Cara Befana, portaci un servizio di pronto soccorso

La singolare lettere arriva dall'Alto Vastese

Daniele Leone
04/01/2014
Attualità
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Se i cittadini delle nostre comunità dell’Alto Vastese potessero veramente scrivere una lettera alla Befana,  non credo che chiederebbero i soliti regali hi-tech,  ma sicuramente un moderno ed efficace servizio di emergenza urgenza e un nuovo modello di “guardia Medica” per i paesini dell’alto vastese, a cui  potersi rivolgere in caso di necessità.  Una richiesta bizzarra, questa, per una Befana un po’ strana, moderna, che invece di stare a cavalcioni sulla scopa magica, governa la Regione Abruzzo o dirige la ASL, e  si presenta in auto Blu nei nostri paesini a consegnare il suo regalo. Ma, aggiungiamo noi che da soli questi servizi non basterebbero, dovrebbero  regalare alle nostre comunità anche un nuovo servizio pediatrico, che oggi è presente poche ore a settimana e un nuovo modello di medico di famiglia. In alcuni comuni il medico è presente pochi giorni a settimana.  La chiusura della postazione della Guardia Medica, la presenza del servizio pediatrico solo poche ore alla settimana e del medico di famiglia solo alcuni giorni a  settimana in alcuni comuni, la chiusura dell’ospedale di Gissi, l’assenza di un servizio di 118, rappresentano oggettivamente un’ulteriore, grave, penalizzazione per tutti i cittadini  che vivono nei paesini dell’alto vastese. Ora si vuole chiudere il punto di Guardia Medica di Celenza Sul Trigno che garantisce oggettivamente l’unico servizio medico, nelle ore notturne, a tutta la popolazione che risiede nella parte alta del Vastese, sparsa su un territorio montuoso con una viabilità disastrata e dove interi tratti di strada  sono delle vere mulattiere. La decisione che è stata adottata dal Governatore Chiodi, insieme al manager della ASL Zavattaro,  è una scelta sbagliata che non riduce le spese, anzi le aumenta perché  i cittadini saranno costretti a chiamare il 118. Con queste scelte  la montagna sarà sempre più penalizzata  con il rischio di far perdere anche l’ultimo servizio ancora rimasto in queste zone interne.


 

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