Riesce difficile comprendere il senso e l’obiettivo dell’iniziativa del consigliere Nicola Romagnuolo e di altri esponenti il centrodestra sull’ufficio stampa della giunta regionale. Una serie di dati inesatti vengono fatti passare per eclatanti, tanto da doverne chiedere la discussione in aula. Innanzitutto la definizione di ‘esterna’ per una collega assunta, seppure con contratto a tempo determinato. Come sindacato rivendichiamo la dignità dei lavoratori dell’informazione, anche attraverso una retribuzione rapportata all’impegno (orario di lavoro superiore al normale, festività, reperibilità, ecc.) ed alla professionalità espressa. Ci risulta, invece, che a Sabrina Varriano non sia stato applicato il contratto di categoria, con grave danno in termini di retribuzione e di previdenza. Una discussione seria dovrebbe partire da questo dato e non dalla carta di credito in dotazione all’ufficio stampa. E’ inverosimile e surreale discutere in aula sull’uso di un normale strumento di pagamento delle spese, tracciabile e rendicondato.
A meno che non si voglia sostenere che i giornalisti, contrariamente agli altri dipendenti o ai consiglieri eletti, debbano pagare di tasca propria le spese sostenute per servizio. Se cosi fosse, siamo convinti sia molto più utile investire qualche migliaio di euro per informare correttamente i molisani, che continuare a pagare a peso d’oro assemblee impegnate a discutere argomenti risibili. Nel caso, invece, la polemica abbia l’intento di favorire la trasparenza sull’utilizzo dei soldi pubblici, ben vengano i controlli. Visto lo zelo, consigliamo a Romagnuolo di attivarsi anche per sapere come sono state adoperate, negli anni scorsi, tutte le carte di credito della regione. Una bella commissione di indagine per verificare i rendiconti e accertare la legittimità delle spese, per rispetto dei tartassati contribuenti molisani.