Il punto/ Ma n'n c'cred, mo vedem, po vedem

di Enzo C. Delli Quadri
19/01/2013
Attualità
Condividi su:

Mastronardi, Sciulli, Tarantini, Zarlenga, Mendozzi, Cacciavillani, Marcovecchio, Scopino, Scura, Patitucci, Cinocca, Caruso, Carmosino, Monaco, Venosini, Schipani, Chiantese, Saia, Lombardi, Piluso, Santorelli, D’Angelo, Di Nunzio, Delle Donne, Cavorso, Palomba, D’Angelo, Donatelli, Petta,….e altri Amministratori almosaviani.
Li ho conosciuti e/o li ho visti all’opera. Gente tosta, capace, risoluta, che sa affrontare le dure condizioni dettate dalle esigenze di Amministrazione di un Comune, di un territorio. Si adoperano tutti per migliorare le condizioni di vita dei loro concittadini; sono loro vicini, ne colgono le necessità e ne alleviano le difficoltà.
Peccato che, facendolo e facendolo anche bene e meglio, ottengano risultati contraddittori:
1.      Da una parte, proprio perché operano al meglio, portano i cittadini a pensare che, tutto sommato, una qualche soluzione ai problemi si possa sempre trovare.

2.      Dall’altra, portano i cittadini a dividersi sulle loro appartenenze politiche o partitiche che, purtroppo, conducono ai capifila di Partito o di Caste Provinciali e Regionali.

Conseguentemente, i cittadini stessi non avvertono pienamente il vero grande problema che attanaglia il loro territorio: la mancanza di una politica territoriale o delle aree interne, che è impensabile in un clima di divisioni e scarse collaborazioni. E il territorio, in queste loro divisioni e contrapposizioni, subisce effetti chiaramente devastanti. In Val Badia, o in Alto Adige, come nelle ricche province del nord di Italia, questo problema non esiste: possono dividersi come meglio credono;  c’è, comunque, ricchezza da distribuire. Da noi no, la divisione porta a dividere povertà; porta a dividere desertificazione morale e materiale.
Per stare a discorsi di questi giorni: avevamo chiuso il 2012 con le notizie circa il ridimensionamento irreversibile dell’ospedale Caracciolo di Agnone, accolto con un “poteva andar peggio!!!!!”. Apriamo il 2013 con le notizie riguardanti l’istituzione ad Avezzano e non a Castel di Sangro della sede di un nuovo liceo a indirizzo sportivo. E, ancora, con le notizie della soppressione delle corse giornaliere che collegano l’Alto Molise-Vastese con Roma (quelle con Napoli erano già state soppresse).
Ed è così che un vasto territorio di confine viene ad essere isolato dal resto delle Regioni Abruzzo e Molise, fino a far ipotizzare la creazione di una novella isola Pianosa, ottima per ospitare un Carcere, da cui difficile evadere, stante una viabilità scadente, le lunghe distanze da centri importanti, le strade malmesse e disabitate.
---
Ricordo l’anno 1991, quando incontrando il dr. Renato Gamberale, ex Direttore dell’Ospedale Caracciolo di Agnone, mia caro amico, mi sentii apostrofare più o meno così:
“Enzo, ma cosa pensi mai di fare con questa tua storia di collegare l’Alto Molise con il Vastese e il Sangro!!??!! Agnone ha una sua dimensione che la mette al riparo da tutto. Con l’ospedale e tutti gli annessi e connessi Agnone conserverà tutti i suoi abitanti (allora 8.000, oggi 5.000) e tutti i suoi servizi”.
“Guarda, Renato, che la finanza pubblica entrerà in crisi e non vi saranno molti più soldi per il Mezzogiorno; occorre pensare ad attività imprenditoriali che prescindano dalla spesa pubblica”
Ma no!!
“Renato, ti prego, rifletti, gli egoismi del Nord si stanno svegliando (era nata la Lega Nord) e faranno storie in merito alla destinazione di risorse verso zone come la nostra”
“Ma no”
“Renato, l’Europa si apre ai paesi dell’Est, e avremo nuovi concorrenti circa il finanziamento di progetti speciali”
“Ma no”
A questi “ma No” si sono aggiunti, negli anni, “ma n’n c’ cred” oppure “mo vedem” oppure ancora “po Vedem” e, intanto, molti marpioni, approfittando, ieri, delle divisioni della popolazione tra Andreotti e Berlinguer, e, oggi, tra Berlusconi e Bersani,  andavano e vanno ad occupare ottime posizioni nella Casta Politica Regionale o Provinciale” buona per loro, non certamente per il territorio nel suo insieme, che si ritrova con:
-          costi anche superiori a quelli medi nazionali (riscaldamento, scuole ed ospedali fuori zona, pompe di benzina a decine di Km);

-          meno servizi;

-          un patrimonio immobiliare praticamente azzerato (è valsa la pena veder azzerato il valore della casa che i propri genitori hanno costruito con tanta fatica, per avere un posto di bidello? E questo è un caso di quelli buoni, perché per tanti altri esiste la stessa penalizzazione immobiliare, accompagnata dall’esigenza di emigrare).

-          disgregazione di famiglie per esigenze di lavoro.

Ma si continua con i     “ma n’n c’ cred”     “mo vedem”     “po vedem”    e via di questo passo, invece di decidersi, una buona volta per tutte, ad allearsi in nome del proprio bistrattato territorio.
---
Ecco come Maria Delli Quadri descrive la notizia della eliminazione delle corse giornaliere che collegavano l’alto Molise-Vastese a Roma.


La notizia della soppressione della corriera Agnone-Roma( che già conoscevo da tempo) mi ha portato sconforto e tristezza, perchè un'altra fetta del nostro mondo se ne va lasciando questo territorio di confine senza difese e collegamenti con il resto delle vie di comunicazione che contano. Le corriere di Cerella sono state per anni la storia del nostro paese, dei nostri viaggi per raggiungere le due città o anche per semplici spostamenti intermedi. Sono state un punto di riferimento e avevano perfino un ufficio più giù del bar Legionario. La mattina,alle 8, c'era il raduno dei partenti e dei pendolari. La corriera veniva da Vasto e quasi mai faceva ritardo. Anch'io l'ho presa quando andavo ad insegnare a Fontesambuco. Eravamo una schiera di maestri che scendevamo alle diverse fermate, per proseguire a piedi lungo i sentieri dirupati che ci portavano alla meta.Ma la corriera di Cerella era per me un sogno: nelle mattine d'estate mi affacciavo al balcone principale di casa mia e assistevo alle partenze di quelli che partivano per Roma; soprattutto quando eravamo alla fine di agosto, gli agnonesi trapiantati raggiungevano i luoghi di lavoro, dopo la pausa estiva. il mio cuore e la mia fantasia erano con loro. E, come da piccola seguivo con la mente il tram delle 4 di pomeriggio che, sferragliando passava per la via, così la corriera di Cerella si portava dietro i miei sogni di adolescente.

Leggi altre notizie su Alto Molise
Condividi su: