Negli anni ’90 era una struttura simbolo per la comunità di Agnone e per tutto il circondario: la piscina provinciale, punto di riferimento per bambini, ragazzi e adulti. Dopo decenni di attività, solo pochi anni fa il Comune di Agnone è rientrato in possesso dell’impianto.
Durante il periodo dell’emergenza Covid-19, tuttavia, la società che ha gestito per anni la piscina, la Hidro Sport, dichiaro' di non riuscire a sostenere i costi energetici — in particolare quelli legati a gas ed elettricità — schizzati alle stelle, e la piscina è stata costretta a chiudere i battenti circa tre anni fa.
Il Comune, una volta tornato proprietario dello stabile, ha deciso di procedere a una ristrutturazione complessiva della struttura, concentrandosi sull’adeguamento energetico, sull’ammodernamento degli spogliatoi — troppo piccoli per accogliere l’utenza — e sul rifacimento dei servizi igienici. I lavori sono stati finanziati grazie a un contributo regionale, ma il finanziamento non copriva una voce importante: la nuova copertura della piscina, necessaria per ridurre il dispendio energetico.
L’appalto per i lavori è stato aggiudicato a una ditta di Castiglione Messer Marino (CH), con inizio previsto il 6 settembre 2023 e termine fissato a marzo 2024. Tuttavia, a più di due anni dall’avvio del cantiere, la piscina è ancora chiusa e i lavori procedono a singhiozzo.
La vigilanza sui lavori spetta al Comune ma al momento, i cittadini lamentano la mancanza di trasparenza e aggiornamenti sullo stato dei lavori.
Nel frattempo, molti ex utenti della piscina si sono spostati verso gli impianti di Frosolone e Isernia, affrontando disagi significativi, soprattutto durante l’inverno. Il clima rigido dell’Alto Molise e le condizioni spesso precarie della rete viaria rendono infatti gli spostamenti difficili e talvolta pericolosi.
“Era una piscina che apparteneva a tutti noi,” racconta un cittadino agnonese e frequentatore storico dell’impianto. “I nostri figli hanno imparato a nuotare lì, era un punto di incontro per tutta la comunità. Oggi siamo costretti a fare decine di chilometri per nuotare, con strade ghiacciate e spese in più. Ci sentiamo abbandonati.”
La comunità attende ora risposte concrete e una data certa per la riapertura di quella che un tempo era una delle strutture più vive e partecipate del territorio.