Quei fantasmi eolici che uccidono il Molise, la canzone di Celentano

di Simona Orlando su Il Messaggero
20/02/2013
Attualità
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ROMA - Sembrava strano che Adriano Celentano non dicesse la sua in periodo preelettorale. Francamente, non se ne infischia. E sul suo blog posta l’inedito intitolato Ti fai del male, più che una canzone un comizio sonoro che viaggia come una elettromarcia. Sei minuti di mantra «Se non voti ti fai del male, se non voti non cambia niente», un chiaro endorsement al Movimento Cinque Stelle.

Prima elenca i guai dell’Italia «Ormai la politica è come lo sport: facciamo il tifo per chi ci tradisce», a partire dal femminicidio («Governi che abbandonano le donne. Sono più di cento in un anno le donne che vengono assassinate da mariti e padri, pazzi di gelosia, senza un filo di dignità»), scagliandosi contro il federalismo e la cementificazione («l’Italia ormai è ridotta una lastra di cemento come una coltre funebre, sulle quali si annidano le pericolose polveri sottili della corruzione).

Cita il Molise ucciso da «questi fantasmi eolici che muovono il vento» e Venezia, rovinata da «mostri, orribili navi che sembrano palazzi e che devastano la laguna». Fa un sibillino riferimento alle dimissioni del Papa (lo scorso anno a Sanremo i rapporti con la Chiesa non furono rosei): «Non si può dire che i tempi non siano confusi e mentre il pastore, per salvare il suo gregge, scuote la terra degli scandali, riemergono purtroppo parole pericolose come condono tombale. E da qui si capisce che i politici sono lontani anni luce dal capire quale siano davvero i motivi di questa crisi, eppure ci camminano sopra».

Infine dà la sua soluzione, su una base musicale apocalittica. Italiani, cosa fare? «Non c’è altro mezzo per risolvere la crisi. Dobbiamo cancellare tutto ciò che ci rattrista, stracciare il brutto dell‘Italia come si straccerebbe una lettera scritta da uomini bugiardi, piena di errori, ma soprattutto piena di inganni». Ricostruire il paese su fondamenta nuove, magari grilline: «Ci stanno rubando il mondo però si dice in giro che fra i partiti c’è un’oda nuova che è partita dal niente, una valanga che sta avanzando come un ciclone per abbattere il marcio della nazione. Se non voti ritornano ancora».

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