AGNONE. Immediato ripristino dei servizi soppressi all’ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone. E’ quanto riportato nella diffida a firma di Franco Cianci e Simone Dal Pozzo, i due legali dell’Articolo 32, il comitato nato per la salvaguardia della struttura sanitaria, fatta recapitare alla Regione Molise, all’Asrem e al ministro della Salute. Di seguito riportiamo l’intervento integrale.
OGGETTO: Ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone (IS). Ospedale già riconosciuto come “Ospedale di montagna, di confine e di zona particolarmente disagiata” dal precedente Piano sanitario a firma del dr. Michele Iorio, Commissario ad acta per la Sanità della Regione Molise e dai successivi provvedimenti emessi dalla Regione Molise (decreto n.20 del 30.06.2011; decreto n.80 del 26.09.2011 e decreto n.84 del 10.10.2011), in ottemperanza della ordinanza del TAR Molise n.94/2011, con cui veniva sospeso il precedente Piano Sanitario nelle parti in cui aveva, in parte, ridotto i reparti e il personale medico e paramedico.
Diffida ad adempiere
Per conto e nome dei sig.ri dr. Franco Di Nucci e dr. Armando Sammartino, di persona, e nella qualità di esponenti del “Comitato Art.32”, inteso a promuovere ogni azione per la salvaguardia dell'Ospedale San Francesco Caracciolo di Agnone, nell'interesse dell'intera cittadina, ma anche del bacino demografico gravitante sull'Ospedale medesimo, nonchè del Comune di Agnone, in persona del Sindaco p.t., Vi comunico:
nonostante i provvedimenti giurisdizionali citati in epigrafe e nonostante i decreti della Regione Molise di attuazione parziale della ordinanza citata del TAR Molise, che non possono essere emarginati fino a quando non intervenga un provvedimento definitivo, sostitutivo che ne dichiari la perdita di efficacia (il che non può avvenire, stante l'esito giurisdizionale richiamato), codesti organi stanno attuando un vero e proprio svuotamento del detto presidio (per cui sarò costretto a chiedere una tutela anche di altra natura rispetto a quella strettamente amministrativa), e stanno rendendo inoperante l’Ospedale di Agnone, tanto da configurare ipotesi di interruzione di pubblico servizio e di pericolo.
Invero, è accaduto che codesti organi, “inaudita altera parte”, hanno emesso provvedimenti praticamente riducenti, anche la funzionalità minima dell’Ospedale predetto, sebbene le ragioni di conservazione siano evidenti, conclamate ed accolte dai provvedimenti citati in epigrafe, mettendo, così, in pericolo la salute pubblica in violazione dell’art.32 della Costituzione.
Tali comportamenti sono in contrasto persino con la bozza di Piano Sanitario di neo formazione, ancora in via di elaborazione e non ancora pubblicato sul BURM, a firma del Commissario e sub Commissario dr. Basso e dr. Rosato, le cui linee generali, peraltro, pur se limitative della completezza della funzione ospedaliera, prevedevano la conservazione delle funzioni essenziali.
Infatti si sono verificati i seguenti pericolosi eventi riduttivi:
- Mancato rinnovo convenzione Pediatra: emergenza-urgenza non più garantita H 24 per 365 giorni.
- Smantellamento Ginecologia: emergenza-urgenza non più garantita H 24 per 365 giorni.
- Carenza Anestesisti: rischio interruzione pubblico servizio e sospensione attività operatoria.
- Non rinnovo convenzione volontari Molise Emergenza: carenze Pronto Soccorso, Sala Operatoria, Dialisi, Cucina.
- Mancata sostituzione Dirigenti Medici (pensionamento 2 unità) in U.O.C. di Medicina: difficoltà a garantire servizi e reperibilità.
- Mancata sostituzione Dirigente Biologo Laboratorio Analisi: impossibilità delle reperibilità dal 13 giugno, impossibilità a garantire emergenza-urgenza.
- Mancato rimpiazzo Dirigente Radiologia: impossibilità delle reperibilità dal 15 del mese, impossibilità a garantire emergenza-urgenza.
- Soppressione di fatto Distretto di Agnone con azzeramento di tutte le figure dirigenziali e passaggio competenze Distretto Isernia.
Con la presente, al fine di evitare ulteriori attività illegali,
Vi invito e Vi diffido
a volere immediatamente ripristinare i servizi predetti, la cui mancanza può essere oggetto anche di valutazioni penali, in quanto capaci di provocare situazioni di pericolo per la salute di uno stabile e naturalmente alto numero di utenti, e per interruzioni di pubblico servizio.