Via Gamberale: Conclusa la vicenda giudiziaria a carico dell'ex sindaco Marcovecchio:"Non luogo a procedere, il fatto non costituisce reato",

Maria Carosella
19/05/2023
Attualità
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Rovina colposa di edificio e omissione di atti d'ufficio. Eano queste le due ipotesi di reato sulle quali la Procura della Repubblica di Isernia ha indagato nell'anno 2020 in merito ad un presunto abuso edilizio commesso ad Agnone. Il caso fece parlare di se che portò i Carabinieri della stazione di Agnone, su mandato della Procura pentra, a porre sotto sequestro l'intera via Preside Gamberale. Fu aperta una inchiesta scaturita da un esposto in Procura presentato da un agnonese che avrebbe denunciato infiltrazioni d'acqua in un fabbricato che si trova in quella strada.  In seguito all'accertamento sul posto e ai sopralluoghi dei Vigili del fuoco e della Polizia municipale sarebbe emerso un danno potenziale proprio a carico della sede stradale. Al fine di scongiurare un eventuale rischio crolli la Procura dispose il sequestro della strada. Tale vicenda vide coinvolto l'allora sindaco di Agnone Lorenzo Marcovecchio  e personale dipendente del Municipio.

Ma la vicenda a carico dell'ex sindaco  e l’allora responsabile dell’ufficio tecnico – geom. Carmine Masciotra, indagati per rifiuto di atti  ufficio,  si è conclusa dinanzi la dott.ssa SAPIO, GUP presso il Tribunale di Isernia, il 18 maggio con una sentenza di non luogo a procedere “perché il fatto non costituisce reato” 

L’ex Sindaco e l’ex responsabile dell’ufficio tecnico erano stati indagati perché – a dire del cittadino, prima, e della Procura, poi - si sarebbero rifiutati di adottare un non meglio precisato “atto di ufficio” che – per come dimostrato dagli avvocati Lidia Di Ciocco (per l’ex Sindaco) e Fabio Milano (per l’ex. Responsabile dell’ufficio tecnico) – non era mai esistito.

Mai alcun tecnico, infatti, aveva segnalato criticità o pericolosità tali che avrebbero imposto o quantomeno lasciato ipotizzare che via Preside Gamberale potesse crollare da un momento all’altro costituendo un pericolo per la pubblica o privata incolumità.

Ciò è tanto più vero poiché, per come rappresentato nell’udienza preliminare, quando sono stati approntati i lavori di ripristino non c’è stato bisogno di intaccare nemmeno l’asfalto proprio perché il pericolo non interessava l’asse viario.

Viva soddisfazione esprime l’avv. Lorenzo Marcovecchio il quale, nel ringraziare la collega Di Ciocco dichiara “ con la pronuncia di oggi (che – di fatto – archivia un procedimento senza la necessità dell’eventuale dibattimento), la Magistratura certifica che mai la condotta del sottoscritto è stata posta in essere in danno dell’Ente. Dispiace solo di esser stato, in questi anni di amministrazione, vittima di continui e ripetuti attacchi che erano solo e soltanto strumentali per come dimostrato dinanzi ai Tribunali”.

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