Don Antonio, durante l'omelia, conferma la profezia: Per Papa nero intendevo proprio un gesuita

Francesco Bottone
17/03/2013
Attualità
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Mentre gli occhi del mondo intero erano puntati su piazza San Pietro per il primo Angelus di Papa Francesco, nella parrocchia di San Maurizio Martire di Schiavi di Abruzzo l'attenzione e la curiosità dei fedeli erano orientate alle parole di don Antonio Di Palma. La prima omelia domenicale del parroco di montagna dopo l'avverarsi della sua profezia, quella resa pubblica sin dal 14 febbraio scorso e riportata dal quotidiano I FATTI DEL NUOVO MOLISE, quando appunto aveva previsto l'elezione di un Papa "nero", cioè un gesuita. E don Antonio, al centro dell'attenzione mediatica in questi giorni successivi all'avverarsi della sua "profezia", non si è fatto desiderare ed è tornato a spiegare il senso autentico delle sue parole rivelatesi profetiche.

"I giornalisti hanno interpretato in modo perfetto le mie parole del 14 febbraio scorso, quelle sull'elezione del Pontefice. - ha ribadito, e questa volta dall'altare, il sacerdote - Con la formula "Papa nero" intendevo alludere proprio all'avvento di un Papa scelto tra i gesuiti. Quando è usicito l'articolo, a febbraio, in edicola a Schiavi mi hanno chiesto: Don Antonio, allora pensi davvero ad un Papa nero? E io ho risposto: Un Papa nero, cioè un gesuita, certo".

Una conferma ufficiale, dunque, a quanto già dichiarato al telefono proprio alla nostra testata, da parte del parroco di Schiavi. E se qualcuno, magari, pensava ad una giustificazione col senno di poi data ai giornalisti, ora che don Antonio ha ribadito l'interpretazione autentica delle sue parole dall'altare, per i fedeli scatta quasi un obbligo a crederci e a prenderne atto. L'eccezionalità delle sue parole profetiche, è opportuno ribadirlo, sta nel fatto che i cardinali hanno eletto l'unico gesuita presente in Conclave.

Parlando a braccio al termine della messa il sacerdote originario di Guardiabruna ha anche citato un piccolo, ma significativo episodio che accomuna la sua figura e quella del nuovo romano Pontefice.

"Tutti avete visto in tv che il Santo Padre Francesco ha avuto qualche difficoltà ad aprire la porta degli alloggi pontifici. Proprio come è successo a me quando ho preso possesso di questa parrocchia di San Maurizio Martire. Ricorderete che non riuscivo ad aprire il portale della chiesa".

In quell'occasione, infatti, il parroco precedente, don Erminio Gallo, fu costretto ad aiutare il suo confratello ad aprire il portale della chiesa (vedi foto pubblicata accanto. ndr).

"Ecco, come vedete, - ha chiuso divertito don Antonio - c'è una certa sintonia tra me e il Papa Francesco, anche in questo piccolo episodio delle chiavi".

 

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