“Pentimento” di Izzo, Di Giacomo: “Non vorremmo che la vicenda De Maria fosse già stata cancellata”

20/05/2025
Attualità
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“Ho letto dell’ennesimo caso di pentimento di un detenuto: Angelo Izzo, che insieme a due complici, si rese protagonista del massacro del Circeo e in regime di semilibertà tornò ad uccidere barbaramente due donne a Ferrazzano (Campobasso). Non vorrei che la “vicenda De Maria” fosse già stata cancellata e che prevalesse ancora una volta il “buonismo” e con esso il principio della rieducazione “a tutti i costi” e quindi per una terza volta”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziario che aggiunge: “quella frase di Izzo “non rifarei ciò che ho fatto in passato” riapre una ferita tra familiari e conoscenti di Maria Carmela e Valentina Maiorano, madre e figlia, che furono soffocate da Izzo che tentò di occultare i loro corpi nel giardino della villetta dove si consumò il delitto.

 Tutta la comunità di Ferrazzano non dimentica”. A dimostrare la recidività di tanti detenuti che come Izzo e De Maria hanno ottenuto permessi di lavoro o comunque benefici ci sono negli ultimi anni almeno una decina di casi. Alcuni solo quest’anno. A gennaio un 46enne, detenuto presso il carcere di Milano Opera, ha trascorso il suo permesso premio di Capodanno in modo drammatico a Cermenate, causando disordini. L’uomo, ospite di alcuni familiari, ha mostrato comportamenti aggressivi e violenti nei loro confronti. A febbraio in permesso premio per qualche ora, un detenuto del carcere di Eboli è stato protagonista di alcuni minuti di follia a Torre del Greco prendendo a schiaffi la compagna mentre era in auto. Successivamente ha speronato l’auto di un uomo che ha soccorso la donna, ne ha fermata un'altra in transito, minacciando chi era alla guida. Poi ci sono i casi in cui il permesso premio si trasforma in un'evasione dal carcere come quelli del detenuto di Perugia che non è tornato in carcere dopo il permesso premio e del detenuto sardo del carcere di Bancali che ha fatto lo stesso. 
 

Oppure le vicende del detenuto del carcere di Salerno che rientra in carcere dopo il permesso premio con cocaina nel corpo (ingerisce 30 ovuli) e dei detenuti che al rientro picchiano gli agenti al Cotugno e alle Vallette. Questo solo per fermarci agli ultimi e più recenti eventi che hanno coinvolto detenuti “premiati”. Da parte nostra, raccogliendo diffusi dissensi di cittadini e ancor più di vittime e familiari di vittime – continua il segretario generale S.PP. - ci sia consentito esprimere il nostro punto di vista: si riveda con urgenza la normativa sui permessi e gli istituti di cosiddetta rieducazione, almeno per chi ha commesso gravi delitti di sangue per scongiurare altre vittime. Ce ne sono state già troppe. E si rispetti il dolore dei familiari delle vittime”.

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