Mietitura di Carovilli: il miracolo della fratellanza contadina

redazione
29/07/2013
Attualità
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CAROVILLI - Il forte spirito di amicizia, lo spiccato attaccamento alla terra, la devozione nei confronti della Madonna Incoronata e l’amore per le tradizioni fanno sì che ogni anno si ripeta il lungo lavoro che si conclude con la festa de “La Tresca”, una delle più antiche feste contadine che Carovilli ha voluto e saputo conservare nel tempo e ancora si svolgerà quest’anno, sotto l’egida della Pro Loco “Monteferrante”, domenica 18 agosto.
Giunta ufficialmente alla trentaquattresima edizione attraverso il grande impegno e la dedizione di numerosi volontari che ricordavano la loro infanzia, quando da quella fatica dipendeva il modesto tenore di vita di tutta la famiglia, oggi è stata presa in carico da un nutrito gruppo di giovani che senza disdegnare, anzi sollecitando, la guida, i consigli e l’aiuto concreto degli anziani, hanno deciso di non rinunciare a questa parte importante della cultura contadina.
In preparazione de “La Tresca”, si è svolta una festa altrettanto importante: quella della mietitura del grano seminato a suo tempo per questa destinazione in un campo messo a disposizione da uno dei volontari. Ora che le spighe sono giunte a maturazione uomini, donne e bambini si sono dati appuntamento per la mietitura e la formazione dei covoni.
In una giornata intensa, iniziata alle 6 del mattino, con la visita, tra l’altro, di un grande cinghiale incuriosito dalla presenza degli uomini in un campo non lontano dalla stazione ferroviaria (ormai in disuso), una cinquantina di persone tra i quali molti ragazzi, si è data appuntamento per mietere le bionde e mature spighe di grano che promettevano ed hanno assicurato un bel raccolto. A metà mattinata, e poi molte altre volte nel corso della giornata, i mietitori hanno dovuto interrompere il duro lavoro per rinfrescarsi con un buon bicchiere di birra o di vino e mangiare un po’ di pane con caciocavallo e mortadella come da tradizione.
Altri hanno preparato il pranzo, mentre un giovanissimo di grande talento ha allietato la compagnia con il vivace e allegro suono dell’organetto (du bott). Poi si è passati alla fisarmonica e ai canti corali.
Altra allegria hanno portato i numerosi visitatori che pur senza fornire un contributo materiale al lavoro dei mietitori hanno manifestato apertamente considerazione e ammirazione ed hanno ricevuto simpatica accoglienza ed invito a partecipare alle numerose “merende”.
La giornata si è conclusa a tarda sera: il sole ed il caldo intenso hanno gravato i mietitori di una stanchezza supplementare, ma la soddisfazione di aver svolto un lavoro offerto volontariamente alla Madonna e molto apprezzato da tutti, insieme a tanti amici di età e mestieri diversi, è risultato alla fine estremamente appagante.
Si è ripetuto anche questa volta il “miracolo” della fratellanza contadina: fratellanza determinata anche dal fatto che tutti gli uomini sono uguali di fronte al lavoro dei campi ed alle difficoltà presentate dalla natura. Domani ognuno tornerà ai suoi problemi, ma oggi è stato un giorno veramente speciale.

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