Missione 6 Pnrr, la Cgil denuncia: “In Molise speso solo l’1,7% dei fondi per Case e Ospedali di Comunità”

30/10/2025
Attualità
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Una denuncia dura, quella della Cgil, accompagnata da numeri precisi e da un allarme che suona come un ultimatum: «Il Molise è fermo, rischiamo di perdere i fondi del Pnrr destinati alla sanità». È questo, in sintesi, il messaggio lanciato oggi, mercoledì 29 ottobre, dalla sede di via Mosca a Campobasso, da Alessandra Tersigni, della segreteria regionale Cgil Abruzzo-Molise, e dal segretario generale Cgil Molise, Paolo De Socio, rispetto all’analisi dei dati della piattaforma Regis del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che monitora l’attuazione del Pnrr Missione 6 – Salute al cui incontro era presente anche la capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Micaela Fanelli. 

«La situazione è allarmante, soprattutto per il Molise, che è l’ultima regione in classifica», ha affermato Tersigni, presentando i dati ufficiali. Secondo quanto emerso, la spesa effettiva relativa ai progetti per le Case di Comunità e gli Ospedali di Comunità – pilastri della riforma sanitaria territoriale del Pnrr – si ferma rispettivamente all’1,6% e all’1,7% del totale previsto. «Dal 2021, quando il Pnrr è partito, non si è praticamente mosso nulla — ha aggiunto — e a nove mesi dalla scadenza dei fondi è impensabile riuscire a completare o inaugurare 13 Case di Comunità e 2 Ospedali di Comunità. In quattro mesi non si è spostata una pietra».

 Tersigni ha anche criticato la «narrazione ottimistica» dell’assessorato regionale (quello ai Rapporti con i Ministeri per l'Attuazione del Piano di Rientro Sanitario della Regione Molise di cui è titolare Michele Iorio, ndr): 

«La Regione sostiene di essere ai primi posti nei report nazionali, ma i dati del Ministero dicono tutt’altro. Chiederemo spiegazioni il 3 novembre, nella cabina di regia convocata dalla Regione Molise». La dirigente sindacale ha ricordato il valore strategico di queste strutture: «Le Case e gli Ospedali di Comunità rappresentano l’assistenza di prossimità di cui il Molise ha urgente bisogno. Offrono servizi sociosanitari continuativi, 7 giorni su 7, 24 ore su 24, e garantiscono una rete integrata di cura che abbiamo capito quanto sia essenziale dopo la pandemia». Il timore, tuttavia, è che i ritardi possano portare alla revoca dei finanziamenti europei o alla loro ricollocazione su altri obiettivi, come incentivi alle imprese o, peggio, spese militari: «Saremmo totalmente contrari a qualsiasi dirottamento dei fondi dal settore sanitario», ha concluso Tersigni.

 Sulla stessa linea, De Socio ha sottolineato la gravità del quadro: «Il Molise è sostanzialmente fermo. Analizzando i dati ufficiali della piattaforma Regis, appare evidente che gli investimenti non stanno producendo risultati né in termini di servizi né di risparmi». Il segretario della Cgil Molise ha poi criticato la mancanza di coordinamento tra le diverse strutture decisionali: «Asrem, struttura commissariale e politica regionale sembrano più impegnate in faide interne che nella programmazione sanitaria. È inaccettabile che dopo 16 anni di commissariamento e con risorse ingenti a disposizione, la sanità molisana resti al palo». De Socio ha inoltre richiamato l’esigenza di una visione integrata: «Serve una vera programmazione. Il diritto alla salute deve essere garantito come quello al trasporto o all’istruzione.

 E invece vediamo piani che non dialogano tra loro, annunci propagandistici e nessuna attuazione concreta». Il bilancio tracciato dalla Cgil è impietoso: nessun miglioramento dei servizi, liste d’attesa ancora lunghissime e una crescente privatizzazione dell’assistenza: «Si sta costruendo un sistema che favorisce le strutture private a discapito di quelle pubbliche – ha denunciato ancora De Socio – mentre la sanità pubblica continua a perdere pezzi e fiducia».

 Ora l’attenzione si sposta sulla riunione del 3 novembre presso la Regione Molise, dove i rappresentanti sindacali chiederanno chiarimenti e risposte concrete. «Vogliamo capire dove stanno i soldi, dove sono i progetti e, soprattutto, quando partiranno i cantieri - ha concluso Tersigni -. Perché i cittadini molisani non possono più aspettare».

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