“Viviamo nella privazione, ma con fede”: il videomessaggio esclusivo di Padre Romanelli da Gaza alla Caritas di Trivento

Dal cuore della Striscia di Gaza, il racconto della quotidianità durante la guerra e l’appello di una comunità che resiste con fede

Mario Di Laudo
25/05/2025
Attualità
Condividi su:

In un tempo segnato dalla distruzione, da Trivento parte un segno concreto di vicinanza a una delle comunità più provate del Medio Oriente. La Caritas diocesana, guidata da don Alberto Conti, ha raccolto e diffuso il videomessaggio di Padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia a Gaza, che ha raccontato le condizioni della sua parrocchia e della popolazione rifugiata al suo interno.

“Questa parrocchia si chiama Sacra Famiglia – spiega Padre Romanelli – perché, secondo la tradizione della Terra Santa, Gesù, Maria e Giuseppe, nel loro cammino verso l’Egitto, attraversarono proprio Gaza”. Un legame che oggi si carica di un significato drammatico e profondo, mentre la guerra travolge la vita quotidiana.
La Striscia di Gaza ospita oltre due milioni e trecentomila persone, per la quasi totalità musulmani. I cristiani, tra cattolici e ortodossi, erano circa mille all’inizio del conflitto. “Purtroppo – racconta – abbiamo perso un numero considerevole di membri. Cinquantadue cristiani sono morti: venti per cause violente, trentadue per altri motivi, tra cui l’assenza di cure mediche”.

Circa cinquecento persone vivono oggi all’interno del compound parrocchiale: aule scolastiche e oratorio sono diventati spazi di sopravvivenza. “Oltre alla comunità cristiana – spiega – ospitiamo anche bambini e persone disabili di religione musulmana, assistiti dalle suore di Madre Teresa di Calcutta”.
Le condizioni di vita sono durissime. “Già prima della guerra era difficile, ora è molto peggio: manca di tutto”, afferma. Gli aiuti umanitari, che inizialmente riuscivano ad arrivare grazie all’intervento del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pizzaballa, si sono interrotti da circa tre mesi. “Distribuiamo quello che abbiamo, sia tra i rifugiati sia tra i nostri vicini”.

Eppure, nonostante la privazione, si cerca di custodire una normalità spirituale. “Ogni giorno iniziamo con un’ora di silenzio davanti al Santissimo Sacramento. I religiosi fanno lettura spirituale, e spesso partecipano anche i bambini. È una comunità di grande fede”, racconta. Le attività quotidiane comprendono lezioni, momenti di formazione, assistenza ai malati e attività oratoriali con i giovani. “Preghiamo, celebriamo la Messa, recitiamo il Rosario, spieghiamo cosa significa essere cristiani, e poi i ragazzi giocano a calcio, pallavolo, fanno attività culturali. La sera si conclude con un altro momento di preghiera”.

Padre Romanelli lancia anche un appello: “Vi chiediamo di continuare a pregare per la pace, affinché il Signore tocchi i cuori di chi può far finire questa guerra. È importante conoscere la Terra Santa, parlarne con saggezza e rispetto. E chiediamo anche un aiuto materiale, attraverso la diocesi del patriarcato latino”.


È possibile contribuire concretamente a sostenere questa comunità attraverso la Caritas diocesana di Trivento, che ha attivato i canali per raccogliere donazioni e farle arrivare a Gaza.

Infine, un invito a tutti: “Dobbiamo testimoniare la nostra fede con le parole, con le azioni e con la vita”.

Leggi altre notizie su Alto Molise
Condividi su: