Erano molti anni che si parlava della Casa di Riposo di San Bernadino, struttura di proprietà del ministero dell'Interno, come di una struttura vecchia, obsoleta, non a norma e che versava in una situazione finanziaria precaria. La struttura completamente a gestione privata che si reggeva e si regge sulle rette degli ospiti e con l'aiuto della curia che pagava l'affitto
E' una struttura alla quale molti agnonesi sono legati perchè ospitava e ospita i nostri anziani. La paventata chiusura nel corso degli anni ha creato ansie nei parenti degli ospiti e nelle operatrici che prestano il lavoro di cura e assistenza. Percio' la comunità agnonese si è attivata piu volte raccogliendo fondi per salvare dalla chiusura San Bernardino. Ma purtroppo tutti i nodi prima o poi vengono al pettine e ad un certo punto la vecchia dirigenza della cooperativa Sant'Antonio che gestiva la struttura ha delocalizzato nella struttura parallela di Borello un ramo d'azienza e ha nomInato un suo commissario liquidatore volontario di loro fiducia. Ma non tutte le ciambelle escono con i buchi e le socie della cooperativa sant'Antonio dopo una assemblea hanno chiesto le dimissioni della liquidatrice volontaria e hanno nominato una di loro fiducia la signora Magda Asmarandei.
Da li è partito un nuovo percorso, la struttura ha ripreso piano piano a funzionare al meglio,e' aumentato il numero degli ospiti , oggi circa 34, e delle operatrici, da otto quali erano sono passate a18 .I conti sono tornati in ordine e i nostri anziani vengono assistiti al meglio, risultando una struttura covid free a fronte dello tsunami che hanno dovuto affrontare tante altre case di riposo in Italia. Ma i debiti pregressi, il buco nero creato dalla precedente gestione di circa un milione di euro, pesa ancora sulla struttura. Le socie della cooperativa però non hanno subito passivamente la fallimentare gestione si sono affidate agli avvocati Pasquale e Vincenzo Scarano e un terzo avvocato del foro di Chieti che hanno prodotto atti e vertenze legali a dimostrazione della cattiva gestione della vecchia amministrazione.
Oggi siamo al dunque, attraverso le contestazioni legali alla vecchia amministrazione si e' giunti al punto che il Ministero dello Sviluppo Economico ha disposto la liquidazione coatta amministrativa della società di servizi sociali “S. Antonio”, alla nomina di un commissario liquidatore che dovrà prendere atto del prima e del dopo gestione e dovrà decidere chi ha causato e perche' il default e chi come e perchè si sta adoperando per risollevare una struttura preziosa per il nostro territorio.Probabilmente chi ha sbagliato sarà individuato e dovrà risarcire anche le operatrici che hanno rischiato di non percepire il loro trattamento di fine rapporto. Le strumentalizzazioni politiche non servono a nessuno quando a rischiare sono gli anziani fragili e con loro le famiglie, e 18 donne coraggiose che si sono rimboccate le maniche e che potrebbero perdere il posto di lavoro