Ci sono medaglie con il muso lungo e poi c’è Maria Centracchio da Isernia, 26 anni, nata a Castel di Sangro ma molisana nell’anima, che agguanta un bronzo insperato alla vigilia dell’Olimpiade nella categoria 63 chili del judo e non la smette più di ringraziare e di piangere. «Dedicato alla mia famiglia, alla mia terra, a tutti i sacrifici che ho fatto per arrivare qui, al mio primo maestro e alla mia regione lontana da tutto, sconosciuta anche in Italia».
Maria a Tokyo 2020 si è qualificata per ultima («È stato un percorso ad ostacoli, ho avuto mononucleosi e Covid, sono stata ferma a lungo, ho saltato le gare, sono sprofondata nel ranking»), ha preso l’aereo per il Giappone per la coda, poi si è messa a lavorare per Odette Giuffrida, a cui ha fatto da sparring partner, l’amica che sul tatami ha vinto il bronzo nella categoria 52 kg indicandole la strada: «Se non fossi andata ai Giochi di Rio come riserva non avrei mai colto il valore di questa conquista, che mi ripaga di tutto. Vedere Odette vincere il bronzo è stato emozionante: c’è tanto di lei nella mia medaglia». Nel combattimento decisivo Centracchio ha sconfitto al Golden score la coriacea olandese Franssen, molto più alta di lei, che è una piccoletta di 159 centimetri in judogi blu, la più mignon della sua categoria.