Alla fine, dopo numerosi avvertimenti e istanze, rimasti tutti senza esito, il comitato del referendum per l’annessione all’Abruzzo della provincia di Isernia, ha presentato un ricorso al Capo dello Stato, accusando Saia e, per lui, l’ente di via Berta, di inerzia istituzionale. Ovvero di non aver dato seguito alla richiesta di referendum presentata da oltre cinquemila firmatari e, pertanto, assolutamente legittima. Nel ricorso, presentato dal professor Celotto, tra l’altro si afferma:
“La condotta procedurale adottata dal Segretario Generale e il silenzio seguito alle rassicurazioni verbali del Presidente della Provincia di Isernia inducevano il Presidente del Comitato Promotore a sporgere uno specifico esposto sui fatti accaduti sia al Dipartimento della Funzione Pubblica, sia all’Ispettorato per la Funzione Pubblica, con
invio per conoscenza al Presidente della Provincia. Allo stato delle cose, dunque, deve presumersi che il procedimento avviato dal Comitato Promotore ai fini dell’adozione della delibera consiliare per l’avvio della procedura referendaria ex art. 132, co. 2, Cost. sul seguente quesito: “VOLETE CHE LA PROVINCIA DI ISERNIA SIA STACCATA DALLA REGIONE MOLISE E AGGREGATA
ALLA REGIONE ABRUZZO?”, si sia concluso negativamente, per effetto della
declaratoria di relativa improcedibilità contenuta nella nota prot. n. 0000306 del
10.01.2025, per come ribadita anche nella successiva nota prot. n. 0001359 del 11.02.2025. La nota prot. n. 0000306 del 10.01.2025 (cfr. doc. n. 4) risulta ictu oculi illegittima e quindi deve
essere annullata”.
Tocca ora pronunciarsi al Consiglio di Stato, competente per i ricorsi al presidente della Repubblica.
Intanto il comitato ha preannunciato una nuova mobilitazione popolare, con gazebo e incontri sul territorio provinciale, anche per raccogliere i fondi necessari a portare avanti la battaglia legale avviata contro la Provincia di Isernia.