Capracotta, tanta neve ma gli impianti da discesa restano chiusi

La denuncia di un operatore turistico

redazione
11/02/2013
Attualità
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CAPRACOTTA. Tanta neve ma a Capracotta gli impianti di risalita sono ancora chiusi. Fernando Carlucci, gestore dell’Hotel Capracotta: “Ecco il risultato della mala gestione della cosa pubblica. A chi dobbiamo dire grazie per i ritardi che la stazione sciistica sta patendo da tre anni a questa parte?”

“Non è più possibile starsene in silenzio ed assistere inermi al tracollo di un’economia che aveva nella neve il suo punto di forza. A questo punto è forse il momento di mollare tutto ed andare via, dove non ci sono diatribe politiche ed incapacità gestionali ad opzionare il futuro di chi vuole solo continuare a lavorare”. È stanco di combattere contro quelli che definisce “incapaci di intendere e volere, politici e pseudo-maneger” ed allo stesso tempo è fortemente motivato ad abbandonare quell’impresa in cui ha creduto per anni. Fernando Carlucci, gestore dell’Hotel Capracotta, ne ha piene le tasche della burocrazia, ma soprattutto di quella inconcludenza gestionale che per il terzo anno consecutivo sta impedendo alla stazione sciistica del Molise Altissimo di poter vedere in funzione gli impianti di risalita di Montecapraro.

“Ho l’albergo pieno – dice – ma i miei ospiti non possono andare a sciare perché gli impianti, malgrado la spessa coltre di neve, continuano ad essere desolatamente chiusi. Pensavamo di aver risolto il problema della gestione della stazione sciistica con l’arrivo di Funivie Molise, la società che gestisce anche gli impianti di Campitello Matese, ma così non è stato. Anzi, non si sa bene per quali motivi ma a pensar male non si fa peccato, con l’avvento del nuovo management i problemi non si sono affatto dileguati. Ogni giorno – prosegue Carlucci – c’è qualcosa che impedisce agli impianti di Montecapraro di entrare in funzione; ogni giorno qualche problema burocratico. Ma a chi vogliono prendere in giro? Invece di inventarsi qualche panzana, dicano chiaramente che questa stazione non deve entrare in funzione! Io so solamente una cosa: gli ospiti dell’albergo hanno detto che non torneranno più a Capracotta e questo certo non è una bella pubblicità”.

Carlucci, naturalmente, si è fatta la sua opinione sul perché di tutto questo. “Siamo scomodi, quindi  dobbiamo essere ostacolati. Ma quel che fa più rabbia è che a metterci i bastoni tra le ruote, ad impedirci di fare turismo, a bloccare cioè lo sviluppo di quest’area è proprio la politica, quella stessa che, di volta in volta, decide di mettere a capo di quelle società che dovrebbero creare occasioni di crescita economica, persone incapaci, che non riescono a guardare oltre il proprio naso. Ed è grazie a questa politica, ma anche a questi grandi manager, che ci ritroviamo nelle condizioni attuali. Ad un imprenditore come me – conclude Fernando Carlucci – non resta altro che fare le valige e cercare di creare qualcosa altrove. Con buona pace dell’occupazione e dello sviluppo economico regionale”.

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