Emergenza cinghiali, il bluff della Provincia

Il selecontrollo non parte. L'ente attende le segnalazioni dei danni da parte dei sindaci, ma si guarda bene dall'informali

Francesco Bottone
16/08/2013
Attualità
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La Provincia ha perso l’ultima occasione di dimostrare che non è un ente completamente inutile.

L’ennesima figuraccia l’ha collezionata con la questione definita “emergenza cinghiali”.

Nelle scorse settimane l’ente chietino, per bocca del presidente e del delegato alla caccia, il consigliere Staniscia, ha annunciato l’avvio di una fase di prelievo, mediante l’impiego volontario e dunque gratuito dei selecontrollori, finalizzata a far fronte ai continui danni arrecati dagli ungulati all’agricoltura, in particolare nel Vastese. Da allora, la delibera di giunta è stata firmata a fine luglio, la Provicia non è stata in grado di passare dalle parole ai fatti.

Contattato l’ufficio competente, la dottoressa Di Meo, reggente viste le assenze per ferie dei dirigenti interessati, fa sapere che «la fase di prelievo partirà, ma stiamo aspettando le segnalazioni dei danni da parte dei sindaci». Il problema è che i sindaci non sono stati messi al corrente, non sanno di dover comunicare dati alla Provincia. Insomma una sospetta mancanza di comunicazioni tra enti, finalizzata evidentemente a fare in modo che tutto rimanga invariato e che dunque il selecontrollo non parta.

A dirla tutta, però, i danni, soprattutto nel Vastese, sono già stati abbondantemente segnalati a mezzo stampa, ma ciò che lascia perplessi è che i sindaci non ne sanno nulla di questa comunicazione tra enti, non sono stati invitati a comunicare situazioni di emergenza o di pericolo. La sensazione è che la Provincia stia bluffando, anche se non si capisce bene il perché. I selecontrollori sono pronti ad intervenire, ma nessuno li autorizza. Intanto i bracconieri ringraziano la Provincia inadempiente.                                         

effebottone@gmail.com

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