Lettera aperta al consigliere regionale Cefaratti dopo la sua intervista di ieri a Teleregione-
guarda intervista clicca sul link https://youtu.be/nMf3L9_exxk
"Distinto professor Cefaratti,
alcuni colleghi mi hanno segnalato un servizio di Teleregione in cui lei "non condivide le polemiche di alcuni docenti isernini che non gradiscono Campobasso come sede delle vaccinazioni".
Ci sono tre errori già in questa prima affermazione.
1 - I firmatari del documento non sono "alcuni" ma 486. Le adesioni sono state raccolte in meno di dieci ore; il giorno successivo, altre centinaia di colleghi ci hanno chiamato per partecipare ma avevamo già inviato il documento.
2 - Le nostre non sono "polemiche" ma una semplice richiesta, molto istituzionale. Non abbiamo, infatti, diramato alcun comunicato stampa, nonostante ci fossero, tra i 486, alcuni giornalisti che non avrebbero avuto difficoltà a far circolare la notizia, né a ottenere un'intervista. In quel caso, tuttavia, avremmo evitato di farci presentare dal giornalista come "validi insegnanti". "Insegnanti" sarebbe bastato.
3 - La nostra richiesta non partiva da un indice di "gradimento". Siamo professionisti: a scuola non organizziamo le nostre lezioni né esplicitiamo la valutazione per ottenere il gradimento di studenti e genitori ma programmiamo e valutiamo per migliorare la Cultura e il Benessere dei nostri ragazzi. Allo stesso modo, non abbiamo richiesto di vaccinarci a Isernia per una questione di "gradimento" ma per la sicurezza della nostra comunità. Abbiamo solo applicato la logica che, lei mi insegna, essendo "valido insegnante", non è alla base solo dei procedimenti matematici ma anche del buon senso, della maturità, della saggezza, oltre che della filosofia e di quasi ogni altro settore delle attività umane. Spostare un numero enorme di docenti, e insieme a loro gli accompagnatori, da Isernia, Venafro, Termoli, Agnone ecc., ci è sembrato illogico e pericoloso. E, siccome l'istituzione regionale di cui lei fa parte non ha dato prova, in questi ultimi tempi, di razionalità e logica, abbiamo pensato bene di richiedere altre sedi per la somministrazione del vaccino così da evitare contatti tra comunità diverse, di territori diversi, che in questo periodo - sempre in ragione di quella logica che è alla base della materia che lei insegna - dovrebbero rimanere separate.
Lei si dichiara "perplesso solo dall'aver appreso questa notizia" e ci definisce "provinciali" perché l'organizzazione dell'Unimol "è stata perfetta". Qui altri due errori, oltre alla mancanza di connesione logica tra la causa e l'effetto del suo ragionamento. E mi lascio il "provincialismo" per il finale.
4 - Essendo lei un consigliere regionale, non doveva soltanto apprendere la notizia ma interessarsene. Chiamare i docenti firmatari, chiedere loro quali erano le motivazioni della richiesta, capire come fare per trovare una soluzione. Avrebbe onorato la retribuzione che percepisce prelevandola dalle nostre tasse, svolgendo il ruolo di consigliere regionale, e avrebbe evitato di dire cose inesatte e offensive.
5 - L'organizzazione perfetta dell'Unimol è stata evidenziata dagli stessi firmatari della richiesta molto prima di lei, a dimostrazione di una libertà di pensiero e di giudizio che potrà leggere nell'articolo postato qui sotto e pubblicato ben prima della sua intervista.
Ancora. Lei si prende la libertà di farci "una tiratina d'orecchi" facendo passare il messaggio, subdolamente, che i colleghi lontani dal capoluogo abbiano firmato la richiesta per evitare di "guidare un'ora e un quarto" e arrivare al PalaUniMol per la vaccinazione. Ancora un errore.
6 - Molti docenti che hanno aderito alla richiesta lo hanno fatto quando erano già stati convocati a Campobasso e sapevano bene che non avrebbero "beneficiato" - se ciò è per lei un beneficio - dello spostamento di una sede di vaccinazione a Isernia. Se lei ha questo giudizio dei suoi colleghi, se lei pensa davvero una cosa del genere, mi fa immaginare che sia stata una vera fortuna la sua elezione al consiglio regionale. Per la scuola, intendo. Per la Regione non so: se ne stanno rendendo conto i molisani in questi ultimi mesi.
E vengo al "provincialismo". Ogni volta che qualcuno mi dà del "provinciale" gioisco, nel profondo del cuore, perché penso a Giovannino Guareschi, a Luciano Bianciardi e a tanti altri autori tra cui il nostro Francesco Jovine. Tuttavia sono sicuro, data la supponenza e la saccenza con cui è stato pronunciato, che in questo caso devo prenderlo come un insulto.
Spero che leggerà l'articolo allegato. Vedrà che, prima dell'elogio del lavoro dell'Università del Molise, sono elencati alcuni esempi di quell'unica accezione di provincialismo che lei conosce. Se avessi ascoltato la sua intervista prima di scrivere l'articolo, l'avrei inserito di sicuro tra quei motivi che ci hanno fatto diventare caso nazionale. E non solo per i morti. Persino per la distribuzione dei vaccini.
Rispetti i suoi colleghi. Ami di più la sua terra. Non parli con tanta leggerezza della professionalità e della vita degli altri. Lo stipendio che le paghiamo è oltremodo sufficiente per qualche accortezza e approfondimento in più."
Giovanni Petta