Di fronte alla crisi che sta attraversando l'ospedale di Agnone, segnata dalla partenza di due medici, il dottor Pasquale Pannunzio rivolge un appello alle istituzioni locali, chiedendo risposte concrete ai cittadini e un confronto pubblico sulle possibili soluzioni per rilanciare la struttura. "Questa è la terza volta che propongo soluzioni, ma le mie proposte cadono nel vuoto assoluto. È ora che le istituzioni diano risposte concrete," afferma Pannunzio, evidenziando il rischio di un ulteriore degrado della situazione sanitaria nella regione.
Le proposte di Pannunzio per il rilancio dell’ospedale
"Circa 80 milioni di euro sono pagati dalla Regione Molise per la mobilità passiva, ossia per i cittadini residenti che si rivolgono a strutture extraregionali per eseguire prestazioni sanitarie. Queste prestazioni sono perlopiù di livello medio-basso. Le specialità maggiormente interessate a questo flusso sono: ortopedia, ginecologia, chirurgia generale e cardiologia. La regione che attrae più pazienti molisani è l'Abruzzo. In questo contesto, in una prospettiva di razionalizzazione della spesa, potrebbe inserirsi l'ospedale di Agnone, chiedendo un accreditamento per arginare la mobilità passiva (4-5 milioni di euro che non sarebbero eresia alla luce dei numeri, parliamo del 5-6% dell’esodo regionale, molti cittadini alto molisani tra l’altro), offrendo prestazioni proprio nelle specialità dove questo fenomeno è più rilevante e dove le liste di attesa sono maggiori,senza escludere naturalmente i residenti extraregionali. Si potrebbe creare una società ad hoc, autonoma, nella forma giuridica che si preferisce, per gestire il surplus derivante dall'accreditamento.
• Considerando, inoltre, che il 25% dei cittadini italiani (praticamente 1 su 4) ha un'assicurazione sanitaria, molte prestazioni potrebbero essere eseguite attraverso questa fonte. Il tutto potrebbe essere affiancato da attività private a costi sostenibili. Le statistiche dicono che il 23% degli italiani paga di tasca propria per le prestazioni sanitarie. In pratica, metà delle prestazioni sanitarie verrebbe eseguita senza accreditamento. Una buona percentuale di quelle accreditate (30-40%) proverrebbe da utenti extraregionali (mobilità attiva), quindi denaro proveniente da altre Regioni. Accreditamento Regionale, più extraregionale, assicurazioni sanitarie, attività privata, più eventuali finanziamenti a fondo perduto, consentirebbe di raccogliere cifre importanti per ripartire in grande stile. Questa è la sanità moderna, strutturata su una gestione manageriale ( anche no profit, attraverso una Fondazione o Ente del Terzo Settore), efficiente e trasparente. Oltre le logiche assistenzialistiche modello anni '70-'80. Consentirebbe di sfruttare appieno le potenzialità dell'ospedale di Agnone, che attualmente è inutilizzato al 70% delle sue possibilità, con sale operatorie adeguate, ristrutturate ma chiuse. Significherebbe un rilancio sostanziale, con la possibilità di svolgere migliaia di interventi in day surgery, ricreando servizi essenziali, pur mantenendo la parte pubblica attuale (finchè dura).
• Queste sono le mie riflessioni sulle tante opportunità di rilancio della sanità dell'Alto Molise. Non capisco perché stiamo perdendo tutte queste possibilità. Forse i politici locali, sindaci e non, dovrebbero scendere in campo per darci delle spiegazioni. Ne avremmo il diritto, se non altro per sapere perché non si possano realizzare determinate soluzioni. In un'ottica di ridimensionamento della spesa sanitaria, il nostro ospedale potrebbe essere il primo a chiudere. Poi non venite a dirci che avete fatto il possibile per salvarlo, perché alla luce delle tante opportunità, si può fare di più, molto di più, percorrendo strade alternative. Le mie proposte vanno sicuramente perfezionate, ma in ogni caso se ne possono avanzare altre. Cerchiamo di riappropriarci di ciò che ci spetta. Ne abbiamo il diritto, le capacità e anche il potere per farlo."
Dott Pasquale Pannunzio