Agnone, Palazzo San Francesco – Una cerimonia ricca di significato per il “Premio Agnone / Badolato contro lo spopolamento”

Maria Carosella
07/10/2025
Attualità
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Questa mattina, nella suggestiva cornice di Palazzo San Francesco ad Agnone, si è svolta una cerimonia intensa e partecipata per il conferimento del Premio Agnone del Molise contro lo spopolamento, ideato dal dott. Domenico Lanciano, giornalista originario della Calabria ma da tempo trapiantato in Alto Molise.

Alla presenza del sindaco di Agnone Daniele Saia, del vice sindaco Giovanni Di Nucci, e del sacerdote don Alberto Conti, direttore della Caritas Diocesana di Trivento, è stato consegnato il riconoscimento per il forte impegno sociale e la concreta opera della Caritas nel contrasto al declino demografico delle aree interne.

Il premio è stato assegnato alla Caritas di Trivento, nella persona del suo direttore don Alberto, per l’azione capillare, perseverante e concreta portata avanti da decenni nei territori più fragili, dove lo spopolamento, la povertà e l’invecchiamento della popolazione rischiano di cancellare intere comunità.

Don Alberto Conti: un sacerdote delle aree interne

 Guarda intervista a Don Alberto Conti.

Figura di riferimento per l’intero territorio diocesano, don Alberto Conti, originario di Capracotta e sacerdote dal 1980, guida la Caritas Diocesana di Trivento dal 1985. È stato anche direttore regionale della Caritas Abruzzo-Molise e partecipe di numerose iniziative sociali e pastorali che hanno fatto della solidarietà una via di rinascita per le comunità montane.

Negli anni ha ideato e promosso progetti di formazione e microimprenditorialità come “Ricomincio dalla mia terra”, corsi dedicati ad arti e mestieri tradizionali – apicoltura, falegnameria, scultura, restauro, cucina locale – per dare ai giovani e agli adulti la possibilità di restare nei propri paesi, recuperando saperi antichi e creando nuove opportunità di lavoro.

La sua attenzione al territorio non è mai stata solo pastorale, ma anche civile e profetica: già nel 1992, la diocesi di Trivento sotto la sua direzione commissionò uno studio sullo spopolamento che anticipava le difficoltà odierne delle aree interne, descrivendo un quadro di invecchiamento demografico e impoverimento delle relazioni sociali che oggi è purtroppo realtà 

Guarda intervista al dott Domenico Lanciano

Don Alberto è anche noto per le sue denunce pubbliche e appelli alle istituzioni: più volte ha sollecitato i sindaci e le Regioni Abruzzo e Molise a unire le forze per contrastare l’abbandono dei piccoli centri, chiedendo politiche mirate su scuola, sanità e viabilità.

Accanto all’azione quotidiana nel territorio, la Caritas di Trivento, guidata da don Alberto, è impegnata in iniziative umanitarie internazionali. Recentemente ha destinato 20.000 euro alla parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, per sostenere il progetto “Latte, vitamine e pannolini per Gaza”, in collaborazione con padre Gabriel Romanelli e la Caritas Gerusalemme, portando aiuti concreti a famiglie colpite dalla guerra.

La stessa Caritas ha lanciato negli anni campagne di solidarietà per l’Ucraina, per le popolazioni terremotate e per i più deboli del territorio, dimostrando che la lotta alla povertà passa non solo per la carità, ma per la promozione della dignità umana e l’educazione alla responsabilità sociale.

L’ideatore del premio, Domenico Lanciano, ha ricordato come il riconoscimento nasca dal suo impegno personale e dalla lunga battaglia contro lo spopolamento iniziata negli anni ’90, quando il suo paese natale, Badolato, in Calabria, rischiava di svuotarsi. Fu allora che Lanciano lanciò l’iniziativa simbolica del “paese in vendita”, attirando l’attenzione di media internazionali e di nuovi residenti che contribuirono a riportare vita ed economia in quella realtà.

Il premio, assegnato oggi a don Alberto e alla Caritas di Trivento, e che l’11 ottobre verrà conferito anche al sindaco di Castel del Giudice, Lino Gentile, vuole dunque essere un riconoscimento per chi agisce concretamente a favore della rinascita delle comunità.

Nel suo intervento, don Alberto ha voluto sottolineare che “lo spopolamento non è un destino, ma una sfida di comunità”, invitando a guardare ai paesi dell’Alto Molise e dell’Alto Vastese non come luoghi perduti, ma come laboratori di umanità, dove la solidarietà e l’impegno condiviso possono ancora scrivere futuro.

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