Assostampa: "Urge una revisione dell'albo regionali dei giornalisti"

Giuseppe Di Pietro: "Non c'è domanda di lavoro per i 630 colleghi iscritti nel Molise"

redazione
07/10/2013
Attualità
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CAMPOBASSO - La nota diramata dal presidente dell’ordine dei giornalisti Antonio Lupo è semplicemente sconcertante.  Lo scrive il presidente del sindacato dei giornalisti molisani, Giuseppe Di Pietro

a) La revisione degli elenchi è stata votata dal consiglio dell’ordine, due mesi fa. Lupo lo ha  dimenticato, ha avuto un pentimento ritardato o pensa di attuarla con criteri “ad ordinem”?  Noi avevamo segnalato alcuni casi eclatanti di incompatibilità tra i professionisti. Mai parlato di pubblicisti o disoccupati. Comunque sia, la revisione dell’albo è un obbligo (non una facoltà) di Legge, pur convenendo che possa nuocere alle clientele elettorali.
b) Sostenere che il mercato molisano dell’informazione non possa accogliere 630 giornalisti è un dato di fatto, dettato dalla serietà e dal rispetto per la dignità  che si deve a giovani, padri e madri  sfruttati nelle redazioni. Deprecabile, invece, è illudere e promettere fantomatiche tutele che offendono l’intelligenza delle persone.  Non caso l’inflazione della domanda di lavoro è già stata affrontata, ad esempio, da medici e avvocati con opportune contromisure.
c) Selezioni Rai. Lupo lamenta che al concorso del 2008, indetto con regole uguali in tutta Italia, partecipò una sola collega iscritta all’ordine regionale, a causa di requisiti “penalizzanti solo per il Molise”.  Cioè Lupo ribalta sulla Rai quello che è un nostro deficit: avere iscritti con formazione (la cui competenza in capo all’ordine) non in linea con il resto del paese. Da cui la richiesta surreale di bandi ad hoc basati sulle caratteristiche dei potenziali partecipanti locali, oppure assunzioni nominative (prerogativa del direttore) di molisani, a prescindere dai criteri generali fissati: frequenza ad una scuola di giornalismo, voto di laurea, iscrizione all’elenco dei professionisti. Per cronaca ricordo che alla selezione Rai del 2009 parteciparono tre giornalisti (su tre) residenti in Molise, di cui due assunti. Il bando del 2011, invece, fu bloccato proprio per i ricorsi contro le così dette “quote regionali”. Oggi posso anche rivelare che, all’epoca dei fatti, incontrai due volte il responsabile del personale Rai Flussi per cercare soluzioni diverse, ma la chiusura fu netta. Non mi risulta che altri abbiano mai chiesto udienza in Via Mazzini per illustrare le proprie ragioni.
d) E’ noto, infine, che la scuola di giornalismo di Perugia, da cui la Rai ha attinto per le ultime assunzioni, sia finanziata dalla televisione pubblica, come del resto avviene per Mediaset con lo Iulm e la Luiss che fa riferimento a Confindustria ed al Sole24ore. Se questo sistema formativo, ideato e sostenuto dall’ordine, oggi non garba più, si abbia il coraggio di cambiarlo, come il sindacato chiede da anni. 

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