AGNONE. Dal primo dicembre al ‘San Francesco Caracciolo’ niente più SDO (scheda di dimissioni ospedaliera). In estrema sintesi significherebbe niente più ricoveri. La notizia, che cerca conferme con atti o decreti ufficiali, è trapelata all’indomani dal sopralluogo effettuato all'interno della struttura da due funzionari (Sforza e Vetere, ndr) dell’assessorato alla Sanità regionale inviati dal commissario Basso.
Durissima la reazione di don Francesco Martino da sempre impegnato nella lotta per la salvaguardia dell’ospedale di frontiera. “Potete immaginare lo stato d’animo di quanti lavorano all’interno del Caracciolo per queste notizie addirittura date per certe da due funzionari regionali”, ha esordito il sacerdote. “A questo punto - riprende don Francesco Martino - chiediamo al commissario alla Sanità, Basso e ai due funzionari regionali di assumersi pubblicamente il coraggio delle loro affermazioni che turbano famiglie, comunità e disgregano il tessuto sociale. Inoltre, chiediamo ai Comitati (Il Cittadino c’è e Articolo 32), al Comune di Agnone e a tutti gli attori istituzionali di protestare efficacemente contro questo modo ‘terroristico’ di procedere, quando con enormi difficoltà e grazie all’abnegazione del personale medico ed infermieristico sono stati mantenuti tutti i servizi. La pazienza dei residenti dell’Alto Molise è giunta al limite – rincara don Martino – non ci spingano ad azioni estreme”. “A questo punto – conclude don Francesco Martino – chiediamo perché il nostro Piano sanitario, che con fatica abbiamo ricondotto alla spesa di 565 milioni di euro, in linea con i tagli previsti dal Governo fino al 2014 e che salva tutte le strutture, non sia plausibile. Altresì – conclude don Francesco Martino - pretendiamo risposte tecniche e non da bar”.