Rete ictus, emodinamica e ospedali: i commissari difendono le riforme in Molise

17/11/2025
Attualità
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In Molise, se non si volta pagina in Sanità, le condizioni per chiudere la lunga stagione del commissariamento non si realizzeranno mai".

Lo affermano i commissari alla sanità molisana, Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo, in una lunga nota nella quale difendono le ultime scelte varate, e finite al centro di polemiche, in primo luogo la rete ictus."Dovrebbe essere considerata una scelta di buon senso, oltre che di migliore efficienza terapeutica - affermano -, ma qualcuno ha ritenuto di presentare ricorsi al Tar Molise.
    Ricorsi che riteniamo siano contro un provvedimento salvavita di assoluta evidenza e di sicura efficacia".
    Sui laboratori di emodinamica, invece, i commissari evidenziano: "E' una sterile disputa. In Molise due laboratori su tre sono sottosoglia per numero e tipologia di prestazioni di angioplastica. Questo dato compromette la qualità e la congruità degli interventi". Quindi il tema delle sedi di Continuità Assistenziale: "In Molise se ne contano oltre 40, il numero in percentuale più alto del nostro Paese. I medici di cui disponiamo non riescono a coprire tutti i turni, con la prassi ormai consolidata di tenere in piedi diverse sedi prive del personale medico necessario o di alternarne il funzionamento. Si è proceduto quindi a riorganizzare la sanità territoriale riducendo il numero delle sedi e ricomprendendole nelle Case di Comunità".
  

  Infine la questione dell'ospedale di Agnone: "Come ospedale di area disagiata nel 2024 ha ricoverato nei suoi 20 posti letto 328 pazienti, ossia meno di un ricovero al giorno. E nel 2025 i numeri sono ancora più bassi. Il Pronto Soccorso è tenuto in attività da medici con contratto libero professionale perché non si riesce a reperire il personale necessario da contrattualizzare; dunque, ci troviamo di fronte a un ospedale senza personale sanitario e senza pazienti. Le ragioni che ci hanno spinto a rimodulare questa struttura in Ospedale di Comunità (sul modello di Venafro e Larino) non sono affatto di avversione alla popolazione dell'Alto Molise, come qualcuno tenta di far credere, ma al contrario rappresentano l'estremo tentativo di garantire prestazioni sanitarie, in primis quelle salva vita, ad un'area del Molise che in questo momento non riceve, di fatto, nessuna assistenza". Bonamico e Di Giacomo infine concludono: "Sono poche ed elementari considerazioni, le nostre, che vorrebbero convincere coloro che sono avvezzi alla politica del no, che in Sanità bisogna cambiare e che una nuova organizzazione sanitaria è doverosa, anzi obbligata, in una regione che voglia uscire dal Commissariamento e dare servizi efficaci ed efficienti ai cittadini molisani".
   

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