Scarpitti: ci può salvare la capacità progettuale della Regione
Si può essere favorevoli o contrari all’autostrada senza fare un ragionamento approfondito e senza rappresentare il Molise futuro al quale aspiriamo?
Io sono favorevole all’autostrada del Molise, ma anche contrario.
Ad un occhio superficiale questa può sembrare una contraddizione, eppure non è così. Mi corre l’obbligo, quindi, di spiegare questa posizione che può apparire soltanto stravagante, ma non lo è perché fondata su una serie di ragionamenti.
Partiamo dalla situazione attuale:la nostra regione ha bisogno estremo di sviluppo; non può continuare a sopravvivere di pensioni e posti di lavoro offerti dallo Stato ed enti pubblici di ogni genere; deve mettere sul mercato qualcosa di originale da offrire all’esterno e che produca ricchezza.
Le politiche regionali degli ultimi quarant’anni hanno cercato di favorire lo sviluppo industriale, riuscendoci in modo molto modesto, tanto è vero che oggi abbiamo davanti agli occhi un vero cimitero di aziende, e nello stesso tempo hanno sacrificato l’agricoltura e la zootecnia, un tempo attività trainanti su tutto il territorio, ed hanno mortificato l’artigianato che rappresentava un fiore all’occhiello. Negli stessi anni la costruzione di infrastrutture, soprattutto vie di comunicazione, è stata molto ridotta e quando è avvenuta è risultata lentissima, quindi sempre in ritardo rispetto alle esigenze. Addirittura è stata consentita la chiusura di una linea ferroviaria che poteva essere di grande interesse, come la Carpinone Sulmona, che in origine era destinata a rappresentare la direttrice di collegamento tra il mare Adriatico ed il Tirreno.
Ciò nonostante, i nostri politici in campagna elettorale ci magnificano le potenzialità turistiche dell’Alto Molise. Io la considero una provocazione. Ci vuole una bel coraggio a parlare di turismo sapendo di non avere ricettività alberghiera, di essere quasi privi di produzioni agricole ed alimentari originali e di grande qualità (e quelle ancora esistenti rischiano l’estinzione) di non avere più un artigianato ed una piccola industria capaci di catturare l’interesse degli ospiti, di non poter offrire attrazioni di svago e divertimento ben gestite ed efficienti, ed infine senza una via di comunicazione rapida. A questo proposito facciamo un esempio: un turista che volesse raggiungere l’Alto Molise da Roma impiegherebbe 1 ora per compiere 120 chilometri di autostrada fino a San Vittore, poi per raggiungere Pescolanciano, la porta d’ingesso dell’Alto Molise, impiegherebbe 1 ora e mezza per percorrere poco più di 50 chilometri, districandosi tra limiti di velocità, divieti di sorpasso e attraversamento obbligatorio di Venafro, con il suo bel semaforo sempre pronto ad entrare in funzione e la sua aria piena di smog. E’ questo il modo giusto per richiamare turisti? Non credo.
Costruire l’autostrada, o superstrada che dir si voglia, sarebbe importantissimo perché come la ferrovia, a fine ottocento, è risultata efficacissimo elemento di sviluppo per le nostre popolazioni, così un’arteria veloce consentirebbe al Molise interno di uscire dall’isolamento dal mercato nazionale dal quale oggi è praticamente escluso.
E questo è il ragionamento decisamente a favore dell’autostrada.
Ma subito dopo vengono gli aspetti negativi. Quanti anni ci vorrebbero per costruire l’arteria? Trenta? Quaranta? Tra difficoltà progettuali, scarsità di finanziamenti, interessi economici, ritardi burocratici, blocchi degli ecologisti, che sembra preferiscano il puzzo di Venafro, e immancabili interventi della magistratura, quando sarà terminata l’Alto Molise sarà pressoché disabitato, con pochi irremovibili anziani e senza alcuna struttura produttiva. Questo mi fa essere contrario ad un investimento che in tal caso risulterebbe sicuramente inutile. Oltre tutto l’inutilità sarebbe tanto più evidente se il suo percorso non dovesse neanche sfiorare l’Alto Molise.
Tuttavia, se il governo regionale, che è nuovo e dice di avere importanti idee di sviluppo per l’intera regione, riuscisse a promuovere un progetto intelligente per il futuro la realtà potrebbe cambiare. Ecco perché ritengo che non si possa essere oggi favorevoli o contrari all’autostrada e sbagliano, a mio avviso, coloro che ne dichiarano a priori l’utilità o viceversa l’inutilità senza conoscere i programmi per il futuro e decretando fin d’ora la morte certa dell’Alto Molise. L’unica nostra speranza di salvezza risiede nella capacità progettuale del governo regionale.
Luciano Scarpitti