Ieri ho ascoltato il proprietario della maggiore azienda regionale di
trasporti affermare, in tutta tranquillità, che non può riattivare
tutte le corse degli autobus, quindi non può rispettare la legge,
perché non riesce a richiamare in servizio i dipendenti. Una falsità
subito smentita dai sindacati.
Ma andiamo con ordine. Giorni fa, con Determina del Direttore del IV
Dipartimento, la Regione ha imposto il ripristino delle corse di
trasporto pubblico extraurbano sospese durante il picco della pandemia.
E proprio durante il lockdown, per tutelare e salvaguardare le ditte del
TPL colpite dall’improvvisa e drastica riduzione delle corse, è stato
emanato un Dpcm che ha disposto l’erogazione alle aziende del 70 per
cento del costo chilometrico solitamente riconosciuto, sebbene fossero
ammesse solo le corse essenziali in determinate fasce orarie.
In pratica durante il lockdown le imprese hanno potuto ricevere comunque
un’importante fetta dei soliti introiti e quasi tutti i lavoratori
sono stati messi in Cassa integrazione. In questo modo l’azienda ha
incassato risorse pubbliche importanti a fronte di costi pressoché
nulli, perché saltate tante corse sono venuti meno i costi legati al
carburante e alla manutenzione dei mezzi. Inoltre, essendo i lavoratori
tutti o quasi in cig, a pagare i lavoratori era lo Stato e non
l’azienda.
Ma in Molise, nonostante queste condizioni, ad oggi la principale ditta
di trasporti ancora non paga tutta la cassa integrazione ai dipendenti,
addirittura riservando loro assurdi contratti a singhiozzo.
È grave che ci sia ancora chi si crede al di sopra delle norme,
pensando di poter scegliere se allinearsi alle disposizioni
amministrative e pensando di poter trattare i lavoratori come voglia. Ed
è altrettanto grave che tutto ciò avvenga nell’assordante silenzio
del neo assessore ai Trasporti, Quintino Pallante, e dei vertici della
Regione.
La stessa Regione che, terminato il lockdown, ha scelto la cautela al
punto di riaprire prima agli sport di contatto che alle corse degli
autobus. È servito, infatti, un apposito Consiglio regionale
monotematico, chiesto e ottenuto dal MoVimento 5 Stelle, per spingere
l’amministrazione regionale a riattivare le corse.
Ora è il momento dei fatti. Chiunque abbia responsabilità ha il dovere
di far rispettare le norme, di rispettare i diritti dei lavoratori e di
garantire un servizio basilare a migliaia di cittadini.