A Campobasso si accende il confronto politico e istituzionale sul futuro del Centro Antiviolenza (CAV), dopo il cambio di gestione deciso dalla Regione Molise. La consigliera regionale Stefania Passarelli accusa il Comune di aver negato la sede storica del CAV, mentre la sindaca Marialuisa Forte replica respingendo le accuse e chiarendo la posizione dell’amministrazione comunale.
In un comunicato diffuso il 31 ottobre 2025, la consigliera regionale Stefania Passarelli ha denunciato pubblicamente la decisione del Comune di Campobasso di non rendere più disponibile la sede del Centro Antiviolenza, situata in Viale del Castello, proprio a ridosso dell’avvio della nuova gestione.
Passarelli ha ricordato che, a seguito dell’avviso pubblico del 1° agosto 2025, l’Aps Liberaluna è stata individuata come nuovo ente gestore della rete regionale dei servizi contro la violenza di genere, con il punteggio più alto ottenuto dalla Commissione tecnica.
Secondo la consigliera, il Comune – ente capofila dell’Ambito Territoriale Sociale – avrebbe comunicato solo il 29 ottobre 2025, due giorni prima della scadenza del servizio in capo al precedente gestore, che i locali non erano più disponibili poiché destinati ad altri usi.
“Una vergogna umana e istituzionale – afferma Passarelli –. Non basta indossare scarpe rosse o tagliare nastri: servono azioni concrete. Il Comune si dice pronto a collaborare ma non mette a disposizione neppure una sede. È così che si rischia di interrompere un servizio essenziale per le donne vittime di violenza.”
Passarelli sottolinea che, solo grazie all’intervento della Regione Molise, dell’ASREM e dell’Aps Liberaluna, si è potuta evitare un’interruzione delle attività, avviando la ricerca di una nuova sede.
Poche ore dopo, la sindaca di Campobasso Marialuisa Forte ha diffuso una nota ufficiale per rettificare quanto riportato da Passarelli, sottolineando che la ricostruzione della consigliera sarebbe “parziale e imprecisa”.
Forte ha spiegato che l’avviso pubblico regionale del 2016 – che portò alla nascita del primo CAV e della Casa Rifugio – prevedeva la partecipazione anche degli enti locali, diversamente da quello del 2025, aperto solo agli enti del terzo settore (ETS).
Nel 2016, l’Ambito Territoriale Sociale di Campobasso, con il Comune e la cooperativa “Be Free”, aveva presentato il progetto e messo a disposizione, a titolo di cofinanziamento, i locali comunali di Viale del Castello. Tuttavia, chiarisce Forte, per il nuovo avviso del 2025 il Comune non è stato coinvolto:
“Non è mai pervenuta alcuna richiesta, né formale né informale, da parte dell’ETS aggiudicatario per l’utilizzo dei locali comunali. L’Amministrazione, non essendo più parte del progetto regionale, ha ritenuto che quegli spazi potessero essere destinati ad altri servizi per le donne.”
La sindaca aggiunge che, solo nella riunione del 15 ottobre 2025, l’ETS (Aps Liberaluna) ha manifestato l’interesse a utilizzare i locali, ma a quel punto non erano più disponibili. L’ente, quindi, ha proposto di adibire a CAV una propria struttura, e successivamente – con nota del 30 ottobre – ha indicato come sede alternativa alcuni locali dell’ASREM.
Infine, Forte ha ricordato che il Comune aveva già disposto una proroga del servizio fino al 31 dicembre 2025, per consentire un passaggio graduale, ma che la Regione Molise ha anticipato la scadenza prima al 31 agosto e poi al 30 ottobre 2025, abbreviando i tempi di transizione.
“Il Comune di Campobasso è da anni impegnato nella rete antiviolenza e continuerà a sostenere donne e minori, direttamente e indirettamente. Ma non può essere accusato di inadempienze su procedure che non dipendono da esso.”