A Trivento, in contrada Codacchio, l’arrivo della TikToker napoletana Rita De Crescenzo è stato accolto da applausi, selfie e un pubblico numeroso. L’evento, che ha trasformato una serata estiva in un happening virale, ha attirato curiosi e fan, consolidando un trend che sembra inarrestabile: il “trash” come forma dominante di intrattenimento.
Non si tratta di un caso isolato. Dalle piazze di paese agli studi televisivi, il fenomeno si ripete con costanza: programmi come C’è posta per te, Uomini e donne, Il Grande Fratello, Temptation Island, Avanti un altro e persino il provocatorio Falsissimo di Fabrizio Corona dimostrano come il pubblico premi contenuti leggeri, e spesso sopra le righe, in grado di mescolare spettacolo, esagerazione e vita quotidiana.
I numeri parlano chiaro: follower a centinaia di migliaia, visualizzazioni a milioni, contratti per serate e sponsorizzazioni. Ma se da un lato c’è chi difende queste manifestazioni come un’espressione popolare e democratica dell’intrattenimento, dall’altro c’è chi denuncia un impoverimento culturale, accusando il fenomeno di “intrattenere il vuoto”.
Trivento, con la sua piazza trasformata in palcoscenico social, è solo l’ennesima tappa di un dibattito che tocca costume, comunicazione e identità collettiva. La domanda resta aperta: stiamo vivendo un’evoluzione del pop o una resa al trash?