Teatro, all'Italo Argentino un viaggio nella poesia d'amore greca e latina

L'appuntamento con 'Odi et amo - L'Amore al tempo degli dei' martedì alle 21. Tra i protagonisti anche l'attrice agnonese Paola Cerimele

La redazione
16/12/2012
Attualità
Condividi su:

AGNONE. Un viaggio nella poesia d’amore greca e latina. E’ quello che presenterà la Compagnia Stabile del Molise sul palcoscenico dell’Italo Argentino. L'appuntamento è per martedì 18 dicembre a partire dalle ore 21 (ingresso 10 euro). “Odi et amo – L’Amore al tempo degli dei”, questo il nome dello spettacolo, vedrà come protagonisti gli attori Edoardo Siravo, l’agnonese Paola Cerimele, Silvia Siravo e Raffaello Lombardi. La punteggiatura musicale è affidata al maestro Piero Trofa, mentre la drammaturgia è di Michele Di Martino.


Note dell’autore:

"Abbiamo scelto di realizzare una lettura di testi poetici greci e latini dedicati all’amore non solo per compiere un “viaggio” nella cultura classica, ma anche per il riconoscimento che dobbiamo a quella  produzione letteraria, così aderente e vicina alla nostra sensibilità. “Odi et amo”, celebre frase di Catullo che dà il nome allo spettacolo, costituisce una premessa che apre una vasta riflessione sull’amore, argomento che è assai dibattuto, oltre che nella letteratura greca anche nella cultura e nel mondo romano.  Seguiremo così un percorso tra le opere più belle e a volte meno note dell’antichità, con una lettura che si snoderà sia attraverso i grandi lirici greci, come Saffo, Archiloco, Anacreonte, sia gli autori latini del I sec. a.C., come Valerio Edituo, Catullo, Virgilio e Orazio ed altri del I e II sec. d.C., come Ovidio, Tibullo e Properzio; presenteremo, inoltre, alcune “divagazioni” tra le grandi scritture tragiche come quella dell’Ippolito e della Medea di Euripide.
Sospeso tra amore e memoria, tra vita e poesia, questo spettacolo, portato in palcoscenico da Edoardo Siravo, Silvia Siravo e Paola Cerimele, vuole offrire un’opportunità di conoscenza non meramente esegetica e filologica, ma  una fruizione diretta delle opere dei nostri antenati, un contatto diretto con loro più  fervido e appassionato: un modo per rivivere nel nostro animo quelle emozioni antiche, remote, di risalire il fiume dei segni che ci arriva dalle civiltà di cui noi siamo eredi diretti, di cogliere in modo più profondo il senso poetico e drammatico, la visione dell’amore, del sentimento, della vita di quel tempo". (M.D.M)


                                     
 

Leggi altre notizie su Alto Molise
Condividi su: