Trasferimento di don Angelo Ricci, i giovani di Agnone invitano Scotti a ripensarci

Ecco le missive indirizzate al vescovo di Trivento

La redazione
23/10/2012
Attualità
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AGNONE. Trasferimento di don Angelo Ricci da Agnone a Frosolone, la redazione di altomolise.net tempestata di lettere da parte dei giovani del posto che chiedono al vescovo di Trivento, monsignor Angelo Domenico Scotti di ripensarci. A riguardo abbiamo deciso di pubblicare due missive. 

 

Sua Eccellenza reverendissima,

le scriviamo dal profondo del nostro cuore che in queste giornate è stato turbato da una triste notizia che ci lascia sgomenti e perplessi allo stesso tempo. Questa amarezza deriva dalla sua decisione, per noi incomprensibile, di allontanare dalla nostra cittadina e soprattutto dalle nostre anime, ancora acerbe e vulnerabili, la figura del nostro carissimo don Angelo. In questi periodi di crisi economica, sociale, disagio giovanile con i valori umani spesso compromessi, la figura di don Angelo ci è servita e ci ha aiutati a superare innumerevoli situazioni. Il nostro credo ha vacillato ed è stato troppo spesso messo a dura prova,  ma con l'aiuto di un abile e amorevole Pastore, che ci ha saputi trascinare nella preghiera, non soltanto tra i banchi di chiesa bensì anche con attività che vanno oltre le sacre mura, impegnandoci attivamente  e contrastando la noia ed il vuoto delle nostre piazze in questa piccola realtà molisana, abbiamo saputo riscoprire l'importanza della fede nelle nostre vite. Con numerose iniziative in ambito sociale don Angelo ha saputo coinvolgere centinaia e centinaia di ragazzi, spesso smarriti e distratti dalle frivolezze della strada. Inoltre abbiamo avuto modo di toccare con mano che molti di questi giovani prima d'oggi non si erano mai accostati all' Eucarestia, alla confessione, alla recitazione del Santo Rosario. Non possiamo tollerare che la sua versione ufficiale riguardo all'organizzazione della diocesi nasconda ben altri motivi e cioè che l'allontanamento sia dovuto all'averci accompagnati a pregare la Beata Vergine in un luogo che non è la Chiesa. Nelle nostre preghiere e nei nostri incontri don Angelo Ricci non ha mai fatto alcun riferimento né pubblicizzato gli eventi che tanto stanno facendo discutere e che nonostante tutto hanno portato migliaia di  fedeli a scoprire o riscoprire momenti di raccoglimento nel nome del Signore. Con l'eventuale allontanamento di don Angelo il rischio sarebbe quello di  sprofondare nell'abbandono più totale sentendoci svuotati di quella fede che tanto  ci ha arricchiti. Privarci di un faro sempre acceso, che nei giorni di tempesta ci ha sempre riportati verso la Casa di Dio, per noi giovani agnonesi, sarebbe una mazzata tremenda. Intollerabile. Don Angelo è stato capace, senza risparmiarsi, di saper gestire le due parrocchie più numerose del paese, che abbracciano anche diverse contrade dell'agro; proprio in questi posti le sue qualità ed i suoi valori hanno lasciato un segno tangibile della vicinanza della Chiesa alle famiglie. Non riusciamo ad immaginare che Lei, vicario di Cristo in questo territorio, Lei, che ha sempre ribadito la sua vicinanza ed interesse a questi luoghi dell'alto Molise, già duramente disagiati, Lei,  che ha voluto incontrare le numerose associazioni del nostro paese per sondare i problemi concreti con cui si devono confrontare....possa restare sordo e insensibile a questo quadro che le abbiamo appena illustrato. Invece di destabilizzare e decidere sopra la testa di chi, giorno dopo giorno, ha saputo e voluto costruire un progetto di vita e di comunità con il proprio parroco, la Chiesa dovrebbe spendere le sue energie verso i poveri, aprirsi di più e meglio alla società e soprattutto a noi giovani. Le benedizioni “ex cattedra”, i bei sermoni, le visite pastorali, se si agisce scollegati dalle comunità, non hanno senso. Sappiamo bene che l'obbedienza è per i sacerdoti una promessa indissolubile ma le regole della Chiesa, se sono queste, se permettono di prendere un prete e spostarlo senza leggere nel profondo degli animi, beh, allora vanno cambiate, perché non sono regole giuste, non sono le regole di Dio! In attesa di un suo ripensamento le affidiamo le nostre speranze.

La seconda missiva - 

La notizia della partenza di don Angelo Ricci da Agnone è stata confermata durante la cerimonia religiosa della domenica. E da più parti si legge delle veementi proteste dei fedeli.
Premettendo che ben venga don Onofrio ad affiancare don Angelo, la situazione ha evidenziato nervi scoperti dell'intera collettività agnonese ed in particolare dei giovani. L'opera svolta da don Angelo in principio nella parrocchia di Sant' Antonio Abate e in seguito con grandissima intelligenza cristiana in quella di Maria SS. Di Costantinopoli (parrocchia con un nutrito gruppo di laici che ha vissuto troppi cambiamenti) non è certo riassumibile in poche righe ma sicuramente evidente a tutti. I sentimenti smossi dallo stesso nelle coscienze dei fedeli non sono riassumibili da parole e chi scrive non è degno di provarci.
Ma il grido che la comunità lancia sembrerebbe poter essere interpretato diversamente. Non riteniamo infatti di far sentire la nostra voce per difendere l'amicizia personale, la presenza di un uomo di elevata caratura per fini egoistici. Si sta gridando una sofferenza, e in essa è troppo rilevante quella giovanile.
La comunità Agnonese sta vivendo una delle pagine buie della propria storia. A questo indubbiamente vanno associate le difficoltà socio-economiche che collassano principalmente su un elemento chiave quale la totale assenza di fiducia in quelle persone chiamate alla risoluzione dei problemi.
Le idee di don Angelo Ricci, le sue volontà e le sue determinazioni hanno costituito in questi anni l'unico spiraglio di luce per una comunità troppo spesso frustrata e costretta a subire. La sua capacità di avvicinarsi al mondo dei giovani (si pensi all'oratorio e alle varie e recenti manifestazioni teatrali) nel restituire speranza e fiducia sono risultate collante fondamentale per l'intera comunità cittadina. La realtà è che l'uomo Angelo ed il sacerdote don Angelo nel suo meticoloso lavoro è riuscito a ricreare quel punto di riferimento che la vita non solo ha distrutto ma ha dimostrato essere utopia. E' un modello di vita e di speranza che i giovani ed i genitori avevano visto svanire. Ed ancora, in un momento troppo difficile, dove ogni intervento economico e politico attribuisce ai giovani il conto degli errori fatti da generazioni a noi lontane e  mina ogni forma di aggregazione, di dignità sociale, di speranza e di vita noi stessi insieme a tutta la gente agnonese non riusciamo ad accettare serenamente l' essere privati, ancora una volta, di un qualcosa che don Angelo identifica nel migliore dei modi.
Domenica le proteste dei fedeli erano volte, è strano a dirsi, a riaffermare la presenza di don Angelo nella comunità per difendere se stessi, quella parte della propria vita che rappresenta forse la loro unica certezza, a rivendicare quel percorso di riavvicinamento alla fede ed al sociale disegnato silenziosamente da don Angelo e che il suo distacco mette forse in pericolo.
I giovani, governati da decisioni prese lontano, che ci interessano ma non ci vedono coinvolti, vivono un mondo di precarietà in ogni ambito della vita, sono riusciti a trovare nel "Don" quell'ancora grazie alla quale poter sostare qualche momento in serenità. Questa sicurezza, ancora o roccia come lo stesso sacerdote ha costantemente ricordato deve essere Dio. Ebbene qualcuno comprenda che la vita attuale ci pone davanti troppe difficoltà, troppe delusioni e troppi soprusi da poterci chiedere ancora una volta di aggrapparci a qualcosa di IMPORTANTE ma purtroppo estremamente astratto. Perdonateci se invece ci "attacchiamo" a persone che concretizzano tali principi e valori, l' etica e la morale dai più attualmente calpestati. E se ciò non rispecchia esattamente un comportamento cristiano, condannateci anche, valutando però prioritariamente ciò che di più grave siamo costretti a subire.
Oggi per noi giovani, e per l'intera comunità agnonese non hanno nessuna valenza regole, organizzazioni interne, logiche particolari. Inoltre teniamo a sottolineare come rispetto a qualsiasi opinione e/o atteggiamento assunto da don Angelo noi siamo e saremo con lui incondizionatamente perché ben conosciamo ciò che di più nobile lo muove, e di questo ne abbiamo illimitata sicurezza.
Ben vengano altri sacerdoti. Per noi è fondamentale. Non ci si privi, in questo difficilissimo momento, di una rilevante ed unica certezza, di chi è riuscito a sollevare situazioni difficili e di chi riesce a guidare con poche parole ed a vedere oltre.

I giovani di Agnone 

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