Ivan abita a 2km da Agnone ma sale sullo scuolabus alle ore 6.40 e arriva a scuola alle ore 8. La lettera della mamma

Maria Carosella
09/10/2022
Attualità
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Abbiamo ricevuto una lettera da un genitore di un bambino, Ivan il suo nome,  di otto anni che abita a 2 km da Agnone e  la  mattina per andare a scuola si vede costretto a salire sullo scuolabus alle ore 6.40,  il servizio organizzato dal comune di Agnone prevede la fermata a tale ora. Leggendo la lettera ci si interroga se Agnone si trova in un territorio sperduto del Burundi. Invece no siamo nel Molise in provincia di Isernia.

 Fra l'altro il genitore mette nero su bianco e si interroga sull'esigibilità del diritto allo studio per i bambini delle contrade di Agnone e scrive che il figlio prima di arrivare a scuola : "parti per un lungo viaggio di un'ora e mezza  di km e km di strade interpoderali dissestate, pericolose e che la colazione che avrai fatto dovrà riuscire dalla bocca e dalle orecchie. Il percorso è Colle Marino dove preleva Ivan, Guado Liscia, Zarlenga, Marzovecchio, San Quirico, Verrino".   Il problema, a detta  di molti genitori, si e' aggravato da quando l'istituto omnicomprensivo di Agnone, dal gennaio 2021, ha scelto di organizzare l'orario scolastico con la cosidetta settimana corta,  cioe' un orario di circa 27 ore settimanali articolate su 5 giorni, il sabato a casa. La scuola tra l'altro non e' dotata di mensa scolastica. 

Questa modifica dell'orario ha anticipato i tempi di ingresso alle lezioni e posticipato l'uscita, si entra  alle ore 8 anzichè alle 8.30 e si esce alle ore 13.50,  Tale scelta dell'istituto scolastico agnonese, condivisa dall'amministrazione comunale che organizza il trasporto scolastico, all'epoca fu ampiamente contestata da molti genitori, in particolare dai genitori dei bambini che abitano come Ivan , nelle contrade agnonesi che fin da allora posero il problema delle levatacce mattutine dei bambini e dell'assenza di un pasto  caldo in tempi idonei per bambini di circa sei anni 

 Sentito il sindaco Daniele Saia ha affermato: “Il servizio esiste, vanno risolte alcune criticità e  l'amministrazione si sta adoperando  per  risolvere"

 

Di seguito la lettera firmata  della mamma del bambino: 

 

Trasporto scolastico.
Mio figlio, di 8 anni, dunque in obbligo formativo, da quest'anno è stato privato del trasporto scolastico.
Abitiamo in una zona rurale alle porte del paese e più precisamente a 2 km.
Assieme a mio figlio anche altri bambini.

Anzi no, un momento, ce l'ha il dis-servizio!
Ve lo racconto, magari di domenica mattina avrete 2 minuti per leggermi.
Dunque, vediamo se riesco a spiegare la via crucis proposta.
Mi ripeto, siamo in una zona rurale a 2 km dal paese, un punto sufficientemente rinomato per la criticità delle nevicate et bufere.
Ieri, sabato mattina, mi giunge la telefonata dagli uffici comunali per mezzo di una gentule voce probabilmente volontaria di servizio civile,  incaricata di chiamare le famiglie ed avvisarle che improvvisamente
- ad anno scolastico ben avviato
- nonostante ci sia stata la lunga estate di mezzo per poter rilevare problemi ed individiduare soluzioni
- senza avere la minima cognizione del percorso
ebbene, improvvisamente cambia tutto.

Al mio piccolo Ivan a 2 km dal paese, dal Comune viene imposta un'unica soluzione.
Dalla fine del viale davanti casa prendi il bus alle 6.40. Ripeto 6.40.
Ripeto 6.40, ad 8 anni, in una zona rurale, a 2 km dal paese.
Poi parti per un lungo viaggio di un'ora e mezza  di km e km di strade interpoderali dissestate, pericolose e che la colazione che avrai fatto dovrà riuscire dalla bocca e dalle orecchie.
Il percorso è Colle Marino dove preleva Ivan, Guado Liscia, Zarlenga, Marzovecchio, San Quirico, Verrino.

Tutto molto logico, una pianificazione studiata in modo scientifico, frutto di ingegneria logistica avanzata.

Arriva a scuola, non esattamente performante.
Le maestre capiranno se arriva stravolto e non sarà in grado di affrontare 6 ore di lezione.

Ovviamente alzo il telefono e presento le mie rimostranze a chi di dovere. Le prime risposte ottenute le ometto, perchè mi duole profondamente anche solo ricordare le frasi udite, la leggerezza e le risate con cui sono state pronunciate, qualche parolaccia, la superficialità di certe considerazioni, il contenuto che offende la mia intelligenza.
Penso siano state complessivamente oltre 2 ore di conversazione con i 3 interlocutori.
Ne riporto una per tutte, nella speranza di far arrivare il tenore del linguaggio usato.

"Annamarì, k'ema fa, chess è. Prima re uagliun ce ivan a piad a la scola".

E dunque Ivan non potrà raggiungere la scuola per tantissimi giorni. Il papà si sveglia alle 3.30 per raggiungere il luogo di lavoro, la mamma si trova in una condizione di salute che non le consentirà sempre di sopperire a questo diritto negato.
Quindi Ivan non andrà a scuola, vedrà NEGATO DIRITTO ALLO STUDIO E DIRITTO ALL'ISTRUZIONE.
L'abc di una comunità viene negato a mio figlio e non solo, ma come mi è stato detto "Annamarì, chess è" accompagnato da una risatina, una risatina.

In tutta l'amarezza che mi avvolgeva, ho proposto soluzioni ovvero poter usufruire di altri trasporti scolastici di altri comuni attigui. Un pulmino è pieno.
Per l'altro pulmino, che viaggia vuoto per metà, l'altro sindaco, mi viene riferito, "non vuole".
Non me ne faccio una ragione. Prima si avvia il servizio, poi si toglie, poi si fanno proposte umanamente inaccettabili. Con l'anno scolastico in corsa e l'estate trascorsa a fare tutt'altro e ben altro.

In tutto ciò, sottolineo che nella poca disponibilità di bus scolastici ed autisti con i giusti requisiti, per utilizzare con parsimonia dette risorse, si lascia Ivan a piedi e si prelevano 12enni nel centro urbano.
Altro risultato di elevata ingegneria logistica.

Io non li conto più i convegni, progetti, finanziamenti, fiumi di soldi per sfavorire lo spopolamento delle aree interne.
Ma da lunedì ho certamente davanti agli occhi quotidianamente un esempio di come FAVORIRE lo spopolamento, la sfiducia nel modo di gestire la cosa pubblica e l'assenza di gestione da buon padre di famiglia.

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