mia lettera aperta datata 7 aprile 2020, con la quale esprimevo delle perplessità circa il trasferimento degli anziani a Venafro e, nel contempo, citando anche la normativa di riferimento, rivolgevo, a chi di dovere, questa domanda :

”” non sarebbe stato meglio, per tutta una serie di ragioni che non sto qui ad elencare, procedere alla requisizione dell’immobile privato e ai relativi beni mobili continuando la sorveglianza sanitaria nella stessa Casa di Riposo con l’ utilizzo dello stesso personale sanitario assegnato, per le stesse ragioni, all’ Ospedale di Venafro ? ””

 

Ritengo opportuno richiamare anche la normativa  regionale e nazionale, nelle parti che qui possono interessare :

  • Normativa regionale: Regolamento 27/02/2015, n. 1 ” Regolamento di attuazione della legge regionale n.13 del 6.05.2014 "Riordino del sistema regionale integrato degli interventi e servizi sociali"

Articolo 51- Casa di riposo - Descrizione:

La Casa di riposo è una struttura residenziale per anziani autosufficienti e parzialmente autosufficienti organizzata funzionalmente come struttura a carattere comunitario. Si propone di dare stimoli ed aiuto per sviluppare il grado di autonomia dell'anziano in attività socio ricreative, culturali e del tempo libero.

La Casa di riposo è una struttura residenziale che offre standard assistenziale agli anziani autosufficienti e parzialmente autosufficienti, che non necessitano di assistenza sanitaria continua.

 

           Articolo 15 comma 4. In attuazione della legge regionale l'autorizzazione al funzionamento

è rilasciata:

                          a) per le strutture dal Comune sul cui territorio è ubicata la struttura;

 

Articolo 23 (Attività di vigilanza e controllo)


1. Il Comune competente esercita l'attività di vigilanza avvalendosi degli uffici tecnici comunali, degli uffici dei servizi sociali e, per gli aspetti di natura sanitaria, della ASReM.
2. Il Comune, nell'esercizio della propria attività di vigilanza, nel momento in cui constata il venir meno di uno o più dei requisiti prescritti dal presente regolamento, comunica tempestivamente al legale rappresentante del soggetto gestore, ovvero del soggetto titolare del servizio, il provvedimento di diffida alla regolarizzazione. Il provvedimento di diffida deve indicare le necessarie prescrizioni e un termine da trenta a novanta giorni per l'adeguamento. Il Comune, nel caso di mancato adeguamento alle prescrizioni e/o ai termini ingiunti nella diffida, sospende o revoca il provvedimento di autorizzazione, in relazione alla gravità delle violazioni.
3. In caso di gravi illegittimità e nelle ipotesi di abuso della pubblica fiducia, segnalate anche da altri comuni o ambiti sociali nei quali il soggetto autorizzato abbia attivato il servizio, il Comune che ha rilasciato il provvedimento autorizzatorio può disporre, senza la preventiva diffida, la sospensione o la revoca dello stesso provvedimento, individuando contestualmente le misure idonee a tutelare gli utenti ovvero favorire soluzioni alternative.
 

Articolo 24 (Attività di vigilanza e controllo della Regione)


1. Il Servizio regionale competente effettua controlli a campione per verificare   l'esercizio

dell'attività di vigilanza prevista dall'articolo 23.
2. In presenza di circostanze di particolare rilievo, il competente Servizio regionale dell'Assessorato alle Politiche Sociali dispone specifiche attività di verifica e, nel caso di accertate violazioni alla Legge Regionale e/o al presente regolamento, diffida il Comune competente per territorio ad effettuare le procedure di controllo e ad adottare gli atti conseguenti entro 30 giorni.
3. Decorsi inutilmente i termini di cui al comma precedente, la Giunta regionale su proposta dell'Assessore alle Politiche Sociali esercita il potere sostitutivo di cui all'art. 22, comma 3, della Legge Regionale.
4. La Regione, in caso di ingiustificati ritardi nel rilascio del provvedimento autorizzatorio sollecita il Comune territorialmente competente, in caso di reiterata inerzia, previa diffida, decorsi 30 giorni dal termine fissato per l'adempimento, esercita il potere sostitutivo

 

  • Normativa nazionale: decreto legge 17 marzo 2020 n.18, convertito, legge in corso di pubblicazione sulla G.U-

 Art. 6 (Requisizioni in uso o in proprieta’)  

 

1. Fino  al  termine  dello  stato  di  emergenza,  dichiarato  con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, il Capo  del Dipartimento della protezione civile puo' disporre, nel limite  delle   risorse disponibili di cui  al  comma  10,  anche  su  richiesta  del Commissario  straordinario  di  cui  all'articolo  122,  con  proprio decreto, la requisizione in uso o in  proprieta',da  ogni  soggetto pubblico o privato, di presidi sanitari e medico-chirurgici,  nonche' di beni mobili di qualsiasi genere, occorrenti  per  fronteggiare  la predetta emergenza sanitaria, anche per assicurare la fornitura delle strutture  e  degli  equipaggiamenti   alle   aziende   sanitarie   o ospedaliere   ubicate   sul   territorio   nazionale,   nonche'   per implementare il numero di posti letto specializzati  nei  reparti  di ricovero dei pazienti affetti da detta patologia.

 

7. Nei  casi  in  cui  occorra  disporre  temporaneamente  di  beni immobili per  far  fronte  ad  improrogabili  esigenze  connesse  con l'emergenza  di  cui  al  comma  1,  il  Prefetto,  su  proposta  del Dipartimento della protezione civile e  sentito  il  Dipartimento  di prevenzione territorialmente competente, puo' disporre,  con  proprio decreto, la requisizione in uso di strutture alberghiere,  ovvero  di altri immobili aventi  analoghe  caratteristiche  di  idoneita' , per ospitarvi  le  persone  in  sorveglianza   sanitaria   e   isolamento fiduciario o in  permanenza  domiciliare,  laddove  tali  misure  non possano essere attuate presso il domicilio della persona interessata.

 

 

 

In sostanza, ora, se andiamo ad approfondire meglio la documentazione e la normativa sopra richiamate, risulta che :

 

a)- La Casa di Riposo “ Tavola Osca”, nella lettera aperta resa pubblica, ha rappresentato la grave situazione che si era venuta per la diffusione del coronavirus  all’ interno della struttura, sia ai pazienti  che al personale vario, l’ impossibilità a poter gestire l’ emergenza sanitaria dando, la disponibilità all’ASREM a fare uso della struttura stessa per la gestione dell’emergenza.

 

b)-Il Comune di Agnone , dopo aver accertato le oggettive difficoltà di gestione da parte della società Eco Adriatica srl, della struttura per anziani “Tavola Osca”, nonché l’ impossibilità a svolgere il proprio lavoro da parte della quasi totalità del personale in quanto, come i  13 pazienti, sono risultati positivi al Covid19 , ha richiesto alla Regione Molise, per il tramite dell’Azienda Sanitaria Regionale, di intraprendere, con la massima urgenza, opportune azioni, idonee a garantire gli adeguati livelli di assistenza socio-sanitaria, dei 13 ospiti .

 

c)-L’ Azienda sanitaria regionale, dopo la richiesta da parte del Commissario Prefettizio del Comune di Agnone del trasferimento dei pazienti presso una struttura sanitaria pubblica, in ragione della condizione di pericolo per la salute degli anziani ricoverati presso la struttura per anziani ”Tavola Osca”, si è fatto carico  di detti pazienti trasferendoli, d’intesa con Regione Molise e Protezione Civile,   presso la RSA di Venafro, in quanto la Soc. Eco Adriatica srl,  non riusciva a garantire le prestazioni, tant’è che la società stessa dichiarava anche la propria disponibilità alla riconsegna immediata delle chiavi all’ Asrem della struttura stessa. Il D.G. ASREM Florenzano, nelle varie dichiarazioni a mezzo stampa e in TV, ha sempre specificato che gli ospiti della casa di riposo di Agnone erano sì positivi, ma asintomatici, quindi in base ai protocolli avrebbero dovuto essere trasferiti nelle proprie abitazioni o in quelle dei familiari.

 

Dopo questo excursus, che richiama, larga massima, la vicenda che tanto clamore ha suscitato anche a livello nazionale, e le comunicazioni e le interviste delle parti in causa, le perplessità e i dubbi restano.

 

Tutti abbiamo le capacità di valutare e di farsi un’opinione, lasciando, però, all’ Autorità Giudiziaria, al termine delle indagini che sta già eseguendo, di perseguire ogni eventuale responsabilità a riguardo.

 

A questo punto, però, non posso esimermi  di rivolgere, nuovamente e pubblicamente, un invito alle Autorità amministrative coinvolte perché chiariscano, in primis, ai  familiari dei pazienti e, in secundis , per la valenza generale e per il clamore che la vicenda ha suscitato anche a livello nazionale, ai Molisani e, in particolare, ai cittadini di Agnone , Belmonte del Sannio e Poggio Sannita, il perchè non si è evitato il trasferimento  e non si è proceduto, come da disposizioni legislative , sopra richiamate, nonostante la disponibilità della Società proprietaria della struttura, alla requisizione dell’ immobile privato e ai relativi beni mobili per continuare la sorveglianza sanitaria nella stessa Residenza per Anziani e con l’ utilizzo dello stesso personale sanitario assegnato, poi, per le stesse ragioni, alla RSA presso l’ Ospedale di Venafro .

 

     A conclusione, il mio pensiero affettuoso e commosso va alle care nonne che ci hanno lasciato, ai loro familiari e a tutti gli altri nonnetti ancora ricoverati con l’augurio di una pronta guarigione.

                                                    

                                                                   

* già Sindaco del Comune di Castelverrino e Assessore della Comunità Montana” Alto Molise” di Agnone

 

 

Isernia, lì 27 aprile 2020

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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