La pandemia da Covid 19 non doveva essere la spinta per essere migliori? "Andrà tutto bene" e "Insieme ce la faremo" i noti slogan di inizio pandemia dove sono finiti?
Il coronavirus ci ha reso tutti più fragili, ha annullato le nostre certezze passate, ha reso il presente nebuloso e il futuro appare poco programmabile allo stato attuale. Per questo, il nemico, in questo caso il Coronavirus, non può essere combattuto singolarmente, chiusi nel guscio dell'individualismo, la battaglia richiede forza, coraggio e soprattuttp unione, aiuto reciproco. Va sicuramente ripensato il nostro stile di vita, i valori guida, il rapporto con l'ambiente, con il mondo animale e con la natura.
Invece le volontarie della neonata associazione SAMA, acronimo di "Salviamo anime mica animali," denunciano una storia che riguarda due cani randagi sottoposti da lunghi anni ad angherie da parte di alcuni che hanno usato ogni mezzo, legale e illegale, per liberarsi di due poveri animali innocenti, precedentemente abbandonati da uomini che nel momento in cui il giocattolo non era più di loro gradimento lo hanno gettato per strada.
Sono due piccoli randagi,accuditi, nutriti, riparati dal freddo intenso, dalle volontarie dell'associazione, erano nei fatti divenuti “cani di quartiere liberi accuditi". Ma evidentemente arrecavano molto fastidio.La pandemia apocalittica che a sorpresa ha investito l'intero pianeta, è evidente che ha insegnato ben poco a taluni, men che mai ad essere migliori, e soprattuto vivere nel rispetto di tutte le creature.
Ma leggiamo la triste storia di Zoppetto e Nico raccontata dall'associazione SAMA:
Quando si parla di randagismo ogni paese ha qualche storia da raccontare. Ad Agnone, ci sono loro: Nico e Zoppetto. Abbandonati ormai da più di dieci anni, hanno vissuto per strada, accuditi da persone amorevoli che non facevano mancare loro cibo e riparo nei giorni più impervi. Sempre queste persone di buon cuore, si sono attivate per una raccolta firme che li avrebbe fatti diventare cani di quartiere, con l’obiettivo di lasciarli liberi e coccolati da quella stessa comunità che li aveva abbracciati fino a quel momento.
Avremmo voluto una storia a lieto fine come quella di Carmelina, la cagnolina finita sulle pagine di Primonumero, ora ufficialmente “Cane libero accudito” sotto tutela del Comune di Campomarino.
Sfortunatamente, non è stato possibile. Nico e Zoppetto sono stati oggetto di una campagna guidata dall'odio. Nel corso degli anni queste due povere anime si sono dovute scontrare con cittadini che di amore ne avevano ben poco. Persone che si sono letteralmente scagliate con cattiveria contro di loro. Giorni interi passati a segnalare e fotografare queste povere bestiole, costringendo l'attuale amministrazione comunale a contattare a malincuore chi di dovere per farli accalappiare. E ci sono riusciti. Una scena a dir poco straziante. Il vero terrore negli occhi di una creatura indifesa, sotto shock, ignara del perché di tanta crudeltà. Talmente spaventata da ritrovarsi nelle sue feci, in un angolino di una gabbia, all’interno di un furgone squallido. Altri cittadini hanno fatto denunce e c’è stato addirittura qualcuno che ha giurato di “farsi giustizia da sé”, forse dimenticando che oggi il maltrattamento animale costituisce reato.
Noi dell’Associazione SAMA (Salviamo Anime Mica Animali) perciò non abbiamo potuto e voluto tirarci indietro. Abbiamo accolto Nico e Zoppetto, nonostante non sia stato semplice e abbiamo dovuto ricorrere alla sedazione. Oggi siamo riusciti a trovare per loro uno stallo provvisorio, al sicuro da tutte quelle persone che, più volte, hanno tentato di scacciarli in malo modo o hanno provato a ferirli. Speriamo solo di poter dare loro un lieto fine, come è successo a Carmelina, trovando magari un’adozione di coppia che, ammettiamolo, sarebbe una rivincita verso tutte quelle persone che, mosse dall’odio, sarebbero ricorse a qualunque soluzione pur di non vederli passeggiare placidamente per le strade del paese.
Con queste poche righe perciò vorremmo chiedere a tutti questi concittadini così agguerriti come ci si sente ad aver causato tanto dolore a due creature così indifese. Come ci si sente sapendo di aver investito così tanto tempo ed energie a preoccuparsi per due esseri innocui? Come ci si sente ad aver coinvolto con così tanto fervore le istituzioni impedendo loro di occuparsi di problematiche ben più gravi? Ci auguriamo solo che voi siate soddisfatti del dolore che avete inflitto.
Le volontarie di S.A.M.A
