In una nota sui social i Giovani per Agnone democratica intervengono sull'altola' del Vaticano sul DDL Zan. Il Vaticano ha chiesto al governo italiano di modificare il ddl Zan, il disegno di legge contro l'omotransfobia ora in commissione Giustizia del Senato, perché "violerebbe in alcuni contenuti l'accordo di revisione del Concordato". Apresentare la nota verbale all'ambasciata italiana è stato il monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.
Di seguito la dichiarazione dei Giovani per Agnone Democratica:
“Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore” (Rm 13,8-10)
Per la prima volta, la Santa Sede invoca il Concordato del 1984 e lo fa recapitando al Governo italiano una nota formale per chiedere una modifica del disegno di legge Zan, ora in discussione alla commissione Giustizia del Senato.
La Chiesa sostiene che alcuni commi del ddl violino il patto in essere tra Vaticano e Stato italiano.
L’articolo 2 di tale accordo prevede la piena libertà per la Chiesa di “organizzazione” e di “esercizio del magistero” e garantisce “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Principi che il Vaticano ritiene corrano il rischio di essere compromessi in caso di approvazione della Legge Zan.
Va specificato, che con un’eventuale approvazione, determinate associazioni potranno continuare a fare una campagna contro l’equiparazione dei diritti delle coppie dello stesso sesso; la legge sarebbe applicabile solo nel caso in cui un soggetto istighi a molestare e aggredire altri individui in virtù di discriminazioni basate sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’abilismo.
La contraddittorietà più grande in cui cade la Chiesa sta nell’assunto per cui le discriminazioni vanno abolite ma, una legge che tuteli i discriminati, va emendata.
E allora ci chiediamo come possa, un’istituzione che si professa solidale e a difesa dei più deboli, contrastare un disegno di legge che, in concreto, protegge i più deboli. E ci chiediamo come possa, questa istituzione, portare avanti, imperterrita, un assetto comportamentale che non concepisce progresso nell’inclusione sociale.
Ce lo chiediamo come giovani e come membri di uno Stato laico che, come tale, deve essere necessariamente pronto a recepire i cambiamenti e le sfide del futuro.