Spopolamento e case vuote, da problema a opportunità di sviluppo

La proposta dell’Università delle Generazioni di Agnone

redazione
29/07/2010
Attualità
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AGNONE - Rinsaldare i rapporti mare-montagna sfruttando il considerevole patrimonio immobiliare, le case vuote che sono sempre di più nei paesi montani, trasformando così la piaga dello spopolamento in una poteziale risorsa. E' la proposta che arriva dall'Università delle generazioni di Agnone, per bocca del sociologo Domenico Lanciano. "Già nel 1992, in occasione della prima edizione della Festa del mare in montagna a Rio Verde e a Villacanale, l’Università delle Generazioni, alla presenza del sindaco di Pescopennataro, del vice-sindaco di Vasto e del rappresentante del sindaco di Agnone, aveva cercato di aggregare le amministrazioni locali per instaurare un rapporto tra mare e montagna, reciprocamente utile attraverso numerose iniziative socio-economiche, turistiche e culturali. Adesso, a distanza di 18 anni, - spiega Lanciano - l’Università delle Generazioni intende rilanciare quel rapporto tra l’Alto Molise e la sua naturale costa molisana-abruzzese ancora di più necessario per superare l’attuale periodo di crisi. Uno dei temi più attinenti è quello delle seconde case. Mentre sono davvero tante le famiglie altomolisane che hanno una seconda casa sulla riviera molisana-abruzzese, non altrettanto si può dire per le famiglie della costa. Infatti, è quasi inesistente un vero e proprio mercato immobiliare di seconde case (nuove o antiche) in Alto Molise per famiglie provenienti dal mare o dalle città. Ciò è ancora più evidente a fronte di un sempre maggiore spopolamento montano che metterebbe a disposizione un considerevole patrimonio edilizio nei paesi e nelle campagne. L’Alto Molise “rischia” di essere “colonizzato” più da famiglie provenienti dall’estero (ci sono già i primi residenti e vacanzieri provenienti dall’Europa centrale che hanno acquistato casa nelle contrade e nei nostri paesi) piuttosto che abitato da famiglie ”nostrane” (provenienti, ad esempio, da Vasto o da Pescara, dalle limitrofe regioni di Lazio, Puglia e Campania) che potrebbero usare le seconde case pure nei week-end invernali oltre che per il periodo più propriamente estivo. Finora non hanno dato esiti soddisfacenti i provvedimenti pubblici per i cosiddetti “alberghi diffusi”, quindi bisognerebbe adottare una più adeguata strategia (pubblica e privata) che, nel contempo, salvi il patrimonio edilizio disponibile (specie nelle campagne e nei paesi semi-spopolati) e assicuri all’ Alto Molise una fruizione tale che sia la più estesa ed utile, possibilmente nell’arco di tutto l’anno. Altra significativa iniziativa (che potrebbe essere sostenuta dalle regioni Abruzzo e Molise, ma auspicabilmente pure da privati a ciò interessati) - continua il sociologo - potrebbe essere quella di istituire linee estive di autobus e scuolabus (almeno in luglio ed agosto) che portino quotidianamente, a prezzi vantaggiosi e promozionali, alle montagne dell’Alto Molise vacanzieri e residenti della costa e, viceversa, verso la costa le famiglie altomolisane. Ovviamente, questo “pacchetto turistico” giornaliero potrebbe essere organizzato in modo tale da far muovere un largo indotto e da produrre, anno dopo anno, utili rapporti socio-economici e culturali che valgano a ridurre ulteriormente l’isolamento montano. L’esperienza dimostra che in parecchie realtà regionali tale rapporto viene vissuto e valorizzato in modo ottimale, sempre con la presenza e l’incoraggiamento delle istituzioni territoriali. Sarebbe il momento giusto (proprio e nonostante la crisi in atto) smuovere almeno un po’ le acque (è il caso di dire) per utilizzare e rilanciare le risorse locali come patrimonio irrinunciabile per la maggiore e migliore crescita delle nostre popolazioni che altrimenti rischiano la depressione anche psicologica".

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