Sono trascorsi 20 anni dalla tragedia di San Giuliano di Puglia, il paese molisano dove la mattina del 31ottobre 2002, alle 11:32, una scossa sismica di magnitudo 5.4 della scala Richter, provocò il crollo della scuola elementare ‘Jovine’ e la morte di 27 bambini e della maestra Carmela Ciniglio.
Ventisette bambini tra i 6 ed i 10 anni – gli ‘Angeli di San Giuliano’ – che quella mattina non sono riusciti a fuggire e sono stati inghiottiti dalle macerie.
In occasione del ventennale dell’accaduto la commemorazione della Giornata della memoria prevede tre giorni di eventi. Per il crollo della scuola furono condannate cinque persone accusate di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e disastro colposo: l’ex sindaco Antonio Borrelli, che nella tragedia perse una figlia, a due anni e 11 mesi di reclusione; il progettista della sopraelevazione della scuola Giuseppe La Serra, il direttore dell’Ufficio tecnico del Comune Mario Marinaro e gli imprenditori edili Giovanni Martino e Carmine Abiuso, tutti a cinque anni di reclusione
San Giuliano di Puglia non era un comune a rischio sismico ma quella tragedia segnò la svolta nelle classificazioni sismiche in tutta Italia. La normativa antisismica era rimasta ferma per quanto riguarda la classificazione delle zone sismiche al 1984 e, in relazione alle norme tecniche per la costruzione in zona sismica, al 1996. Nel 2003 è stata emessa, da parte del Dipartimento della Protezione civile, un’ordinanza per la sicurezza delle costruzioni in zona sismica che ha messo in luce la necessità di un radicale aggiornamento del quadro normativo italiano avvenuto nel 2005, con un successivo decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il quale è stato approvato il testo unico sulle norme tecniche delle costruzioni.
Ma a distanza di 20 anni c’è ancora tanto dà lavorare per la sicurezza sismica nelle scuole poco è stato fatto
Il XXI rapporto di Legambiente sull’Ecosistema Scuola fotografa una situazione molto grave dei nostri istituti: edifici fatiscenti, problemi legati alla sismicità, mancanza delle procedure anti incendio. In Italia sono 11 le regioni che hanno Comuni in zona 1, ossia ad elevato rischio sismico, ma tutte, ad eccezione della Sardegna, hanno Comuni e scuole in zona 2 (rischio medio-elevato). 4 milioni e 300.000 i bambini ed i ragazzi che risiedono in queste due zone.
Eppure gli edifici migliorati e adeguati sismicamente sono soltanto il 2%, mentre quelli progettati secondo la normativa antisismica sono 2.740, il 7% del totale. I risultati migliori si riferiscono a Friuli Venezia Giulia (28%), Umbria (23%), Marche (17%), Molise e Toscana (12%), Veneto (10%).
Tra le Regioni meno virtuose: Campania (1%), Lazio (2%), Liguria e Lombardia (3%). Rispetto, poi, alle prove di evacuazione, obbligatorie almeno due volte l’anno, nel 2020-2021 sono state effettuate in poco più della metà delle scuole (56%), non sono state effettuate nel 33% o solo alcune classi nell’11%. E quando vengono effettuate riguardano quasi esclusivamente il rischio Incendio (99%), e quello sismico (77%).
Quanto accaduto a San Giuliano di Puglia rappresenta ancora oggi un momento di riflessione su cosa è stato fatto e su cosa fare affinché tragedie di questa portata non avvengano mai più.
“Saremo sempre in debito morale verso generazioni di bambini che non siamo stati in grado di proteggere”.