SCHIAVI DI ABRUZZO - Piluso decide di rispondere alle cinque domande poste su queste colonne, ma poi fa solo finta, dando risposte elusive e buttandola in rissa verbale, attaccando, con livore, la stampa locale.
Il “saluto” dell’amministrazione comunale, nel corso dell’ennesimo appuntamento ricreativo dell’estate di Schiavi di Abruzzo, si è trasformato in un comizio di quelli duri, ruvidi, che mancavano all’appello dall’ultima campagna elettorale. Il primo cittadino, incalzato a mezzo stampa con cinque domande dirette, ha deciso di rispondere, o meglio, ha fatto finta. L’unica cosa che gli è riuscita bene è stata quella di sputare veleno pubblicamente sul «soggetto basso» che firma questo articolo. Come se formulare domande ad un politico fosse un reato. Prima domanda: chi ha pagato e quanto è costato il concerto di Max Gazzè del 15 agosto? Piluso ha detto in pubblica piazza: «Ci sono le fatture e le determine in Municipio, sono atti pubblici». Salvo poi svelare la cifra, ma lasciando intendere che i soldi sono usciti dalle casse comunali. Secondo quesito: quanto ha speso il Comune per le feste del cartellone estivo? E qui Piluso ha risposto davvero, sparando una cifra che però non sembra poi tanto credibile. «In totale, - ha detto e ripetuto il primo cittadino - il Comune ha speso sedicimila euro». Strano, perché nella sola frazione Taverna, ad esempio, per la festa dei giorni scorsi, si è abbondantemente superata quella cifra. Terza domanda: invece di finanziare feste e sagre, perché il Comune non attiva il servizio, obbligatorio, di assistenza e accompagnamento per i bambini dello scuola bus? Il sindaco ha promesso in pubblica piazza che finalmente predisporrà il servizio di accompagnamento e assistenza per i bimbi. Finalmente i piccoli alunni, sia i figli dei giornalisti scomodi che quelli degli altri genitori, viaggeranno in condizioni di maggiori sicurezza. La promessa c’è stata, ora bisogna tradurre le parole in azioni concrete. Settembre è vicino, vedremo. Quarta domanda: perché il sindaco non rende noti i dati dell’Arta che certificano lo sforamento dei valori massimi consentiti per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico alla Rotonda, la pineta comunale? E qui l’abilità elusiva di Piluso, vecchio volpone politico, ha toccato l’apice. Non solo il sindaco ha taciuto sul certificato sforamento dei valori massimi, ma ha cercato di far ricadere la colpa su chi ha amministrato negli anni ‘60, quando cioè venne concessa l’autorizzazione ad installare la prima antenna. Il sindaco deve rendere pubblici i dati sulle emissioni elettromagnetiche, perché i genitori che portano a spasso i propri figli alla Rotonda devono sapere che c’è un inquinamento elettromagnetico che supera la soglia massima di sicurezza. Quinta domanda: perché mentre c’è il razionamento idrico il distributore di benzina di famiglia del sindaco continua a sprecare acqua potabile per lavare le autovetture? E qui Pilluso è andato su tutte le furie, apostrofando il giornalista che ha fatto la domanda come «soggetto basso». Sua altezza il sindaco ha ammesso che presso il suo distributore si lavano le autovetture e che ciò è un bene perché consente «a qualche giovane che lavora di arrotondare». Se ciò avviene ed è addirittura un bene ci saranno tutte le autorizzazioni richieste, comprese le strutture per il recupero delle acque miste alle sostanze chimiche utilizzate come detergenti. Ma questo dovrebbe interessare altri «soggetti», non certo la stampa.